La camorra beneventana e la pipa di Magritte
La Trahison des images (âil tradimento delle immaginiâ) ÃĻ un quadro del pittore surrealista belga, RenÃĐ Magritte che raffigura l’immagine di una pipa seguita dalla scritta in basso “Ceci n’est pas une pipe” (questa non ÃĻ una pipa). L’intento di Magritte era quello di sottolineare la differenza tra l’oggetto reale e la sua rappresentazione.
Passando dall’arte pittorica all’arte criminale, il nostro oggetto reale ÃĻ Benevento, la sua rappresentazione (triste) ÃĻ contenuta nelle carte dell’operazione âTabula Rasaâ che ha portato all’arresto di 26 persone, di cui otto appartenenti al âclan Sparandeoâ.
âCon le aggravanti di aver commesso i fatti avvalendosi del metodo mafioso dal quale derivano le condizioni di assoggettamento ed omertà nei confronti della persona offesa e, comunque, al fine di agevolare l’organizzazione camorristica di appartenenza denominata âclan Sparandeoâ, operante prevalentemente in Benevento e paesi limitrofiâ. E’ la frase che si ripete come un ritornello sotto il nome degli indagati.
Il procedimento nei confronti degli affiliati al Clan Sparandeo ÃĻ stato originato dall’attività investigativa svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I militari hanno intercettato numerosi personaggi dell’ambiente criminale sannita, con pedinamenti, arresti, perquisizioni e sequestri di droga. Le indagini sono state lunghe e complesse e sono partite nel luglio del 2009, dopo la perquisizione effettuata in occasione dell’arresto di Corrado Sparandeo avvenuta a San Felice al Circeo (Lt).
I documenti giudiziari riportano quello che era già noto in città : l’esistenza di una organizzazione camorristica strutturata, dedita allo spaccio e alle estorsioni, un vertice criminale che controlla il territorio, condiziona le campagne elettorali ed ha referenti nelle istituzioni.
Sulle estorsioni e sul traffico di droga si concentravano le principali fonti di guadagno, tanto che i Carabinieri hanno accertato come la forza di intimidazione del gruppo che riscuoteva il pizzo a scadenze fisse a Natale, Pasqua e Ferragosto, avvenisse in totale tranquillità e senza nemmeno procedere a minacce esplicite. Tra le centinaia di intercettazioni, figurano anche i nomi di esponenti politici locali e riferimenti ad episodi gravi dell’ultima campagna elettorale.
FELICE PRESTA