MIGRANTI: NO, COSI’ NON VA!
Prendo spunto dalla protesta dei migranti svoltasi al Rione Libertà l’altro ieri, per esprimere ancora una volta, e pubblicamente, il mio pensiero e quello di molti cittadini della nostra Provincia.
E lo faccio ribadendo con i numeri ciò che sta succedendo qui: Benevento e la sua Provincia, in base al numero di abitanti , con i suoi 3000 migranti ospitati, ha l’invidiabile primato italiano.
Siamo primi in questa classifica, mentre, giusto per fare un esempio, a 4 famiglie della città, nei giorni scorsi, è stata staccata la fornitura dell’acqua perché morosi.
Come scritto più volte, di profughi di guerra nella Provincia di Benevento non ce ne sono, se non forse qualcuno dislocato in Provincia.
Quindi sfatiamo il mito che quelli che stiamo ospitando “siano profughi che fuggono dalla guerra”.
Vengono dall’Africa sub-sahariana. Probabilmente non è neanche un povero in fuga dalla fame, ma sono uomini giovani ,appartenenti al ceto medio.
E vi spiego anche il perché.
I costi dell’immigrazione clandestina sono molto elevati, dai 5 ai 10mila dollari. C’è chi risparmia, chi si fa prestare denaro, chi paga a rate…ma comunque i soldi li racimolano.
Altro dato inconfutabile è che, nelle zone di guerra, quelli che scappano si fermano nei territori o nelle nazioni limitrofe, in attesa di poter ritornare alle proprie terre. E si può fare l’esempio della Somalia che, in 20 anni di instabilità, ha visto fuggire parte della sua popolazione verso il vicino Kenya.
Quindi quelli che arrivano in Italia sono, all’epoca della legge Bossi-Fini, per la maggior parte immigrati irregolari.
Questo è il primo punto importante. Il secondo è che gli stessi appena arrivano in Italia, già conoscendo tutti i passaggi burocratici, richiedono l’asilo politico (solo il 4% lo ottengono).
I tempi biblici, due anni, per il riconoscimento o il rifiuto dello stesso, fanno capire come stanno le cose e che invasione ci aspetti.
Se le stime europee delle “migrazioni” sono esatte ,si parla di 60 milioni di persone nei prossimi 5 anni.
Altro punto: l’Italia non è meta privilegiata di questi che vorrebbero piuttosto andare in Germania, Francia o un’altra nazione, ma come sappiamo questi paesi, con il caso limite dell’Ungheria, hanno ristretto i cordoni dell’accoglienza lasciando la patata bollente all’Italia.
Dandogli soldi e solidarietà ma senza, di fatto risolvere la faccenda.
In pratica, a questi ritmi,30-35 milioni si stabiliranno qui.
Resta poi la politica attuativa in merito degli altri paesi europei: i migranti in Grecia non sbarcano più, dopo l’accordo con la Turchia vengono rimandati indietro.
Da noi questa certezza non c’è e quindi vengono tutti qui.
Inoltre, a chi dice che si potrebbero trovare altri modi per arrivare in una nazione, le leggi europee stabiliscono che il diritto di asilo si può chiedere solo stando fisicamente sul posto. Quindi, per by-passare questo problema, tutti arrivano con i barconi, per poter aver diritto a richiedere asilo.
Veniamo poi ad un altro dei problemi: l’accoglienza.
Nella nostra Provincia, l’accoglienza viene fatta con la Prefettura che stabilisce, tramite bandi, a chi affidare i migranti. Dopodiché, questi vengono smistati nelle strutture messe a disposizione di chi ha vinto il bando.
Uno dei reali problemi, è che molto spesso la Prefettura manda nei paesi queste persone, senza neanche avvisare i sindaci.
Magari, anche se non è il nostro caso, occupando strutture destinate ad altro uso.
Voci sull’utilizzo dell’ex-scuola allievi carabinieri sul Viale degli Atlantici,o quella più recente dell’ex Moscati al Rione Ferrovia, sono sintomatici della preoccupazione che aleggia.
Un ultimo, ma non meno importante dato.
In un anno sbarcano, secondo i dati del Viminale, quasi 5000 bambini soli, di cui si perdono le tracce nei mesi, ma anche nei giorni successivi agli sbarchi. Parliamo tanto di accoglienza e facciamo si che questi bambini scompaiano nel nulla?
Qui non si tratta di buonismo o di razzismo, ma di dati di fatto che colpiscono una Provincia come la nostra, dove gli effetti e il perdurare di una crisi lunga, dove il mancato ricambio generazionale lavorativo (Benevento è sempre stata terra di impiegati, bancari, ferrovieri ecc) non aiuta la già debole economia.
Facile intuire che fra qualche anno gireranno per la nostra città i pensionati e i migranti…anche perché chi poteva e può già se ne è andato via o è in procinto per farlo.
IO? IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO!
Felice Presta