Il sindaco scrive lettere
“Disoccupazione record, il Sindaco scrive a Caldoro”.
Così titolava il “Sannio Quotidiano” lo scorso 7 marzo in merito ai dati allarmanti che l’Istat (c’era bisogno dell’Istat?) aveva diffuso qualche giorno prima.
Il plurinquisito Sindaco di Benevento, impegnato a fare salotto al Bar Mellusi con i suoi allegri compagni di merende, difficilmente avrebbe visto e percepito la catastrofe economica che in tutto il Sannio, ma soprattutto in città, ha colpito in maniera cosi dura da provocare uno squilibrio economico-sociale probabilmente mai accaduto in tanti secoli di storia.
Eppure i segnali di tale crisi c’erano tutti ancor prima della crisi finanziaria che ha colpito l’Italia. Non nascondiamolo, Benevento era già in declino da qualche anno, e precisamente dalle prime disposizioni effettuate dai governi sul blocco delle assunzioni degli statali. Statistiche risalenti a 5 anni fa prevedevano uno stato di quiescenza di almeno 10.000 statali tra insegnanti, ferrovieri, impiegati comunali eccetera nei successivi tre anni. Cosa che in effetti è avvenuta. Ora, partendo da questo dato era facile un calcolo inerente all’economia: un dipendente statale a riposo spende di meno di uno statale in attività in un anno? Si, certo. Facciamo 1000 euro in meno in un anno (cifra ridicola ma serviva per effettuare un calcolo minimo)? Si, certo. In una anno sono 10 milioni di euro in meno di soldi circolanti in città, in 3 anni 30 milioni, in 5 cinquanta. Cosi in poco tempo il tessuto economico, senza l’apporto di questi soldi è crollato.
D’altra parte era facile immaginarlo per una città ed una Provincia che a parte un po’ di agricoltura non aveva nient’altro. Si qualche industria di pasta, la Strega ma per il resto? Cosa gli avrà scritto di così importante e incisivo da far si che il Governatore della Campania cerchi di invertire il trend negativo? Avrà scritto che nonostante abbia aperto cantieri in ogni dove, dal Rione Libertà al Rione Ferrovia, neanche completati se non addirittura abbandonati, per fare piazze, fontane e terminal per migliorare la vita dei cittadini, la situazione continua a peggiorare. Chissà se gli ha spiegato come abbia fatto a spendere una una montagna di soldi dei fondi europei senza che un euro ritornasse nella già depresso circuito economico cittadino. Oppure avrà scritto che i negozi continuano a chiudere nonostante un Assessore che ci mette tutto l’impegno di questo mondo, oppure che la sua amministrazione vuole costruire a Santa Clementina 420 alloggi per darli alle famiglie che hanno bisogno di un’abitazione?
Magari un appoggio politico a quel decreto salva enti che dovrebbe dare un po’ di respiro alle finanze (creative) del Comune. Per certo non lo sappiamo, cosi come non sappiamo se il Governatore abbia risposto o meno a questa lettera. Abbiamo atteso apposta un po’ di tempo, si sa le Poste sono lente e se il Sindaco ha usufruito di quelle private di cui si è servito per mandare le lettere della Tares ai contribuenti avremmo dovuto aspettare almeno fino al 2015. Nel frattempo è arrivata la prima risposta: i treni per Napoli ci sono fino alle 18, dopo bisogna andare a piedi.
Geronimo