Parco Cellarulo, situazione ingresso “Stazione” – Parte 1
Queste immagini, si riferiscono alle condizioni in cui versa il “Parco Cellarulo” dall’ingresso di Via Grimoaldo Re (Zona Stazione). In questa prima parte: situazione ingresso.
Queste immagini, si riferiscono alle condizioni in cui versa il “Parco Cellarulo” dall’ingresso di Via Grimoaldo Re (Zona Stazione). In questa prima parte: situazione ingresso.
Ci sono stati momenti belli, di vera solidarietà, nel post -alluvione che ha colpito Benevento e il Sannio lo scorso 15 ottobre e ci sono stati, e ci saranno momenti brutti….
Uno particolarmente odioso è il fenomeno dello sciacallaggio ,che fin dai primi giorni ha colpito le famiglie, le ditte e i negozi alluvionati.
Il frigorifero messo ad asciugare, rubato, il gasolio che serviva alle macchine nella zona industriale per rimuovere il fango, rubato, sedie e suppellettili scomparse da case e scuole.
Nessuno controllava, quindi il campo per fare questo era lasciato completamente libero.
Fin qui nulla di nuovo direte voi: nelle disgrazie c’è sempre qualcuno che spera di rimpinguare le proprie casse a spese delle disgrazie altrui.
Ma adesso c’è un altro fenomeno attualmente in corso: la consegna presso il Comune di Benevento delle schede per i danni subiti.
Una vera e propria corsa effettuata fin dai primi giorni dell’alluvione che indicavano come data ultima di presentazione il 22 ottobre, mentre invece scadevano il mese successivo.
Privati, negozi e ditte hanno fatto e stanno facendo tutt’ora i calcoli delle perdite avute.
Su queste pratiche,naturalmente non poteva mancare il secondo tipo di sciacalli: quelli che avrebbero aiutato costoro nello stipulare al meglio il famoso modulo, dietro cospicuo compenso.
Qualche episodio già c’è stato, qualcun altro sicuramente ci sarà.
E poi c’è l’ultimo tipo: quello di chi non ha avuto nessun danno e che si è affrettato a dichiarare il contrario perché residente, o avendo un’attività commerciale, in una delle zone alluvionate della città.
E si perché ci riferiamo a Benevento, non a tutti i Comuni limitrofi, dove magari qualche amministratore, nel conteggio dei danni, ha già messo una strada già disastrata precedentemente nella lista di quelle che hanno subito danni per l’alluvione.
Capita…..
Qualcuno, che nella cantina non aveva nulla, ha dichiarato di avere un patrimonio sepolto. Qualche attività che non aveva nulla ha infangato un po’ di roba e ha dichiarato di aver perso migliaia di euro di merce.
Qualche privato ha dichiarato o dichiarerà di aver perso nell’alluvione un Luigi XVI, o una sedia di papa Orsini.
E questo è il terzo fenomeno dello sciacallaggio…..
Ma questo è anche il più grave perché già sappiamo che i soldi che arriveranno non basteranno a coprire le spese delle infrastrutture danneggiate o delle case inagibili. Figuriamoci poi se aggiungiamo “i numeri” di tutti i danni che ,con i suddetti moduli,stanno giungendo presso il Comune….
Ma se, nell’elenco, incominciano ad arrivare richieste anche da chi non ha avuto danni, o da chi ha perso, perché depositati in cantina, qualche giocattolo, un mobile rotto e 3 scaffali di ferro per un totale di 50.000 euro, e il danno gli viene riconosciuto, i pochi soldi destinati a chi realmente ha avuto danni ,diminuiranno sempre di più.
Ma il denunciare senza dare almeno un’ipotesi di soluzione rimane una cosa fine a se stessa.
Quale potrebbe essere la soluzione?
Che il negoziante che ha avuto veri danni contesti al negoziante vicino che danni non ne ha avuti, lo stesso facciano i privati e lo stesso le ditte.
In questo modo si potrebbe indagare sulla veridicità dei fatti in maniera chiara ed accertare il reale stato delle cose.
Si potrebbe dire che questa è delazione (spiata)….certo, ma verrebbe fatta per salvaguardare chi i danni li ha avuti realmente, quindi con uno scopo meritevole.
Ma siamo sicuri che in una città omertosa come la nostra questo possa avvenire?
