Antonio Mellusi, il “gentil poeta” del Sannio
Una delle grandi personalità legate al Sannio fu certamente Antonio Mellusi, figura poliedrica di poeta, avvocato, novellatore, storico e parlamentare.
Egli nacque a Torrecuso il 25 novembre 1847 da una famiglia dell’aristocrazia locale; il padre si chiamava Giuseppe, mentre la madre Angelica, appartenente ai nobili Rivellini.
Fin da piccolo seguì in prima persona le varie vicende storiche che segnarono la storia d’Italia. A soli 13 anni, nel 1860 fu entusiasta testimone dell’annessione di Benevento, roccaforte pontificia, allo Stato unitario. Con il conseguente diffondersi del brigantaggio negli anni successivi, suo padre, notorio filo-risorgimentale, fu rapito dai briganti, mentre nel 1866 si arruolò volontario con i garibaldini per poter partecipare alla Terza Guerra d’Indipendenza.
All’indomani del conflitto, tornato alla vita di tutti i giorni, cominciò a dedicare la maggior parte del suo tempo agli studi storici e letterari, senza trascurare l’attività politica, infatti alle elezioni del 1886 fu eletto per la prima volta in Parlamento (dopo due tentativi andati a vuoto nel 1881 e nel 1884) nelle file del Partito Repubblicano, di ispirazione mazziniana. Ideologicamente Mellusi faceva parte della corrente minoritaria “di destra”, infatti era uno strenuo difensore dell’unità nazionale e votò a favore della guerra d’Eritrea (1886-1896).
Fu riconfermato alle elezioni del 1890, ma non venne rieletto nel 1892, motivo per cui poté dedicarsi maggiormente all’attività culturale. In quel periodo strinse amicizia con il politico neoguelfo Ruggiero Bonghi, ma soprattutto con il meridionalista Giustino Fortunato.
Uomo dalla vastissima cultura, nel 1909 fu nominato primo direttore dell’Archivio Storico Provinciale di Benevento, e nel 1914 fondò la “Rivista Storica del Sannio”. Quegli anni furono particolarmente proficui per la sua produzione poetica e letteraria.
Mellusi, seppur repubblicano, era profondamente credente e cattolico, attratto soprattutto dalla religiosità francescana; per questo motivo non volle mai entrare a far parte della Massoneria. Fedele allo spirito di San Francesco, aiutava i malati e i poveri; tra l’altro, difendeva gratuitamente i bisognosi in tribunale.
Con la nascita dell’ideologia fascista nel 1919, egli abbandonò il repubblicanesimo per abbracciare questa nuova dottrina politica, a cui aderì con grande entusiasmo; nel fascismo, Mellusi vedeva il completamento del Risorgimento e il rafforzamento dello Stato nazionale. Il 23 maggio 1925 fu autore della targa celebrativa che conferì a Benito Mussolini la cittadinanza onoraria di Benevento.
Non volle mai prendere moglie, e trascorse gli ultimi giorni della sua vita a Napoli dalla sorella. Una strana coincidenza del destino ha voluto che lui morisse il 4 ottobre 1925, giorno di San Francesco d’Assisi, a cui era molto devoto, all’età di 78 anni.
Ci ha lasciato tantissimi componimenti poetici e scritti storici, tra questi il più considerevole è “L’origine della Provincia di Benevento”(1911).
Nella città di Benevento sono state intitolate ad Antonio Mellusi un’importante strada, nonché la Biblioteca Provinciale, e gli è stato eretto un busto vicino all’ingresso principale della Villa Comunale.
Francesco Pio Meola