La fine della contesa: l’assessore Ingaldi revocata dal sindaco Mastella
Il documento dell’assessore Ingaldi al sindaco Mastella, in cui si sono messe in evidenza tutti i limiti dell’attuale amministrazione, che cosa ha prodotto oltre la reazione stizzita dello stesso sindaco? Nulla…
Perché non ha prodotto nulla quello che ha scritto l’assessore? Perché si scontra con una situazione, naturalmente antecedente al governo cittadino mastelliano, nel quale sono i dirigenti (alcuni) a fare il bello e il cattivo tempo impedendo, di fatto, qualsiasi indirizzo politico si voglia dare riguardo l’assessorato di competenza.
E vi assicuro che la Ingaldi non è l’unica che si lamenta dello status quo….ce ne sono altri molti altri.
Che le deleghe, spezzettate tra i vari assessorati, avrebbero rappresentato un grosso problema nella gestione politica, si era visto fin dal primo momento: vi ricordate la mensa e la questione legata alla delega della consigliera Pina Pedà, palesemente in disaccordo su tutto con l’assessore di competenza?
E i servizi sociali?
E questo è solo uno dei tanti motivi di scontro politico che ogni giorno, in quel di Palazzo Mosti, si svolge sotto lo sguardo, in verità un po’ assente, del sindaco Mastella.
Lo stesso sindaco che alla nota dell’assessore Ingaldi non ha saputo far altro che risponderle: “allora dimettiti”, senza trovare né una soluzione alla gestione delle deleghe né una soluzione, che questo giornale chiede da tempo, verso quei dirigenti che, di fatto, gestiscono tutto sul Comune, anche, a questo punto, l’indirizzo politico. Ciò in palese contrasto non solo con ciò che gli assessori vogliono o vorrebbero fare, ma addirittura contro il programma di mandato e contro le direttive dello stesso sindaco.
La situazione sta sfuggendo di mano, e di fatto, tranne in alcuni casi, i “burocrati” presenti al Comune stanno impedendo la risoluzione di qualsiasi problema.
La revoca conseguente alla lettera della stessa Ingaldi, che è di oggi, non ha provocato il “terremoto” che nelle intenzioni dell’ex assessore avrebbe dovuto provocare.
Naturalmente, adesso, chi aveva in mente di addossare tutte le colpe “politiche” alla Ingaldi, ci sta sguazzando allegramente, perdendo di vista sia l’obbiettivo della lettera, sia la conseguente revoca di Clemente Mastella.
Ma perché sta succedendo questo? Perché negli ultimi 10 anni il “controllo” è passato tutto nelle loro mani (dirigenti), senza, anzi con la complicità, che i politici di turno ne limitassero poteri e funzioni.
Si sta arrivando all’empasse amministrativo, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Con il Comune già in dissesto i pochi servizi, per il momento ancora realmente funzionanti, stanno scadendo e finiranno nell’oblio.
E’ il caso dell’Asia e di Lonardo, che si lamenta del milione di euro in meno concesso alla partecipata comunale, è il caso del dirigente del settore finanze, che non riesce a far funzionare la macchina degli incassi comunali adducendo mancanza di software, di personale ecc ecc.
Del settore legale, con la mancata rotazione degli incarichi, e la nomina sempre degli stessi.
Potrei continuare per ore sottolineando, come ha fatto puntualmente l’assessore Ingaldi nell’ambito delle sue deleghe e delle sue competenze, ciò che ha trovato Mastella al suo arrivo presso il Comune.
Ci si indigna per la nomina dello staff del sindaco e non si vede, ad esempio, un incarico dato a una persona che, in quiescenza non lo poteva avere(ne ho parlato in un altro articolo), dove lo staff ha un costo limitato mentre la consulenza arriva a costarci un capitale.
Il difetto di questa città sta proprio in questo: si vede la pagliuzza e non la trave, forse perché la pagliuzza non crea problemi, mentre la trave ne potrebbe causare eccome.
Mastella invece di pensare alle dimissioni di un suo assessore, e alla sua revoca, dovrebbe avere il coraggio di mettere mano a tutto l’apparato burocratico-amministrativo del Comune, senza cercare scuse dicendo “questi sono i dirigenti che ho, non posso fare né concorsi né assumere nessuno” perché è una scusa che non trova nessun fondamento.
Per l’anticorruzione i dirigenti devono ruotare? Ruotiamoli e mandiamo a casa quelli incapaci, quelli che non se lo meritano, quelli inutili oggetti solo di nomine “politiche”.
Diamo un reale segnale di cambiamento affinché finalmente qualcuno inizi a dire che è realmente cambiata la musica. Sennò resteremo sempre con: il direttore è cambiato ma l’orchestra è sempre la stessa.
Felice Presta