Forse si, se solo la gente che ha subito danni si rendesse conto di quello che potrebbe significare.
Ah, dimenticavo, controllate anche le bottiglie di vino piene di fango che arrivino dalla Cantina di Solopaca o che sia riconosciuta. Le bottiglie con il fango posticcio sono solo frutto di….sciacallaggio.
Felice Presta
L’alluvione ha fatto si che questo giornale si interessasse a problemi ben più gravi che i “normali” fatti di cronaca della nostra città. Ma non per questo ci siamo dimenticati, o abbiamo lasciato correre le notizie.
Certo questo mese non c’è stato l’anniversario del crollo di Lungosabato Matarazzo, ad esempio (9 mesi dal crollo) e probabilmente qualcuno avrà pensato di essersi scampato un affondo pungente, come sempre facciamo, su una particolare notizia.
Probabilmente l’avrà pensato anche l’ex assessore ai Servizi Sociali, Luigi Scarinzi….sbagliando.
L’ex assessore della Giunta Pepe, come molti suoi colleghi o ex tali, è stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta sui Servizi Sociali del Comune di Benevento.
Con lui altre quattro persone, due dipendenti del Comune e due di cooperative.
Ma tornando a Scarinzi la notizia dell’indagine su di lui, nei giorni del post alluvione, è passata quasi sotto silenzio. Tra l’altro a ragion veduta.
Era più importante risolvere i problemi della città piuttosto che guardare ciò per cui era indagato un ex assessore.
La gravità di tutta l’indagine resta.
Infatti tutto era partito nel 2011 quando una “collaboratrice di giustizia” in Questura fece alcune dichiarazioni.
Subito si mise in moto la macchina degli inquirenti che in un primo momento interessarono la DDA di Napoli perché si ipotizzavano ipotesi di reato più gravi.
Dopo gli accertamenti la DDA ha ritenuto di non dover procedere ad ulteriori indagini e ha passato il fascicolo alla Procura di Benevento.
Nel frattempo per motivi, nonostante le dichiarazioni, oscure l’assessore, fervente sostenitore del sindaco Pepe, si dimetteva.
Le ipotesi di reato sono: abuso d’ufficio, falso e soppressione di alcune prove.
Secondo l’accusa alcuni contributi previsti per persone in difficoltà sono stati dati in maniera quantomeno “strana”, tra l’altro tale contributo era stato dato ad alcuni componenti della famiglia SPARANDEO (probabilmente per questo era stata interessata la DDA).
Nonostante sia dimissionario già da un po’ l’ex assessore si trova quindi a essere indagato comunque per presunti reati commessi nell’esercizio delle sue funzioni.
E anche in questo caso l’amministrazione Pepe, nella sua interezza, non fa una bella figura essendo lo stesso Pepe il sindaco più rinviato d’Italia.
Ma non dimentichiamo l’inchiesta Mani sulla Città che ha colpito anch’essa, anche con arresti, la stessa amministrazione comunale con restrizioni anche verso il nostro attuale sindaco.
Insomma dall’8 gennaio 2013 ad oggi indagini, rinvii a giudizio, e perché no, anche assoluzioni, sono per questa amministrazione all’ordine del giorno.
Per noi dove c’è fumo c’è anche arrosto ma, per non apparire giustizialisti, aspettiamo fiduciosi l’esito dei processi, delle indagini e di molto altro prima di dare un giudizio definitivo delle due consiliature targate FAUSTO PEPE.
Intanto una domanda sorge spontanea: l’ex assessore si candiderà più per le primarie del PD come sindaco della città?
Anche oggi voglio raccontarvi una breve storia.
Una storia dal sapore antico, ma in chiave moderna, di quelle che, a memoria d’uomo, si potrebbero contare sulle dita di una mano.
Tre o quattro giorni dopo l’alluvione stavo al Rampone cercando di aiutare quando all’improvviso vedo facce note del Meetup dei 5stelle di Benevento. C’erano Giangregorio, Matarazzo, Sguera, Maio e, da fuori zona, Maglione.
Sicuramente ce ne erano degli altri, ma in quel momento, con la stanchezza di quei giorni, difficilmente me li sarei ricordati tutti.
Con loro c’erano anche 3 o 4 consiglieri regionali del movimento grillino che stavano girando per la città per osservare i disastri che l’alluvione aveva procurato. Me li hanno anche presentati, ma non ricordo i loro nomi.
