La politica non va in ferie…
Sotto il solleone di agosto, scrivere uno dei miei pezzi “pesanti” sarebbe inutile e oltretutto non lo leggerebbe nessuno. Preferisco scrivere, invece, un pezzo “leggero”, per sorridere un po’,cosa che più si addice alla stagione in corso. D’altra parte la politica non va mai in ferie e quindi neanche io posso andarci, pensando a Benevento, alla nostra città.
E d’altra parte neanche il neo-sindaco Clemente Mastella può dimenticarsene sia per i problemi contabili-amministrativi ereditati dalle passate amministrazioni “pepiane”, sia per cercare di dare una linearità al suo modo di governare tra tante “teste” che poco hanno in comune tra loro.
Il quadro attuale, visto nella mia ottica molto di parte, è alquanto ridicolo se si pensa alle esternazioni di Fausto Pepe, un giorno si e uno anche, che fanno intendere ai lettori che quello che è successo negli ultimi 10 anni in città non lo ha di certo fatto lui, ma un suo sosia. E adesso che lui siede nei banchi dell’opposizione, farà vedere come si fanno bene le cose che ha fatto male quando era sindaco.
Dei lealisti, del resto, a parte le nomine (irregolari secondo molti), di Pannunzio e Molinaro alla Gesesa se ne sono perse le tracce.
La loro sfida, fallita per un soffio, era di arrivare con le liste a superare il 50% in modo da ottenere la maggioranza dei consiglieri e tenere poi per le palle (mi si permetta il francesismo) chiunque fosse andato a fare il sindaco. Il tutto, naturalmente, con la complicità di un PD ormai diviso in fazioni contrapposte e in guerra tra loro.
Ma ritorniamo ai lealisti.
L’ex assessore Danilo De Luca passeggia come sempre attirandosi gli strali dei commercianti, Giuseppe Zollo è ritornato a tempo pieno in banca dopo aver fatto anche lui l’assessore nel valzer dell’ultimo governo Pepe.
Nazzareno Lanni continua a passeggiare “piacioso” lungo le strade della città, mentre dei vecchi consiglieri se ne sono perse le tracce.
Mantiene saldo il comando, sia pure in silenzio, Lucio Lonardo gran capo dell’ASIA (partecipata del Comune) non si sa fino a quando… Oltretutto l’attacco dell’ex revisore del Comune di Benevento, Pietro Grasso, non lascia scampo a quest’ultimo sulla pessima gestione.
Diciamo, in sintesi, che la gestione “allegra” (non per noi cittadini, ovviamente) della partecipata comunale ha comportato, sugli avanzi di bilancio più volte vantati dal presidente, una tassazione cosi onerosa da essere economicamente svantaggiosa. Ecco perché ai cittadini, nonostante le chiacchiere non è stato restituito nulla e la famigerata tassa non si è abbassata, anzi è aumentata.
E dei candidati sindaci che non sono entrati in consiglio?
La comunista, l’asfaltatrice, il puritano?
Che fine hanno fatto?
Felice Presta