Sciacalli (e sciacallaggio) nel post alluvione
Ci sono stati momenti belli, di vera solidarietà, nel post -alluvione che ha colpito Benevento e il Sannio lo scorso 15 ottobre e ci sono stati, e ci saranno momenti brutti….
Uno particolarmente odioso è il fenomeno dello sciacallaggio ,che fin dai primi giorni ha colpito le famiglie, le ditte e i negozi alluvionati.
Il frigorifero messo ad asciugare, rubato, il gasolio che serviva alle macchine nella zona industriale per rimuovere il fango, rubato, sedie e suppellettili scomparse da case e scuole.
Nessuno controllava, quindi il campo per fare questo era lasciato completamente libero.
Fin qui nulla di nuovo direte voi: nelle disgrazie c’è sempre qualcuno che spera di rimpinguare le proprie casse a spese delle disgrazie altrui.
Ma adesso c’è un altro fenomeno attualmente in corso: la consegna presso il Comune di Benevento delle schede per i danni subiti.
Una vera e propria corsa effettuata fin dai primi giorni dell’alluvione che indicavano come data ultima di presentazione il 22 ottobre, mentre invece scadevano il mese successivo.
Privati, negozi e ditte hanno fatto e stanno facendo tutt’ora i calcoli delle perdite avute.
Su queste pratiche,naturalmente non poteva mancare il secondo tipo di sciacalli: quelli che avrebbero aiutato costoro nello stipulare al meglio il famoso modulo, dietro cospicuo compenso.
Qualche episodio già c’è stato, qualcun altro sicuramente ci sarà.
E poi c’è l’ultimo tipo: quello di chi non ha avuto nessun danno e che si è affrettato a dichiarare il contrario perché residente, o avendo un’attività commerciale, in una delle zone alluvionate della città.
E si perché ci riferiamo a Benevento, non a tutti i Comuni limitrofi, dove magari qualche amministratore, nel conteggio dei danni, ha già messo una strada già disastrata precedentemente nella lista di quelle che hanno subito danni per l’alluvione.
Capita…..
Qualcuno, che nella cantina non aveva nulla, ha dichiarato di avere un patrimonio sepolto. Qualche attività che non aveva nulla ha infangato un po’ di roba e ha dichiarato di aver perso migliaia di euro di merce.
Qualche privato ha dichiarato o dichiarerà di aver perso nell’alluvione un Luigi XVI, o una sedia di papa Orsini.
E questo è il terzo fenomeno dello sciacallaggio…..
Ma questo è anche il più grave perché già sappiamo che i soldi che arriveranno non basteranno a coprire le spese delle infrastrutture danneggiate o delle case inagibili. Figuriamoci poi se aggiungiamo “i numeri” di tutti i danni che ,con i suddetti moduli,stanno giungendo presso il Comune….
Ma se, nell’elenco, incominciano ad arrivare richieste anche da chi non ha avuto danni, o da chi ha perso, perché depositati in cantina, qualche giocattolo, un mobile rotto e 3 scaffali di ferro per un totale di 50.000 euro, e il danno gli viene riconosciuto, i pochi soldi destinati a chi realmente ha avuto danni ,diminuiranno sempre di più.
Ma il denunciare senza dare almeno un’ipotesi di soluzione rimane una cosa fine a se stessa.
Quale potrebbe essere la soluzione?
Che il negoziante che ha avuto veri danni contesti al negoziante vicino che danni non ne ha avuti, lo stesso facciano i privati e lo stesso le ditte.
In questo modo si potrebbe indagare sulla veridicità dei fatti in maniera chiara ed accertare il reale stato delle cose.
Si potrebbe dire che questa è delazione (spiata)….certo, ma verrebbe fatta per salvaguardare chi i danni li ha avuti realmente, quindi con uno scopo meritevole.
Ma siamo sicuri che in una città omertosa come la nostra questo possa avvenire?
Forse si, se solo la gente che ha subito danni si rendesse conto di quello che potrebbe significare.
Ah, dimenticavo, controllate anche le bottiglie di vino piene di fango che arrivino dalla Cantina di Solopaca o che sia riconosciuta. Le bottiglie con il fango posticcio sono solo frutto di….sciacallaggio.
Felice Presta