La discarica di Sant’Arcangelo Trimonte nei documenti della commissione d’inchiesta.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Oggi parliamo della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo integrato dei rifiuti in Campania:
I capitolo: Sant’Arcangelo Trimonte.
“Si può senz’altro affermare che l’apparato amministrativo ha finito per fare oggetto delle valutazioni comparative in cui consiste l’in sé dell’azione amministrativa, in larga parte interessi sostanzialmente illeciti. Ed infatti, gli interessi che risultano coinvolti nelle valutazioni ambientali sono stati, per così dire, svuotati dall’interno e sono diventate delle mere figure prive di consistenza, funzionali a rendere possibile, come una sorta di cavallo di troia, l’intromissione di tutta quella congerie di interessi puramente economici e di profitto ed anche, a volte, legati a contesti criminali, che finiscono quindi per essere gli unici di cui finisce inevitabilmente per occuparsi l’azione della pubblica amministrazione. È evidente che il sistema, a questo punto, risulta essere stato riprogrammato per far funzionare una macchina capace senz’altro di produrre profitti, ma destinata a non risolvere i problemi, dal momento che il raggiungimento dello scopo costituirebbe evidentemente motivo per far cessare ogni possibile spunto di guadagno riguardo al ciclo dei rifiuti”. (conclusioni della COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI nella seduta del 5 febbraio 2013; approfondimento parlamentare a partire dal 2009).
Si deve tener presente che l’emergenza rifiuti in Campania è cominciata nel 1994 e con gli anni si sono susseguiti una serie di decreti leggi per cercare di risolvere il problema. È stato così emanato il decreto legge 11 maggio 2007, n. 61, convertito con modificazioni dalla legge n. 87 del 2007, con il quale sono stati individuati quattro siti da destinare a discarica per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi fino alla cessazione dello stato di emergenza, con divieto di localizzazione di nuovi siti di smaltimento finale di rifiuti. Uno di questi era Sant’Arcangelo Trimonte.
Un paese con poco meno di 500 abitanti dove sono state realizzate ben tre discariche: una comunale; una consortile; una regionale. La terza discarica, quella regionale, presa in esame dalla commissione parlamentare, sarebbe stata costruita previa bonifica delle prime due già esistenti. Cosa mai avvenuta.
Nell’aprile 2008 sono iniziate le attività di realizzazione della discarica con committente la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con impresa esecutrice la Daneco Impianti Srl, individuata, come precisato dal responsabile tecnico della discarica nel corso del sopralluogo, a seguito di gara ad evidenza pubblica.
A questo punto non si capisce come, dopo le varie perizie geologiche aventi parere negativo, la discarica viene aperta. Aperta senza neppure avere un collaudo e con un parere di non collaudabilità da parte dell’ingegner Faella che nelle conclusioni della commissione parlamentare cosi leggiamo: «Con proprio documento datato 25 ottobre 2010 il collaudatore statico professore ingegner Ciro Faella dichiara la non collaudabilità della globalità dell’attuale discarica in gestione Daneco. Nel documento del 25 ottobre 2010, a firma dell’ingegner professore Faella, viene dichiarato che le opere realizzate in località “La Nocecchia” nel comune di Sant’Arcangelo Trimonte non sono allo stato collaudabili da un punto di vista statico in quanto incomplete, nè sono allo stato collaudabili quelle dei lotti adiacenti (lotti 1, 2 e 3) in mancanza di una chiara perimetrazione dell’area potenzialmente interessata dai fenomeni localizzati a valle del lotto IV e non esclude che le problematiche accertate nel Lotto IV possano esistere anche per gli altri lotti della discarica per rifiuti non pericolosi ex legge 87 del 5 luglio 2007, in località Nocecchia e in gestione Daneco Srl. Nello stesso SIT del 27 gennaio 2011 l’ingegnere Faella ha motivato come segue il suo secondo parere negativo al collaudo: “perché i fenomeni franosi e le indagini successive hanno evidenziato che le caratteristiche geotecniche erano peggiori di quelle inizial-mente ipotizzate nel progetto iniziale e nella variante 4 con un aggravio delle azioni da prevedersi ed un incremento delle opere necessarie alla stabilizzazione del versante.” (consulenza tecnica affidata dalla procura all’ingegnere Faella).
A seguito di numerosi esposti il sito viene posto sotto sequestro. Le ragioni del sequestro sono riconducibili a tre profili di criticità: fuoriuscita di percolato; inquinamento delle falde; pericolo di frane.
