“Non sono un capoclan”. Intervista a Vincenzo Iadanza
Un piccolo trafiletto apparso nelle scorse settimane sui quotidiani locali ci ha incuriosito: “Voglio essere ascoltato dalla magistratura, non sono un capoclan”.
Queste parole sono state pronunciate da un signore di cinquantotto anni originario di Campoli Monte Taburno ma attualmente costretto al soggiorno obbligatorio a Montesarchio dove vive con la moglie e i suoi due figli, il suo nome è Vincenzo Iadanza e per la cronaca giudiziaria sarebbe il capo di un gruppo criminale denominato, stando agli atti giudiziari, “Iadanza – Panella”.
Queste parole sono state pronunciate da un signore di cinquantotto anni originario di Campoli Monte Taburno ma attualmente costretto al soggiorno obbligatorio a Montesarchio dove vive con la moglie e i suoi due figli, il suo nome è Vincenzo Iadanza e per la cronaca giudiziaria sarebbe il capo di un gruppo criminale denominato, stando agli atti giudiziari, “Iadanza – Panella”.
Il Sannio ormai conta purtroppo su una significativa presenza camorristica che ripulisce il denaro soprattutto in Valle Caudina, Telesina e nella città di Benevento. Tuttavia in questa vicenda giudiziaria molti elementi non sono stati chiariti.
Vincenzo Iadanza , non è uno stinco di santo, ha un passato burrascoso ma ha terminato di scontare l’ultima condanna nel 2001 e da quel momento è un uomo cambiato: in carcere si è dato impegnandosi nelle attività lavorative di reinserimento ed ha imparato a suonare la chitarra, tanto da aver acquisito sul territorio una piccola notorietà come artista. Gli errori del passato, come ripeterà più volte nel corso della conversazione, “Li ho ampiamente ripagati con molti anni di carcere”.
Quando era ancora detenuto gli venne notificata una richiesta d’arresto per associazione a delinquere di stampo camorristico da cui fu prosciolto in primo grado per non aver commesso il fatto. E allora come mai l’indicano come un capoclan? Se io fossi un “capo” – ci spiega – pensa che vivrei in questo modo? In effetti l’appartamento in cui vive è comunale, in origine doveva essere un ospizio o qualcosa del genere poi il Comune l’ha adibito a civile abitazione. Il complesso è diviso in più parti tutte collegate tra loro e le mura perimetrali e l’androne nonché lo spazio antistante versano in condizioni pietose. La casa è arredata in modo spartano, pulito e ordinato.
Da quando vanno avanti queste accuse?
Da quando sono uscito dal carcere nel 2001. Ogni anno i Carabinieri di Montesarchio nelle loro informative fanno risultare che sono a capo di un clan attivo e presente. In pratica un delinquente abituale, che vive al di sopra delle proprie possibilità economiche, mentre lo vede anche lei che la casa dove vivo è questa. Tra l’altro nei rapporti dicono che sono nullafacente, ma non è vero.
Perché non è vero?
Perché ho una pensione per aver lavorato in carcere e per il mio stato di salute con quattro bypass e un quadro clinico disastroso.
Quindi è pensionato, non un nullafacente.
Sicuramente. Tra l’altro avendo imparato a suonare in carcere la chitarra ed essendo intonato partecipavo a molte feste di paese.
Si, infatti, ho visto su youtube molte sue performance. Quindi a tutti gli effetti lei adesso si considera un musicista?
Certo, è la mia seconda vita….ed è quella che mi piace di più.
Perché viene indicato come capoclan del clan Iadanza-Panella? Chi è Panella?
Un conoscente dei tempi bui, diciamo cosi, con cui non ho più rapporti da anni.
E perché l’associano a lui?
Perché avendo commesso all’epoca reati insieme era più facile associare il mio cognome al suo e farmi ottenere la “qualifica” di capoclan.
In questa informativa si dice che lei abbia rapporti con il clan Sparandeo, a Benevento e con il clan Pagnozzi a San Martino Valle Caudina. Li conosce?
Non ho mai avuto modo di entrare in contatto con queste persone, e neanche lo voglio. Questo fatto di associare il mio cognome a quello dei Pagnozzi, tra l’altro, è una fonte costante di preoccupazione perché, faccio un esempio, se volessero fare qualche “sgarro” a loro, potrebbero prendersela con la mia famiglia e con me, perché risulta che sarei vicino a questi. Non è possibile che mi debba preoccupare di vendette trasversali quando non ho nessun rapporto con loro.
Quindi non delinque più?
Tutte le volte che sono stato raggiunto da richieste di arresto o indagato dal 2001 in poi sono sempre stato prosciolto. Nel 2010 addirittura il tribunale ha dichiarato che non ero più pericoloso socialmente. Poi lo devo ai miei figli e a mia moglie. Hanno e stanno soffrendo già troppo per la situazione e tra l’altro proprio per i miei figli sto lottando. Avevano messo in piedi una concessionaria di auto comprando macchine usate e rivendendole. Gli affari andavano bene e i ragazzi, pur lavorando molto, riuscivano a guadagnare. Poi ad un certo punto la concessionaria è stata sequestrata dalla magistratura e quindi l’attività è cessata.
Perché è stata chiusa?
Perché nel rapporto investigativo dei carabinieri questi presupponevano che tale attività fosse solo un’operazione di riciclaggio con me a capo e che quindi i proventi non fossero reali.
L’indagine a che punto sta?
Aspettiamo l’assoluzione per fargli riprendere ai ragazzi ciò che avevano messo in piedi con le loro mani e che consentiva alla nostra famiglia di vivere in modo più dignitoso. Non è piacevole chiedere aiuto al Comune per le bollette oppure ai parenti. Naturalmente l’avvocato sta aspettando l’esito per chiedere anche il risarcimento danni che ciò ha comportato.
Su questo foglio che mi ha dato si legge nel rapporto dei carabinieri che lei è solito frequentare pregiudicati.
Anche questo è una cosa altamente offensiva. Il primo della lista è mio fratello, gli altri due non li conosco e l’ultimo è mio figlio.
Suo figlio è un pregiudicato?
No, assolutamente, mai commesso reati.
A questo punto mi fa vedere la richiesta a nome di suo figlio sul casellario giudiziario in cui risulta “NULLA”. Ma lo sa che suo figlio potrebbe denunciare tutto alla magistratura come calunnia?
Certo, l’avvocato ce l’ha detto. Ma stiamo aspettando gli esiti dei procedimenti, dopodiché agiremo contro le persone che ci diffamano.
Nel frattempo cosa ha fatto?
Ho provveduto a denunciare più volte il comportamento di evidente accanimento nei miei confronti dei militari dell’arma della Compagnia di Montesarchio.
Ha avuto risposte?
No, nessuna… Perché crede che abbia scritto ai giornali chiedendo di essere ascoltato dal magistrato incaricato (Pizzillo n.d.r.).
Perché secondo lei c’è questo accanimento nei suoi confronti?
Perché per loro è più facile indagare su di me, dato che io sono segnato come pregiudicato e far risultare attivo che c’è un clan Iadanza-Panella attivo a Montesarchio che perdere tempo in altre cose.
Lo sa che la sua è un’affermazione grave?
Si lo so, ma che possono fare arrestarmi?
FELICE PRESTA