Dopo aver fatto un giro nella scuola accompagnati da una dirigente sono tornati all’ingresso e uno dei beneventani è venuto vicino a me e mi ha detto: “i consiglieri regionali sono venuti a vedere con i propri occhi la portata del disastro perché hanno intenzione di devolvere 100.000 euro per l’alluvione, magari a questa scuola. Cosi da far riprendere velocemente le lezioni. Però non devi dire nulla perché il tutto, per il momento, è in fase ancora organizzativa e occorrerà qualche giorno prima che si riesca a fare questa donazione”.
Ero stanco, assonnato, e ho annuito con la testa.
In quei momenti so, per esperienza, che tutti cercano di far qualcosa dicendo, promettendo, facendo proclami e quant’altro.
Avrei potuto, una volta tornato a casa, “sparare” la notizia per costringere poi i parlamentari regionali a mantenere fede alla promessa, ma la parola data agli amici penta stellati ha preso il sopravvento.
Ma ecco che, a distanza di dieci giorni circa, mi telefonano e mi dicono che domani (oggi) ci sarà la consegna dell’assegno alla dirigente della scuola Rampone.
102.000 euro raccolti con gli stipendi dei parlamentari regionali.
Per una volta, in politica, sono riuscito a vedere ed a essere testimone di una promessa rispettata ed attuata in 10 giorni.
A me non è costato nulla mantenere il silenzio e adesso più che mai sono contento di averlo fatto.
Felice Presta
Ma sta piovendo?
Si piove
Ma piove?!
Signò piove, togliete i panni
Sta piovendo
Oh chiov!
Sta chiuvenn!
Guarda il fiume!
Sta crescendo! Oh piove! Sta piovendo! Guarda il fiume… guarda il fiume…
E fu così che il fiume si ricordò che era da tanto (tanto quanto? Te lo vai a cercare, non sono un’enciclopedia!) che non andava a trovare i suoi affezionati concittadini. Dopo aver tanto bevuto, forse obbligato, forse no, di fatto si alzò dal suo letto e ubriaco vagò per una parte della città! C’è che poi tu senti… tante urla, tanta disperazione, tante lacrime… e tante bestemmie!
Tanta acqua, tanto fango, tanti disastri… e mò chi pulisce tutto?? C’è che poi che tu chiedi e quelli che l’acqua nemmeno l’hanno vista dicono:
“Oh poveri, ma che è successo? L’alluvione? Mi ricordo che mio padre raccontava che tricche e ballacche del lontano… era ragazzo, uaglione, non aveva tanto e l’acqua…”
“Si ma per quelle povere persone?”
“Ah povere si! Bisogna fare qualcosa per loro! A proposito, stasera che prepari a cena? Quasi quasi scendo a comprare qualcosa al centro commerciale!”
“Ma è allagato!”
“Ah vero, poveri! Allora vado sotto casa e faccio subito!”
Ma non tutti sono così, i tanti, i buoni, si sono sporcati! C’era il pazzo Trattienetutto con i 22 trementisti, i ragazzi dell’asilo, ancora non si diplomano, c’erano gli studenti universitari e gli erasmus, volevano un’avventura e l’hanno trovata, c’erano le associazioni, c’era la squadra di rugby, c’era la squadra di pallamano, c’erano i volontari, c’erano i cittadini che si sono sporcati le mani (chill’ ca pazzeon’ o’ pallon’ no, ma hann’ fatt’ e fot’)! Eppure qualcosa non torna. C’è poi che tu chiedi:
“Ma che è stat?”
“Il fiume, la passeggiata come il Tevere, gli argini sporchi”
“Non ho capito”
“Nemmeno io, ripetevo parole ma non so cosa sia successo!”
Che poi ti chiedi, questa volta da solo, ma le previsioni, gli studi che fanno, ma tutto ciò che monitorano, a che serve? E allora senti dire:
“Si sapeva! Si poteva evitare!”
Certo! Ma dopo… ti credi che la gravità non la conoscessero? Ma l’allarme è scattato dopo la piena! Tanto il sindaco sta all’asciutto! Ah già il sindaco Rosmarino! C’è poi che tu chiedi:
“Ma lui che fine ha fatto?”
