La situazione di alcune strutture scolastiche in città
Il posticipo dell’apertura di otto strutture scolastiche di una settimana, ha provocato critiche politiche e crisi nelle famiglie. Visto che oggi riaprono, sarebbe opportuno fare chiarezza su questo punto anche per evitare in futuro dichiarazioni, come quelle fatte a destra e a manca, che, senza aver letto carte, sanno più di attacco politico a priori piuttosto che il sottolineare un problema (e cercare di risolverlo).
Ma andiamo per ordine.
Con l’ordinanza n.70 del 14 settembre scorso il sindaco, in qualità di autorità comunale di Protezione Civile, dichiarava l’apertura differita per otto istituti per eseguire interventi manutentivi per l’eliminazione di quelle parti deteriorate che potrebbero causare pericolo per l’incolumità di chi accede nelle scuole. Una decisione presa in via prudenziale, per ridurre gli eventuali rischi.
Riportiamo un elenco dettagliato dello stato di deterioramento di queste strutture.
Scuola Federico Torre: presenta evidenti fenomeni di fessurazione dell’intonaco in corrispondenza dei giunti laterizi. In tutto l’edificio c’è una elevata probabilità di caduta di parti di laterizio. In alcune zone della copertura vi sono evidenti fenomeni di infiltrazione.
Scuola Nicola Sala: presenta evidenti fenomeni di fessurazione dell’intonaco (come sopra) con elevata probabilità di caduta.
Scuola Mazzini: è stata oggetto di indagini sui solai e presenta una situazione critica per l’intonaco e la probabile caduta di parti di laterizio. Già episodi del genere ci sono stati (intonaco caduto nelle aule) per i quali è in corso un intervento mediante rete in composito ancorata con apposite viti nei travetti di cemento armato. Fessurazioni e distacco sono presenti al piano terra e al primo piano. Nei locali del secondo, in cui in passato era collocata la casa del custode, i solai di calpestio e copertura appaiono molto degradati poiché gli ambienti sono privi di infissi. Sui rivestimenti esterni alcuni problemi, già rilevati dall’Università, sono stati accertati. Sulla terrazza inoltre è ubicato un impianto che grava sul solaio in pochi punti concentrati di cui non è noto il peso.
Scuola Pascoli: come già indicato dallo studio dell’università nel 2013 i solai hanno diversi fenomeni di infiltrazione d’acqua che determinano il degrado dell’intonaco che, in alcune zone, presenta una fessurazione diffusa. Il seminterrato è inibito all’uso (ma non viene spiegato il perché n.d.r.). Infiltrazioni d’acqua dal solaio sono diffuse specie in corrispondenza dell’aula informatica dove sono state spostate alcune postazioni di lavoro. Vi sono poi diverse fessure nelle tamponature soprattutto nei vani scala. Sono stati osservati rigonfiamenti all’intonaco esterno nella zona ingresso della scuola materna con pericolo di caduta di calcinacci. Un ulteriore pericolo di caduta di elementi lapidei riguarda la coibentazione delle tubazioni dell’impianto di riscaldamento e le soglie di marmo di alcune finestre del lato posteriore della scuola, anch’essa adibita ad ingresso di alunni.
Scuola Grimoaldo Re: presenta diversi problemi di degrado intonaco con fessurazione e infiltrazioni. Diverse macchie di umido nelle aule e nei bagni; inoltre si sono verificate cadute di porzioni di intonaco e di laterizi nell’ingresso e nei bagni. Nella relazione dell’università veniva segnalato il degrado dei cornicioni e fessurazioni di alcune tamponature/tramezzature. In alcune zone si verifica anche l’espulsione del copri ferro negli elementi di cemento armato. Il seminterrato (alluvionato) è inagibile.
Scuola San Modesto II: sono state rilevate diffuse infiltrazioni d’acqua nei bagni ai vari piani, in alcuni casi con avanzato stato di degrado dell’intonaco. Nei solai di copertura vi è un’evidente carenza di impermeabilizzazione e dello smaltimento delle acque (la pioggia ristagna). Nell’atrio e nel corridoio ci sono infiltrazioni d’acqua. La palestra, già inibita all’uso per la caduta di intonaco e laterizi dal solaio, ha infiltrazioni estese. All’esterno vi sono zone d’intonaco degradate e in alcuni casi anche di copri ferro in calcestruzzo.
