L’alluvione, la Caritas, i soldi e tutto quello che non si è fatto.
La conferenza stampa di ieri organizzata dalla Caritas per tracciare un bilancio degli aiuti dati ai privati e alle aziende dal 15 ottobre al 31 dicembre, è stata un’occasione anche per fare il punto globale di una situazione che, passata l’emergenza, è rimasta immobile.
Don Nicola De Blasio, Angelo Moretti e Gabriella Giorgione hanno avuto modo di illustrare tutto l’operato della Caritas che, ricordo, nella pratica si è sostituito alle istituzioni fin dalle prime fasi.
Tanto è vero che sono stati raccolti e spesi anche fondi per 400.000 euro, che hanno consentito un sollievo immediato.
Angelo Moretti ha però illustrato chiaramente la situazione, sottolineando il fatto che, i fondi raccolti in pratica, sono un decimo di quello che sarebbero serviti e che servirebbero tuttora.
Infatti l’emergenza è passata, ma i danni restano e più volte è stato rimarcato il fatto di non spegnere i riflettori su una situazione che comunque rimane in molti casi critica.
Abbiamo detto che la Caritas, insieme ad altri, si è sostituita a chi era comunque preposto. E ciò è sempre stato evidente.
I colpevoli ritardi, la sottovalutazione dei danni, e la mancanza di un piano operativo organico nell’affrontare l’emergenza hanno fatto venire a galla tutto il dilettantismo, l’inefficienza, l’incompetenza e, in molti casi,anche l’ignavia di coloro che erano preposti.
I volontari, la Caritas e la Protezione Civile, insieme a tante altre associazioni, hanno tamponato non consentendo che la situazione potesse degenerare.
Questo nella prima fase. Come sottolineato poi da don Nicola con gli aiuti sono iniziati gli atti di “sciacallaggio”.
Non mi ripeto a questo proposito avendo avuto modo di sottolineare, con un articolo su Sannio Report, in tempi non sospetti, tutto ciò che di strano stava ruotando attorno agli aiuti.
Prova ne è che la stessa Caritas ha provveduto poi ad inviare alla Guardia di Finanza l’elenco di coloro che hanno chiesto e ricevuto aiuti per poterli controllare e, nel caso, denunciare.
E a detta dello stesso De Blasio i casi “sospetti” non sono pochi e non sarebbero limitati.
Un capitolo a parte sono gli aiuti “mirati” venuti ad esempio dalla Philip Morris con una donazione di 100.000 euro per la scuola Moscati.
Oppure la donazione proveniente dalla BNL con cui sono stati comprati gli arredi….la CGIL ha comprato arredi per 13 aule, Beneslan un pianoforte e cosi via…
Qui la situazione si complica.
Perché, a distanza di 3 mesi, ancora non si provvede a iniziare almeno la ripulitura e la bonifica dell’immobile comunale che giace in stato di abbandono in via Nuzzolo cosi come è stato lasciato dai volontari l’ultimo giorno della prima fase: quella del fango.
Non si capisce cosa attenda il Comune a muoversi per far si che nella scuola inizino i lavori per il ripristino e la riapertura. Certo è che, a prescindere dai 100.000 euro detti prima, che per problemi burocratici ancora non sono stati accreditati, il Comune ha comunque ricevuto donazioni in quella direzione tali da poter quantomeno dar il via ai lavori.
E anche qui si vede l’inefficienza dei nostri politici impegnati a tagliare il nastro di un “trenino”, o in uscite sui giornali con dichiarazioni sulle prossime elezioni amministrative, dimenticandosi dei danni, delle famiglie in difficoltà, delle aziende, dei commercianti e del fango che giace ancora ai margini delle strade coinvolte dall’alluvione.
Il commissario per l’emergenza, Grimaldi, con i 38 milioni+2 stanziati dalla Regione Campania, finora ha letto carte ed è andato in giro a controllare, ma nessun lavoro è iniziato per ripristinare almeno in parte, la situazione preesistente.
La burocrazia ha i suoi tempi, si sa. Ma preferiremmo che si iniziasse velocemente l’iter per non andare troppo vicino alle elezioni amministrative di giugno. Per ovvie ragioni.
Lo stato di calamità naturale consentirà almeno un minimo di interventi sull’agricoltura in Provincia, ma anche qui da quello che risulta non è stato iniziato nessun iter a tal proposito.
Manca qualcuno?
Certo, gli alluvionati naturalmente, le ditte, i commercianti e i privati che hanno avuto danni.
I comuni hanno fatto la corsa a far firmare le dichiarazioni dei danni.
Solo che, personalmente, non ho mai capito lo scopo visto che dal primo momento non c’erano soldi per intervenire in tale direzione e probabilmente, visto l’andazzo, non ci saranno mai.
Ad occhi esterni è sembrato solo un modo per tenere calmi e buoni coloro che avevano avuto danni, promettendo interventi in tal senso sia pure minimi.
A pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca, direbbe la buonanima di Andreotti.
Il Sannio ha la politica e i politici che merita, che fanno dichiarazioni solo di facciata, ma in concreto non attuano nulla di ciò che dicono.
A Giugno ci sono le elezioni, forse è ora che il popolo sannita acquisti coscienza di questo ed inizi a spezzare i legami clientelari che tanto male hanno fatto e stanno facendo al nostro territorio.
Felice Presta