“C’è stato, c’è stato, ma poverino. Lui non sapeva nulla, degli argini non poteva conoscere lo stato, del tempo non poteva prevederne i danni”
Eh si poverino, quando succede un evento figurati se sa qualcosa! Si costerna, si indigna, si impregna, poi getta la spugna con gran dignità (come diceva un cantastorie). Ma si è un italiano anche lui e si sa, si fa così di consuetudine, si sa fino al giorno del disastro e il giorno dopo bisogna negare tutto, deontologia politica attuale, non ci si può esimere, sia chiaro! E allora vengono in aiuto da tutte le parti, pure il regio esercito è arrivato con potenti mezzi per aiutare. C’è poi che tu senti:
“Ma i militari?”
“Ah boo, io non li ho mai visti, e tu?”
“Ma ci stanno davvero?”
“Si certo, li ho visti a tale posto, fumavano e guardavano la televisione”
“Poveri, si stavano riposando!”
“Da che?”
“Ma hanno aiutato!”
“Dove?”
“Ma che ne so! So solo che ho fango dappertutto!”
E certo! Sono venuti per aiutare ma non sono mai stati visti in azione; e le forze dell’ordine cittadine? C’è poi che tu ti senti rispondere:
“Subito in azione, dovessi vederli come aiutavano”
“I pompieri?”
“Si”
“E polizia, carabinieri e altre forze dell’ordine?”
“Perché in città ci sono ancora? Forse i vigili urbani, escono solo quando piove, inutili…”
Che poi fosse solo in città, dannazione! Alcuni paesi sono distrutti, cancellati… e la loro voce non la si sente, non la si ascolta. Eppure loro continuano a scavare e a pulire, mentre altri continuano a dire:
“Che bravi i volontari, menomale che ci sono loro! Povere persone, facciamo qualcosa! Io vado a comprare la pasta, io il vino, io i semi… io vado a comprare una pala e vado a scavare, così come tanti altri di quella città, graffiata per l’ennesima volta.
Non dico rialzati città, ma dico scavate e piantatela con gli elogi! Perbenisti inutili che guardate il fango stando seduti, all’asciutto.
“Benevento è destinata ad essere sepolta dalla terra per far si che venga riscoperta, ogni volta, in tutto il suo splendore”
Avvertenze: c’è ancora quel 57 % dei lettori che non potrà capire questo testo, ma se ancora non vi è chiaro, ricordate chi è venuto a togliervi il fango dalle vostre case: se, fortunatamente, è una cara persona che per quasi due lustri vi ha pian piano sommersi di fango, siate buoni, ringraziatela; se, malauguratamente, è una o più persone totalmente estranee, siate buoni, ringraziateli.
Cosimo Gentile
Il 19 ottobre all’EXPO è stata la giornata di De Luca. Il Presidente della Regione Campania ha improntato tutto il suo discorso sul rilancio della Regione che governa. Ha aperto definendola ancora come la Campania Felix. Quella Campania che è stata la terra benedetta da Dio e che negli ultimi anni è stata demonizzata, a suo dire volutamente, da attacchi mediatici e commerciali, al solo scopo di distruggerne l’intera economia.
Al fine di far luce, una volta per tutte, su quanto accaduto, si è dilungato su quella che ha definito una vera e propria “operazione verità” condotta in modo trasparente per tutti. Non ha nascosto le problematiche, ma ha anche aggiunto che il Governo ha stanziato 450 milioni di euro per i problemi connessi all’ambiente: dallo smaltimento delle eco-balle ancora stoccate sui territori, alla bonifica delle 50 discariche già censite.
Nelle disgrazie ci sono persone che reagiscono in una maniera altre in maniera diversa, altre ancora si disinteressano del problema perché non riguarda la sfera dei suoi interessi.
Non tutti siamo uguali, e non tutti ci comportiamo alla stessa maniera.
Ma in queste tragedie, come quella che ha colpito la nostra Provincia il 15 ottobre, c’è una figura che si distingue, e sempre lo farà: quella del volontario.
Dall’alluvione di Firenze questa figura viene anche chiamata “angelo del fango”.
Ma torniamo alla nostra Provincia colpita dall’alluvione.
La mattina del 15 già erano all’opera squadre di volontari ad aiutare chi aveva subito la furia delle acque, da qualsiasi parte.
Per 5 giorni, anche oggi, si continua a pulire, asciugare l’acqua, svuotare cantine, case, levare fango in molte zone. D’altra parte la macchina dei soccorsi è partita molto in ritardo.
