Nostra Signora, Iside
Quando si ha fame di cultura si mangia a tutte le ore, anche alle 16 di una calda domenica di Maggio, quando ad una gita fuori porta quella fetta di città che mastica “sapere” ha preferito un tour alla riscoperta della “Signora” che abitò la città di Benevento, molti secoli fa.
Il Dott. L. Mauta, archeologo e storico dell’ arte, presidente dell’ Ass. ArteLiteram in collaborazione con la coop. ArteViva, ha accompagnato in un percorso di storia e non solo gli intervenuti alla presentazione del nuovo allestimento della Mostra “Iside, Signora di Benevento”: suggestivo, intrigante, soddisfacente.
Al visitatore è offerta la possibilità di rivivere la sacralità dell’ incontro con la Dea, attraverso la riproposizione del percorso degli ambienti che caratterizzavano la casa Isiaca: dal cortile o recinto sacro si accede alla struttura templare vera e propria divisa in cella (dove era ospitata la statua della divinità) e ante-cella.
Il tutto realizzato all’ interno delle sale del Museo Arcos, dove hanno trovato collocazione i reperti egizi rinvenuti nella nostra città e legati al culto della Dea Iside.
La mostra, una passeggiata didattica, presenta, attraverso la sapiente disposizione dei reperti, l’ ambientazione e il percorso sacro come apparivano ai nostri antenati romani.
Lo spettatore ha la possibilità di immergersi in un mondo “altro” dove leoni, sfingi e falchi sorvegliano il suo cammino. Su tutti domina infine lei, la Divina, Iside dai mille volti, accompagnata dalle sue sacerdotesse che sottolineano, nella velata sinuosità femminile dei panneggi marmorei, il carattere prettamente femminile di questo antico culto.
Un unicum, dopo quello di Roma, è il Tempio Isiaco che l’ Imperatore Domiziano fece realizzare tra l’ 88 – 89 d.C. a Benevento, allora sotto il dominio di Roma.
I motivi che portarono alla realizzazione di una struttura templare realizzata interamente con materiale proveniente dall’Egitto e da maestranze non certamente locali sono diversi come diverse sono le teorie degli studiosi volte alla definizione della effettiva collocazione di questo ammirabile gioiello della romanità, che ancora oggi non trova posto sulle cartine della nostra città.
Ma queste ed altre saranno le domande o le curiosità che troveranno risposta per quanti vorranno partecipare alla successiva, e speriamo presto, visita.
Anthonyla Bosco