L’abbandono della dottoressa Pedà
Tempi duri per la giunta targata Clemente Mastella…
“L’abbandono” della Dottoressa Pedà, apre una nuova stagione dei veleni, in quel di Palazzo Mosti.
Ufficialmente la Consigliera se ne è andata sbattendo la porta, per evidenti contrasti con l’Assessore Amina Ingaldi, sulla ormai annosa questione “mensa”.
Politicamente la diatriba ci può anche stare, ciascuno recita il proprio ruolo nell’ambito della sfera politica di appartenenza, ma non riesco a comprendere di cosa si lamenti la suddetta Consigliera.
Incaricata dal Sindaco di controllare il servizio mensa, esautorando di fatto la Ingaldi di parte delle sue competenze, la Dottoressa Pedà si è però subito lamentata su tutto: sul controllo del capitolato, sui controlli della mensa, sulla gestione comunale e cosi via, scontrandosi sempre e comunque, senza però mai proporre cose concrete.
Probabilmente, con il senno di poi, si può supporre che la Consigliera volesse l’Assessorato e probabilmente ha mal digerito l’incarico dato all’Ingaldi (secondo il manuale Cencelli, il Sindaco ha assegnato gli Assessorati in base al numero di voti portati alla sua causa; una scelta opinabile, ma pur sempre una scelta).
In base a questa scelta, gli scontri si sono protratti fino ad oggi e fino all’abbandono della Pedà, proveniente dalla lista “Noi Sanniti per Mastella” per andare nel gruppo misto insieme a Scarinzi.
Fin qui la scelta politica, che però non scaccia via i dubbi su un comportamento alquanto…disfattista.
A parte l’Assessorato cosa avrebbe voluto la Consigliera Pedà? Un incarico come quello proposto ed attuato dalla passata Amministrazione Pepe come “Dietista- tecnico della dietetica”?
Incarico che, tra l’altro, gli ha portato ad incassare, come consulente esterna, anche bei soldini?
E visto che il capitolato dell’appalto mensa fatto dalla giunta mastelliana è stato ricopiato integralmente da quello precedente che lei stessa ha contribuito a stilare, di cosa si lamenta la Consigliera?
1500, 1.252,56, 6.000, ed altri 6.000 euro sono le cifre corrisposte alla professionista con Determine Dirigenziali dal 12 maggio 2015, fino al 28 aprile 2016.
Cifre sicuramente meritate per una professionista, ma che pongono seri dubbi sul suo successivo percorso politico, che ha portato alla rottura di questi ultimi giorni.
Ricordo inoltra che la stessa era stata “consulente” di Altrabenevento e di Corona nella battaglia contro la Ristorò, già messo in evidenza in un altro articolo.
Cosa faceva, dunque, la dottoressa? Lavorava per il Comune ma, nel contempo, ne attaccava l‘operato?
E adesso che è uscita dall’attuale maggioranza cosa farà?
Continuerà ad attaccare l’operato dell’Assessore e del Dirigente sul servizio mensa oppure aspetterà, cercando di “vedere la luce”?
La coerenza in politica non esiste, questo lo dico da anni. Ma evidentemente non esiste neanche la “dignità del silenzio” quando l’incoerenza, palese e manifesta, viene alla luce.
Permettetemi un’ultima domanda: con l’uscita dalla maggioranza della Consigliera Pedà, cosa farà il suo compagno di vita, nonché Presidente del Consiglio, Luigi De Minico?
nelle foto a corredo dell’articolo tutte le determine dirigenziali con gli incarichi e i corrispettivi della dottoressa Giuseppa Pedà
Felice Presta