Ma questo pezzo, come dice anche il titolo, non vuole essere polemico bensì vuole onorare tutti quelli che hanno aiutato e continuano a farlo in tutti i modi possibili.
Ma chi è il volontario?
Uno che va dove serve e fa quello che serve senza chiedere il perché o da chi. Che sorride o conforta chi ha perso tutto e magari sdrammatizza un po’ l’aria triste del momento.
Non mangia e non beve perché non vuole disturbare nessuno, tantomeno a casa di chi sta aiutando. Continuando a lavorare per ore finche il buio non cala.
Eh già perché è stato anche il buio nelle zone alluvionate a rallentare i soccorsi. Fosse successo a luglio si sarebbe potuto contare su 15 ore di luce, mentre adesso arriviamo a stento a dieci.
E visto che nelle zone corrente non ce ne è…..potete capire che, anche per sicurezza, il lavoro non poteva continuare.
Il volontario è quello che spala il fango, sposta mobili, asciuga l’acqua, che magari è inzuppato fino al midollo, con le braccia stanche con le ossa doloranti, ma che sorride sempre perché sa che deve aiutare altre persone e lo fa con orgoglio.
Non si mette in mostra, lavora senza mai fermarsi, magari per stemperare la fatica si fa una foto con gli amici, ma ciò non significa ignorare il disastro significa anche distrarsi un po’ dal lavoro e dalla fatica.
Mangia fango, ha la faccia sporca, magari quando torna a casa in una zona non colpita scendendo dall’auto in condizioni pietose viene guardato strano dalle persone della zona, che non capiscono o fanno finta di non capire.
Sono quelli che si sentono GIUSTAMENTE orgogliosi per quello che hanno fatto, o magari si sentono giù perché non sono riusciti a fare quel che si sarebbe dovuto fare, magari per scarsità di mezzi a supporto.
Il volontario è quello che si addormenta stanco e si risveglia più stanco per il poco sonno fatto. Perché vuole scendere, andare ad aiutare…perché sennò si sente inutile.
Il volontario e tutto questo e molto altro. Ma il volontario, i volontari, o angeli del fango come li vogliamo chiamare, non aiutano gli altri, aiutano noi, il nostro popolo, le nostre attività, il nostro commercio, le nostre vite.
Quindi supportatele sempre e comunque e ricordate che basta anche una bottiglietta d’acqua e una stretta di mano per farli sorridere ancora di più.
Stranamente nei limiti dell’esondazione. Sarebbe bastato pochissimo per creare nuovi danni nelle zone cittadine e periferiche già colpite dall’alluvione del 15 ottobre.
Ma ciò non è successo.
Ma le stranezze non si fermano qui. L’allarme lanciato molte ore prima, la mobilitazione generale con presidi da tutte le parti…..cosa era stato programmato?
In pratica tutto ciò che non è stato fatto la notte del 15.
E sotto accusa sempre il Tammaro che da ruscelletto è diventato un fiume impetuoso.
Le domande dei giorni scorsi, nonostante le smentite e le minacce di querele ricevute da più parti, rimangono senza risposta.
Il centro operativo comunale da una navigazione che dire dilettantesca è poco, è diventato improvvisamente efficiente. Anche se le dichiarazioni del capo della protezione civile giunto ieri in città lasciano basiti. I forse, probabilmente, non so non dovrebbero uscire dalla bocca di chi dovrebbe organizzare la tutela del territorio. Ma tant’è.
Per il momento, e solo per il momento, accontentiamoci, anche per rispetto a chi ha perso tutto e molto in questa alluvione.
Rimane nel sottoscritto lo sguardo di felicità di una mamma quando dal fango è stata tirata fuori la bicicletta nuova della figlia.
Queste sono soddisfazioni.
Ed ecco che finalmente ho sulla mia scrivania il foglio originale dell’allerta meteo arrivata dalla GIUNTA REGIONALE della CAMPANIA Direzione Generale per i Lavori Pubblici e la Protezione Civile il 14 ottobre alle 13,38.
15 ore prima che l’ondata di piena si abbattesse su Benevento.
