Dove finisce la politica, incomincia un bar. Le nuove interessanti rivelaziona sulla combriccola “sanitaria” di Nunzia De Girolamo.
Questioni di bar. Il Fatto Quotidiano, rivela i nuovi contenuti delle registrazioni fatte al Ministro dell’Agricoltura quando era solo un deputato del Pdl. Dietro la rabbia contro i dirigenti dell’Ospedale “Fatebenefratelli” , definiti con garbo degli “stronzi”, c’era il problema della gestione del bar interno al nosocomio.
Riavvolgiamo il nastro e torniamo a quella famosa riunione del 30 luglio 2012. A casa del padre della De Girolamo ci sono i vertici dell’Asl locale, Michele Rossi, Mino Ventucci e Giuseppe Pisapia (che registra di nascosto) e due stretti collaboratori della deputata, Luigi Barone e Giacomo Papa.
E’ una riunione per discutere degli affari della sanità locale e nel corso della conversazione, De Girolamo, ordina (a che titolo?) delle ispezioni con tono ricattatorio contro il Fatebenefratelli: “Facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano coppetielli con questa storia. Mandagli i controlli e vaffanculo”.
In questi concitati minuti si discute del passaggio di licenza del bar dell’ospedale religioso. Gestito per molti anni da una società composta dalla famiglia Liguori: il capostipite Mario già titolare in passato di un altro caffè, e i figli Franco e Maurizio. Franco Liguori è il marito della zia di Nunzia De Girolamo (ha sposato la sorella della madre). Nel 2012 Franco Liguori, non fa più parte da circa quattro anni della compagine societaria e la concessione è in scadenza. Alla fine verrà data ad una ditta individuale a nome di Giorgia Liguori. Cugina della deputata e figlia di Franco. È proprio la vicenda oggetto del colloquio a casa De Girolamo. C’è un problema di natura amministrativa-finanziaria. Riguarda la competenza dell’indennità di avviamento che si riconosce al vecchio gestore di un’attività quando ne subentra uno nuovo. La ministra si lamenta di essere stata ingannata da Giovanni Carrozza, il direttore amministrativo dell’ospedale privato. Dal tono concitato della discussione, pare che il dirigente si stia mettendo contro i desideri della congrega. Come sempre si tratta di questioni di moneta e in pratica quelli dell’ospedale non vogliono farsi carico dell’indennità di avviamento. Il Fatebenefratelli è una struttura privata convenzionata e non deve indire gare. L’impresa individuale che ha preso in gestione il bar è stata costituita nell’aprile 2012, tre mesi prima della famosa riunione.
Nelle registrazioni De Girolamo chiede “una copia del contratto”. Pisapia ricorda che se “Fra’ Pietro gli dà l’ok”, Carrozza, anche se non è d’accordo “lo fa”.
Il problema è proprio quello dell’indennità di avviamento e Pisapia lo spiega bene: “Però il problema,quello che non riesco a capire, perché anche l’altra volta, parlando con te, Carrozza non me l’ha detto e questo mi ha lasciato un attimo perplesso, è che lui vorrebbe riconoscere… Dovrebbe, secondo me, riconoscere al Fatebenefratelli una perdita di avviamento all’attuale occupante, chiamiamolo così, all’ex titolare della licenza. Perché nella licenza commerciale c’è l’avviamento. Quanto tu fai chiudere o passi allora giustamente, probabilmente Carrozza è su questo che sta puntando. Perché quelli al Fatebenefratelli il fatto di essere tirchi sono tirchi eh!”.
De Girolamo ribatte: “Sono tirchi a morire! E perciò, se tu gli crei un problema di controllo, devi vedere come diventano tirchi!” Devi vedere Fra’ Pietro come dice a Carrozza: “Accelera”!
Pisapia aggiunge: “Probabilmente loro temono che venga fatta la richiesta di avviamento, di perdita di avviamento a loro e la vorrebbero far pagare a Liguori”.
Nunzia ripete più volte: “Lo so, lo so”.
Pisapia infine precisa: “Interrompi l’attività però tu mi devi dare questi soldi. Probabilmente loro ci vogliono portare a Liguori”.
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Ribadiamo che Nunzia De Girolamo non è indagata per la vicenda giudiziaria relativa alle truffe e alle malversazioni nell’Asl. Le registrazioni effettuate da Pisapia sono finite negli atti di indagine della Procura di Benevento.
Restano tuttavia molti dubbi. Premesso che le amministrazioni sanitarie in Italia sono un covo di corruzione e le nomine dei dirigenti sono politiche, un deputato che riunisce i vertici dell’Asl nella propria abitazione privata, non tiene certo un cenacolo accademico sui problemi della sanità locale. Qui si parla di pressioni da fare, incarichi, affidamenti e appalti….
Siamo dunque di fronte ad un semplice passaggio di consegne: i nuovi padrini politici della sanità pubblica sannita si incontrano per marcare il territorio e far capire a tutti “chi comanda adesso”.