Scuola Sant’angelo a Sasso: presenta diffuse infiltrazioni d’acqua nei bagni coperte dai controsoffitti che reggono anche il peso di lampade che sono fissate in intonaci danneggiati.
Scuola San Filippo: presenta evidenti fenomeni di degrado con caduta di laterizi nell’atrio (come testimoniato da questo giornale con le foto della scorsa settimana). Diffuse infiltrazioni d’acqua comportano il degrado di solai. Sono presenti inoltre zone coperte dal cartongesso che potrebbero occultare degradi pregressi. La tipologia del solaio presenta un’elevata probabilità di caduta di parti di laterizio. Alcune lastre di marmo, quelle esterno, non sembrano ancorate bene.
Scuola Silvio Pellico, ha un problema per le facciate e i cornicioni, che incombono in condizioni precarie, su zone esterne di passaggio o destinate ad attività ludiche-ricreative dei bambini. All’interno evidenti infiltrazioni d’acqua nei solai.
Scuola Bosco Lucarelli: si conferma il problema dello stato di conservazione dei rivestimenti esterni. Vi sono diffusi fenomeni di infiltrazione d’acqua nei solai di copertura e nei bagni. Alcune aule e laboratori sono inibiti all’uso per la caduta di intonaco.
L’edificio Papa Orsini è costituito da due corpi di fabbrica non presenta criticità di rilievo anche se andrebbe approfondito l’esame.
Scuola Pietà: si presenta analogamente alla scuola San Vito con diffuse infiltrazioni d’acqua. L’intonaco esterno è fortemente degradato.
Scuola Cretarossa: presenta diverse infiltrazioni d’acqua dal solaio di copertura tra cui una particolarmente estesa. L’edificio è del 1993 e non è stata oggetto di analisi di vulnerabilità da parte dell’Università.
Quindi tutti i rilievi, più o meno dicono la stessa cosa. Ponendo in rilievo due aspetti del problema.
Il primo è il rischio sismico che, nella relazione dell’Università, è ad un livello medio-alto per quasi tutti gli edifici esaminati. Gli edifici infatti sono stati progettati e costruiti secondo indicazioni normative ormai superate, con azioni sismiche molto inferiori di quelle attuali, con dettagli costruttivi molto carenti rispetto a quelli richiesti attualmente, con irregolarità evidenti in elevazione e in pianta, secondo le conoscenze e le tecniche disponibili all’epoca.
Cosa vuol dire questo importante passaggio?
Che le scuole esaminate NON SONO A NORMA per gli standard attuali, ma anche quando sono state costruite sono state costruite male. E a questo punto ci sono diverse domande da porre che richiedono risposte.
La prima, e più importante: questi interventi sono un “tampone” ma gli interventi strutturali (analisi rischio sismico, interventi strutturali etc.) quando verranno fatti?
Sono stati esaminati gli istituti sotto giurisdizione e proprietà comunale, ma quando ci sarà una verifica di quelli sotto giurisdizione e di proprietà della Provincia?
Sono stati esaminati i plessi comunali cittadini? Ma nei paesi perché i sindaci non si attivano in tal senso, sempre chiamando in causa la Provincia per gli istituti sotto la sua giurisdizione?
Lo studio dell’Università è del 2013, perché ci sono voluti tre anni e un cambio nell’amministrazione, affinché qualcuno mettesse mano al problema?
Mi dispiace per questo lungo e complesso articolo, ma serviva per spiegare nei dettagli ciò che si è verificato e ciò che resta da verificare. Vorrei in tempi rapidi, cosi come penso molti genitori, risposte alle mie domande perché la sicurezza dei nostri figli, in una società civile, dovrebbe essere prioritaria. Ma evidentemente non viviamo in una società civile … e si spera sempre che non accada niente.
Felice Presta