Pantano due anni dopo (ma vale per tutte le zone alluvionate)
Vengo invitato al “Caffè degli alluvionati” e trovo tanti amici, e sono amici veri, quelli con cui hai spalato fango fianco a fianco per giorni (perché era fango non certamente limo), cercando di salvare qualcosa di quanto aveva portato la distruzione del 15 ottobre 2015.
E sto in silenzio come giornalista a ascoltare tutti e tutto, con le dovute attenzioni del caso, con l’attenzione dovuta al caso, quello di un’alluvione dimenticata dai nostri politici, sconosciuta ad un’enorme parte della città e i cui effetti devastanti ancora incombono sulle zone colpite che vorrei qui ricordare: Ponticelli, Pantano, via Nuzzolo, Santa Clementina e Ponte Valentino.
E sento le stesse chiacchiere, le stesse cose di due anni fa e mi arrabbio…
Mi arrabbio per tanti motivi che elenco, giusto per fare qualche esempio, per sinteticità
- Da due anni si è solo parlato e non si è fatto nulla per mettere in sicurezza i fiumi
- La politica non è riuscita a fare nulla e non ha fatto nulla, voglio qui ricordare solo le dichiarazioni del nostro sottosegretario alle infrastrutture on. Umberto Del Basso De Caro “faremo arrivare 300 milioni di euro per i danni in Provincia”. Alla fine dal commissario ne sono stati riconosciuti 40 che ancora non sono stati spesi per il ripristino di viabilità, risarcimenti eccetera. Ricordatelo quando andrete a votare
- Sono iniziati i lavori, finanziati con poche centinaia di migliaia di euro, per la ripulitura degli alvei dei fiumi. Benissimo. E dove hanno iniziato?
- Vicino allo stadio Vigorito.
- Il giornalista qui lascia spazio al volontario: ma con tante criticità nelle zone alluvionate sopra citate, che serviva iniziare i lavori vicino allo stadio Vigorito?
- Nel corso dell’incontro sento ancora una volta la grande cretinata di Pantano: questa è una zona alluvionale non dovevate costruire, non dovevate stare qui. Spero che la politica si muova e che vi dia 200.000 euro a famiglia per farvi spostare.
- Sono dichiarazioni fatte dal presidente della Lipu, Marcello Stefanucci. Caro Marcello, ammesso e non concesso che tu abbia ragione, ma la stessa cosa non dovremmo farla per le case in via Nuzzolo, molte delle quali comunali, per le ville a Santa Clementina, e per le case e i negozi a Ponticelli? Senza contare la zona industriale di Ponte Valentino, che secondo quanto da te dichiarato su Pantano, non dovrebbe proprio esistere.
- Feleppa con la sua ditta edile si batte almeno dal 2009 per la bonifica degli alvei dei fiumi, non solo avvertendo del pericolo di ciò che poi è realmente successo, ma presentando più volte progetti a costo zero (manutenzione delle sponde dei fiumi in cambio degli inerti) a cui nessuno ha mai risposto
- Sono state costruite due scuole, una comunale, la Moscati, e un’altra provinciale, il Rampone, che in pratica sono sotto gli argini del fiume Calore: ora io non sono un esperto ma come si fa a costruire due scuole in quella posizione? Se ci fossero stati i bambini quel 15 ottobre all’interno della scuola cosa sarebbe successo?
- Neanche le caditoie sono state, almeno giù al rione Ferrovia, ripulite per bene….molte sono ancora tappate dal fango dell’alluvione e la manutenzione in questa come nelle altre zone della città continua ad essere inesistente. E tutti fanno finta di ignorarlo.
Potrei continuare all’infinito segnalando punti e criticità di ciò che ha dimostrato la natura quando si è ribellata alla scelleratezza dell’uomo.
Come ho più volte avuto modo di ripetere, per ottenere dei risultati in termini di sicurezza qualcuno sarebbe dovuto morire quella notte, e invece visto che, fortunatamente, ciò non è successo, si continua cosi…in attesa magari di morti che ci potranno essere in futuro, le cui lacrime di coccodrillo ricadranno su chi avrebbe potuto fare e non ha fatto.
Felice Presta