Immigrati: vogliamo far finta che non possa accadere nulla?
Prendo spunto dalle dichiarazioni, che condivido in toto, del sindaco Clemente Mastella sui migranti: “Per evitare l’insorgere di tensioni tra i migranti e la popolazione, tensioni riconducibili ad una serie di manifestazioni di mancato rispetto da parte di alcuni migranti nei confronti della popolazione della città di Benevento, ho indetto una riunione del Comitato per l’Ordine pubblico. Fermo restando la necessità di offrire accoglienza, che non è assolutamente in discussione, occorre però mettere in atto forme di deterrenza e di maggiore controllo del territorio in modo da evitare il ripetersi di simili episodi e quindi scongiurare l’insorgenza di possibile tensioni”. Prendo spunto, ripeto,per continuare a scrivere su quello che considero, a torto o a ragione, una “bomba” pronta ad esplodere, sia metaforicamente che materialmente.
Come sempre verrò tacciato di essere fascista e razzista: ma sono accomunato a persone sicuramente più “grandi” di me, e ne cito una non a caso, Oriana Fallaci.
Nel 2001 la Signora del giornalismo italiano pubblicò ”La Rabbia e l’Orgoglio” e lo scrisse non come testo razzista, ma per cercare di dare una scossa al mondo occidentale, che cieco non vedeva quello che stava accadendo e quello che poi sarebbe successo. La lezione che dà la scrittrice-giornalista è che per favorire l’integrazione non bisogna rinunciare ai propri valori, alla propria libertà ed identità. In pratica tutto il contrario di ciò che sta succedendo in Europa e in Italia.
Le polemiche sul crocifisso in aula, sul burqua, tanto per citarne due, sono ormai da anni sui giornali e ogni tanto ritornano in primo piano.
Perché fare il raffronto con la Fallaci? Probabilmente perché sociologicamente mi sono sempre considerato un “anticipatore” di ciò che sarebbe accaduto nella nostra città. Alcuni mi hanno preso in giro dandomi del mago, dell’indovino…ma bastava e basta solo osservare le cose.
E come sempre i miei sono dati oggettivi non cose campate in aria ed astratte. Certo, un confronto civile su questi dati l’ho sempre cercato per porre l’attenzione sul “fenomeno” migranti. Ma la controparte, la sinistra radical-chic di questa città l’ha sempre evitata senza argomentare alcunché, puntualmente insultando chi vi scrive, senza mai approfondirei un problema che non si vuole discutere…per alcuni è cosi, a priori.
E ciò naturalmente vale per i migranti e vale anche per il fenomeno della prostituzione delle donne di colore, che non avevamo mai visto in città, preceduta da quella delle donne dell’est europeo, anche quella mai “naturalizzata”.
Ebbene adesso abbiamo tutte e due, abbiamo i migranti e abbiamo dei problemi. Ma per molti cosa si dovrebbe fare? Nascondere la polvere sotto il tappeto? Chiudere gli occhi per non vedere?
Oppure fare come faccio io, e riprendendo le dichiarazioni del sindaco ne sottolineo la congruenza con le mie, chiedendo un maggior controllo del territorio?
Per reprimere, poichè il controllo implicitamente farebbe sparire il fenomeno della prostituzione in strada, ma soprattutto per prevenire.
E’ un peccato mortale fare questo? Evidentemente per qualcuno si, qualcuno che chiude gli occhi quando passa per il rione Ferrovia o alla rotonda dei Pentri.
Ma torniamo ai dati oggettivi.
La provincia di Benevento ha, in questo momento, più di 3000 migranti ospitati che costano (calcolando una cifra forfettaria di 28 euro) 84.000 euro al giorno all’Europa, e quindi anche all’Italia. Sono 2.520.000 al mese, sono 28.240.000 milioni all’anno. E stiamo parlando solo della Provincia di Benevento.
Primo dato oggettivo.
Secondo dato: in base al numero degli abitanti, come già scrissi qualche mese fa, siamo la prima Provincia d’Italia come numero di migranti ospitanti. Chiediamocii il perché.
Terzo dato: statisticamente per il Viminale ogni mille migranti di fede islamica c’è un “foreign fighters”, combattenti stranieri, riconducibili all’Isis o ad altre fazioni simili. Ora possiamo ritenere impensabile che l’Isis voglia attaccare un bar del centro di Benevento per creare attenzione mediatica sulle sue azioni, oppure un bar di un paese della nostra Provincia.
Ma cellule capaci di reclutare, organizzare e organizzarsi potrebbero essere presenti? Certamente si. Se le statistiche sono quelle del Viminale, partendo solo dalla considerazione che sono presenti 1000 islamici credenti e praticanti, ne avremmo almeno uno, come minimo.
Possiamo considerare come dato oggettivo, anche il fatto che nessuno dei migranti presenti scappa dalla guerra (come ad esempio i Siriani) ma dalla fame e dalla povertà. E’ questa una considerazione che comunque dobbiamo fare, visto che l’Onu parla di un’invasione di 60 milioni di persone dall’Africa in Europa nei prossimi anni. Come affronteremo questo problema? Sempre chiudendo gli occhi?
Ma andiamo oltre, sottolineando l’ultimo e più importante problema che io, da sempre cerco di sottolineare.
Nei paesi, almeno da quello che ho visto girando, il fenomeno è attenuato dalla presenza di intere famiglie, ma qui in città ci sono solo giovani dai 18 ai 30 anni. La sistemazione degli stessi è più o meno decente, ma il problema era e rimane sempre lo stesso. Quanto tempo ci vorrà prima che scoppino problemi legati all’inattività di questi, all’astinenza sessuale, alla coabitazione forzata?
Vogliamo far finta che non possa accadere nulla?
Allora facciamo una cosa, continuiamo a chiudere gli occhi ed aspettare la Fallaci di turno, non certo io, che ce li farà aprire irrimediabilmente, ma solo dopo che qualcosa di grave sarà già successo.
E pensare che siamo solo una piccola città (o un grande paese, a secondo dei punti di vista) dove tutto potrebbe essere facilmente gestibile e controllabile, ma dove attualmente ognuno fa quello che gli pare.
Chiudo con una barzelletta, vera. Una scena del recente servizio di Uno Mattina sulla differenziata è stata tagliata perché l’assessore, intervistato, ha detto che eravamo al centro della Terra dei Fuochi. Sicuramente l’assessore si è sbagliato e fortunatamente, per lui, la scena è stata tagliata…ma probabilmente noi siamo la “terra del fuoco”, quella che cova sotto la cenere pronta ad esplodere in un vastissimo incendio.
Sta alla politica spegnerlo, ma alla politica vera, non ai politicanti.