Via Nuzzolo: il protocollo Caritas-Comune
Il 30 novembre scorso si inaugurava la Cittadella della Caritas nel complesso di Via San Pasquale.
Era presente il Sindaco Pepe, l’Arcivescovo, don Nicola De Blasio, Angelo Moretti ecc.
Fin qui nulla di eccezionale se non fosse che…
Lo stesso giorno, tra Comune di Benevento e Caritas, fu firmato un protocollo d’intesa riguardante gli appartamenti danneggiati dall’alluvione al rione Ferrovia, in via Nuzzolo.
I termini dell’accordo erano molto semplici: il Comune avrebbe mandato i tecnici presso le abitazioni danneggiate, di proprietà comunale, e poi avrebbe comunicato alla Caritas i lavori da fare al loro interno affinchè fossero realizzati e portati a termine.
La stessa Caritas aveva messo a disposizione 100.000 euro delle donazioni per risolvere un grave problema che aveva coinvolto molte famiglie, alcune delle quali ospitate,nel “post-alluvione” proprio presso la Cittadella (e non citiamo le tensioni sociali che ne derivarono).
Il compito del Comune quindi era molto semplice: mandare suoi tecnici a visionare e poi relazionare alla Caritas.
Ebbene sono passati due mesi e mezzo, pensate che qualcuno si sia fatto vedere presso le case in questione?
Nessun tecnico comunale, nessun controllo, nessuna ispezione, di conseguenza nessuna relazione e quindi nessun intervento fatto.
Come dite?
Un ente ecclesiastico mette a disposizione a costo zero per il Comune di appartenenza una cifra per risolvere una situazione di emergenza e lo stesso Comune non fa nulla?
Eh già, nel post- alluvione misteri su misteri avvolgono in una fitta nebbia tutte le problematiche, sia quelle risolte (pochissime) che quelle da risolvere.
L’inefficienza della macchina comunale si è vista subito nella fase di emergenza e in quella successiva ,dove non era riuscita neanche a coordinare per bene tutti i volontari che si sono rimboccati le maniche a spalare il fango.
Se non fosse stato per la Caritas, per i volontari, per la Protezione Civile (quella Provinciale e la differenza qui è d’obbligo), per la Croce Rossa, per i rugbysti, i dipendenti dell’ Asia, e per tanti altri, compresi i migranti che in alcune zone hanno dato una mano, noi staremmo ancora sepolti dal fango…
Accertata l’inefficienza e la deficienza, a distanza di 4 mesi, constatiamo ancora che, per le cose di semplice realizzazione, al Comune non si “muovono” ancora: il fango, in alcune zone, sta ancora accumulato agli angoli delle strade, con la scusa che si tratta di rifiuti speciali: e allora sorge spontanea una domanda.
Tutte le tonnellate di fango rimosse, specie nella zona industriale, dove sono state smaltite?
E se sono state smaltite quelle perché non possono essere smaltite queste?
Cosa ha fatto il Comune?
Ha distribuito moduli con le richieste di rimborso, sbagliando prima data, poi altri moduli, ben sapendo che per i privati e per i commercianti non c’era nulla da rimborsare, perché nulla era stato stanziato e, allo stato attuale, ancora non c’è nulla.
Inefficienza, inerzia, ignavia, strafottenza ,regnano sovrana sia in città che in Provincia.
Ma che aspettano tutti? I famosi 38 milioni +2 per fare qualcosa?
E questi 40 milioni, con il piano elaborato dal commissario, si dovrebbero riparare tutte le infrastrutture della Provincia, mettere in sicurezza gli alvei dei fiumi, riaprire scuole e cosi via.
Ben sapendo che una stima non molto lontana dalla realtà era di 700 milioni di danni.
Come faranno i nostri “bravi” amministratori? Riusciranno a moltiplicarli e a risolvere tutto? Oppure succederà, come si presume, un caos dal punto di vista tecnico-logistico?
E intanto un simbolo dell’alluvione, la scuola Moscati in via Nuzzolo, rimane chiusa nonostante le innumerevoli donazioni. E l’edificio, di proprietà comunale ,non è stato ripulito esternamente né dal fango, né dall’immondizia che li giace da 4 mesi.
E non si sa in che condizioni stanno le aule.
Una scuola senza porte, senza sorveglianza, senza controllo.
Come tutta una città, come tutta una Provincia.
Felice Presta