Un anno dal crollo dell’argine !
La voglia di pubblicare tutte le foto, lasciando il commento a voi lettori ,senza fare nessun articolo ,era tanta… Ma non sarebbe stato giusto, per le motivazioni che hanno spinto questo giornale e i tanti amici intervenuti, nel primo anniversario (ma preferisco chiamarlo compleanno) del crollo dell’argine al Lungosabato Don Emilio Matarazzo. Molti non comprendono il modo, e forse non lo comprenderanno mai, di questo giornale di attirare l’attenzione su un problema gravissimo, per il quale, dopo un anno, nessuno ha ancora fatto nulla. Nelle stesse ore in cui, a palazzo Mosti, si scriveva una delle pagine più ignobili della storia di questa città con la “fuga” di esponenti della maggioranza davanti ai lavoratori furiosi dell’AMTS, questo giornale ricordava a distanza di un anno il crollo.
La torta finta ed i lumini servivano a un solo scopo: sottolineare la strafottenza, l’inettitudine, il pressapochismo, il menefreghismo, l’ignavia di una classe politica che da tempo doveva andarsene a casa. Sono provocazioni, che, secondo molti, non servono a nulla. Noi pensiamo il contrario. Siamo qui per questo: ricordare tutto e mettere in evidenza. Che la classe politica demandata dall’elettorato ad amministrare fosse composta da persone che, nella realtà dei fatti della città non se ne fregava nulla, è un dato di fatto. Hanno pensato a raggiungere lo striminzito numero legale nei consigli comunali per non cadere, hanno pensato alla poltrona e agli incarichi, al tornaconto e al prestigio personale, affossando una città commercialmente, socialmente e d economicamente.
Questo giornale “crea” le notizie, non le subisce passivamente, costringendo altri più quotati all’inseguimento e allo scimmiottamento, nel migliore dei casi. Questo giornale riporta ciò che vede fedelmente anche con l’ausilio dei video per dare un’immagine reale di ciò che, giornalmente, accade in questa città. Non intervista politici, non fa piaggeria e lecchinaggio, non prende soldi dalle amministrazioni.
Si regge per spirito di volontariato come quello che ha permesso il recupero dei Santi Quaranta e di tutte le altre azioni intraprese e da intraprendere. Questo per dire che, se andiamo a “festeggiare” con una torta finta e dei lumini il compleanno di un argine crollato, è il nostro modo di ridicolizzare i politici che ci amministrano.
Se ci mangiamo un pezzo di dolce e apriamo una bottiglia di spumante è per ringraziare e ringraziarci reciprocamente di quello che abbiamo messo in piedi, al freddo, spontaneamente, solo per evidenziare un altro “orrore” di questa amministrazione. Il resto sono solo supposizioni e retorica banale per far apparire queste iniziative immeritevoli di essere evidenziate o perlomeno ridicole. Noi siamo seri, invece, visto che per ogni mese siamo andati li e abbiamo sempre ( tranne durante l’alluvione perché un po’ impegnati a spalare il fango) evidenziato l’inefficienza degli organi preposti per la risoluzione del problema. E visto che molti vogliono capire cosa facciamo e dove stiamo andando: beh senza che vi impegnate.
Il 15 febbraio, a 4 mesi dall’alluvione, organizzeremo alla Scuola “Moscati” qualcosa e il mese successivo in Contrada Pantano , il mese dopo in Contrada Santa Clementina e successivamente in Via Ponticelli. Perché questo giornale può essere accusato di tante cose, a torto o a ragione, ma certo non può essere accusato di dimenticarsi di un’intera città.
FELICE PRESTA