Al peggio non c’e’ mai fine
Al peggio non c’è mai fine e abbiamo avuto modo di costatarlo: è vero. Negli ultimi tempi, come già ampiamente descritto, Benevento non è più la città dei nostri padri e dei nostri nonni, ma si sta trasformando, in peggio.
Una trasformazione evidentissima per chi sa guardare e dove guardare, ma difficile per chi fa come le tre scimmiette famose: non vedo, non sento e non parlo! Nelle foto allegate a questo articolo, si vedono benissimo scene di degrado urbano con persone che dormono un po’ dove capita, alla stazione ferroviaria, in mezzo alla strada, in giacigli improvvisati e cosi via. Sono istanti che sottolineano in maniera netta il passaggio di ciò che era e di ciò che è e che dimostrano, qualora ce ne fosse bisogno, la mancanza di una politica sociale in città. Lungi da noi, infatti, colpevolizzare i bisognosi che dormono per la strada –spinti da necessità o da altri problemi- sociologicamente la sottolineatura da noi fatta serve ad un unico e importante scopo la latitanza dell’amministrazione attuale nel risolvere qualsiasi problema in questa città. A maggior ragione quando si tratta di casi umani, come quelli da noi fotografati.
Fossimo in una metropoli, queste cose si potrebbero anche capire, ma naturalmente non accettare, ma in una piccola città come la nostra cosa ci vuole per risolvere il problema? Un luogo dove ricoverare queste persone per la notte non si può predisporre? Eppure dai conti i Servizi Sociali del Comune di Benevento lo scorso anno sono andati in disavanzo –con il segno più- di un milione e ottocentomila euro. Soldi di cui l’assessorato disponeva e che non sono stati sfruttati (ma che sono serviti a fare cassa al Comune di Benevento con la consueta finanza creativa che ormai da anni è diventata una caratteristica peculiare di questa amministrazione) né per questa né per altre emergenze…
Felice Presta