Lasciando da parte i satelliti, il monitoraggio dei fiumi, la questione DIGA di CAMPOLATTARO (per il momento), riusciamo a prevedere uno tsunami nell’oceano Pacifico e non un’ondata di piena di un fiume….ma tant’è…. Esaminiamo il documento e ciò che c’è scritto nel suo interno.
E’ importantissimo perché visto che molti dicono che non sapevano, che non si poteva prevedere, quello che sta scritto qui dentro, nell’ambito dell’allerta meteo, dice esattamente il contrario.
“AVVISO DI ALLERTA PER PREVISTE CONDIZIONI METEOROLOGICHE AVVERSE. Prot. 2015.0689653 del 14-10-2015”
L’allerta meteo è arancione (moderato) dice testualmente che sono previsti fenomeni meteorologici significativi dalle ore 16 di oggi per le successive 24 ore.
Saranno attivati i seguenti stati di allerta nelle rispettive zone:
“GEO- instabilità di versante, localmente anche profonda, in contesti geologici particolarmente critici; frane superficiali e colate rapide di detriti o di fango; significativi ruscellamenti superficiali, anche con trasporto di materiale, possibili voragini per fenomeni di erosione; innalzamento dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua minori, con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe, anche per effetto di criticità locali (rombature, restringimenti, occlusioni delle luci dei ponti etc). Possibile cadute massi in più punti del territorio”.
“IDRO-significativi innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua maggiori con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe e delle zone golenali, interessamento degli argini; fenomeni di erosione delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo; occlusioni, parziali o totali, delle luci dei ponti dei corsi d’acqua maggiori”
“s’invitano enti in indirizzo, ambito rispettive competenze e responsabilità in materia di protezione civile, a disporre la vigilanza sul territorio di propria pertinenza tesa alla verifica del regolare funzionamento del reticolo idrografico e dei sistemi di raccolta e allontanamento delle acque piovane, al controllo delle aree a rischio frana o soggette al trasporto di materiale solido nonché delle aree alluvionali individuate nei P.S.A.I. dalle autorità di bacino.b Si chiede inoltre di prestare attenzione alle zone depresse del proprio territorio, ai sottopassi stradali, ai luoghi e alla rete stradale prossimi a impluvi, canali e corsi d’acqua soggette ad allagamenti provvedendo, a ragion veduta, la chiusura al transito veicolare individuando eventuali percorsi alternativi. S’invita ad informare la cittadinanza residente nelle zone a rischio allagamenti sulle norme comportamentali ai fini dell’autotutela e per la messa in sicurezza dei beni esposti. Si chiede di porre in essere, per le attività di assistenza e soccorso alla popolazione, ogni utile iniziativa prevista nei rispettivi piani d’emergenza ove vigenti ai sensi del T.U.E.L.
In relazione alla previsione dell’intensificazione dei venti, soprattutto durante i temporali, si raccomanda di vigilare le aree a verde pubblico e le strutture a sollecitazioni dei venti”.
Questo il bollettino emanato e questo è ciò che vi sta scritto.
Ancora continuate a dire che non sapevate nulla? E chi lo doveva leggere il bollettino di allerta meteo, oppure chi lo ha letto Paperino, Pippo e Pluto?
Ma fatemi il piacere!
Il risveglio di parte della città è avvenuta in modo traumatico. Il fiume Calore è esondato in più punti provocando seri danni. Ponticelli, Pantano, Cellarulo le zone più colpite. Sicuramente la pioggia torrenziale che, per tutta la notte, è scesa ha scatenato la furia del fiume ma è solo questo? Era stata diramata l’allerta meteo? Se si, che provvedimenti sono stati presi visto che ancora adesso ci sono zone isolate dove gli abitanti dalle 6 di stamattina aspettano aiuti?
Il fiume è esondato in più punti…calcolando che era un rigagnolo fino a due giorni fa come è possibile che si sia alzato fin o alle strisce bianche (zone precedente l’innalzamento degli argini del fiume Calore). Come si è agito sulla diga di Campolattaro? Sono state aperte le chiuse ?
Al momento facciamo solo queste domande… legittime naturalmente. Aspettando risposte che tarderanno ad arrivare, che addosseranno le colpe ad altri.
Noi sappiamo solo ciò che abbiamo visto.
Fogne scoppiate, case danneggiate, auto distrutte.
Si poteva evitare tutto ciò? O almeno evitare l’aggravarsi di una situazione eccezionale?
FELICE PRESTA