Il procedimento, secondo quanto emerge dal provvedimento di sequestro, risulta attualmente iscritto a carico dell’amministratore unico della Daneco Impianti Srl e del responsabile tecnico della gestione della discarica in relazione alla mancata esecuzione degli interventi di messa in sicurezza della discarica medesima al fine di evitare la fuoriuscita di percolato nonché di tutte le operazioni necessarie per garantire le opportune misure di salvaguardia ambientale e di stabilità dei suoli. Risulta anche contestato il reato di cui agli artt. 427 e 434 c.p., per avere gli indagati cagionato un pericolo di frana e di disastro ambientale «determinando un inquinamento del suolo e del sottosuolo con lo sversamento reiterato di rifiuti pericolosi (tra cui rifiuti contenenti percolato ed oli minerali e diossine superiori ai parametri) e non pericolosi, determinando altresì la formazione di ingenti quantità di percolato che si infiltravano nei terreni e nelle acque circostanti». Il Corpo forestale dello Stato ha inoltre rilevato la presenza di una tubazione interrata atta a far confluire i liquidi di discarica (rectius percolato) al di fuori di essa nel vallone Pazzano le cui acque si immettono nel fiume Calore. È stato quindi richiesto ed ottenuto il sequestro preventivo della discarica commissariale, ora nella titolarità della provincia, di Sant’Arcangelo Trimonte (BN) affidata in gestione alla Daneco Impianti Srl con facoltà di uso agli indagati limitatamente alle seguenti attività: sversamento di rifiuti nel solo lotto-vasca 1 di discarica che presenta minori criticità; rimozione continua del percolato; copertura delle parti di discarica non interessate allo sversa-mento; realizzazione delle opere e dei lavori previsti nei progetti e nelle varianti; ogni altra opera o lavoro necessari per la messa in sicurezza della discarica e per evitare l’inquinamento del sottosuolo e delle acque.
Le conclusioni della commissione dopo il sopralluogo: “La discarica commissariale di Sant’Arcangelo Trimonte è la prova visibile di una programmazione scellerata del territorio e del vano tentativo della struttura commissariale e dei commissari che si sono succeduti nella gestione dell’emergenza di «tamponare» i problemi, adottando scelte inadeguate sotto la pressione dell’emergenza. Se vi siano interessi privati sottesi alla scelta di quel sito sarà la magistratura ad accertarlo, di certo appare a dir poco scellerata la scelta di realizzare una discarica in quel sito.”
Alla commissione il Sostituto Procuratore di Benevento Antonio Clemente cosi dichiarava: “Nella discarica attualmente aperta vi erano 4 lotti, ne abbiamo sequestrati tre e, per non bloccare il sistema di raccolta in Campania, abbiamo consentito che si sversasse nell’unico lotto che non dà problemi di frana, tant’e’ vero che e’ il lotto indicato dal geologo De Paola il quale, nello screening che gli fu chiesto dal Presidente della Provincia disse che le discariche potevano essere fatte in quattro cinque posti tranne che a Sant’Arcangelo Trimonte. Dietro insistenza della Provincia di Be-nevento –non so se del Presidente o di chi altri- disse che, se proprio la si doveva fare a Sant’Arcangelo, doveva essere fatta dove c’era l’unico lotto aperto, essendo una zona pianeggiante e non franosa.”
Questa dichiarazione ci fa chiamare in causa l’ex Presidente della Provincia Carmine Nardone.
Alla Provincia chi volle che la discarica fosse costruita proprio a Sant’Arcangelo Trimonte? Perché fu scelto proprio quel sito invece degli altri proposti? Di chi era quella zona? Si sa il numero esatto dei proprietari?
Poiché parliamo di anni antecedenti al 2009, anno che ha visto l’avvio della commissione parlamentare, ci sembra giusto chiedere lumi sull’intera vicenda riguardante il sito di Sant’Arcangelo Trimonte, non al Presidente Cimitile ascoltato dalla commissione stessa in qualità di Presidente in carica, ma a chi, in quegli anni, era stato chiamato a dirigere la Provincia, con le sue funzioni e le sue responsabilità in materia, nella qualità di Presidente: proprio Carmine Nardone.
All’ex Presidente Nardone il compito di informare i cittadini su quanto avvenuto in quegli anni, a cominciare dai primi rilevamenti idrogeologici effettuati nel sito di Sant’Arcangelo Trimonte, che diedero parere negativo motivandolo in una non idoneità del terreno per la tipica conformazione franosa, per passare ai successivi, che comportarono un cambio netto di valutazione, tanto da permettere l’avvio dei lavori di scavo per la messa in opera della discarica che, con il tempo, ha arrecato un grave danno ambientale riscontrabile con le problematiche strettamente legate alla continua fuoriuscita di percolato che, inevitabilmente,comporta l’inquinamento delle falde acquifere e l’inquinamento delle coltivazioni circostanti. Ci sono dati e analisi pre e post costruzione della discarica? Cioè si possono fare delle comparazioni tra le due analisi per vedere come e’ cambiata la composizione del terreno e delle acque con il passare del tempo e con gli inevitabili agenti inquinanti con cui sono venuti a contatto? E cosi si giunge al 2015 con una indagine della magistratura ancora aperta, ma che ancora non ha prodotto alcun esito.
A che stanno i lavori per la messa in sicurezza della discarica che, a quanto pare, sta continuando inesorabilmente a collassare? A che stanno con l’avvio della bonifica delle tre discariche? Quanto dobbiamo ancora aspettare per avere delle risposte serie, ma soprattutto per vedere applicate soluzioni per il benessere della nostra Provincia?
Il coordinatore nazionale per l’ambiente e l’energia
M.I.R. (FI) e Liberali Moderati
Anna Maria Pedicini