“Basta con i pasti della Ristorò forniti alla Salute Mentale”
Il video diffuso ieri da Altrabenevento non solo avvalora le lamentele sulla “scarsa appetibilità” dei pasti forniti dalla ditta Ristorò alle mense scolastiche e alle strutture della Asl, ma supporta anche le denunce di genitori, medici e associazioni come la nostra che sul blog www.ilenzuolibianchi.com già il 5 febbraio 2013 denunciavamo:
“Tubetti al sugo di pomodoro diventati molli come gelatina e grandi come noci, per colpa del tempo trascorso e del lungo viaggio: cucinati di mattina nella zona industriale di Ponte Valentino, arrivano sulle tavole di chi deve mangiarli dopo troppe ore e troppi chilometri per essere ancora gustosi. Qualcuno li butta via, qualcun altro, non avendo alternativa, li inghiotte pensando che sono immangiabili. Del resto, basta guardare le foto della dimensione del “tubetto” in uno squallido recipiente di plastica per intuirne il sapore…”.
Foto e documenti che oggi riproponiamo sul nostro blog insieme a nuovi elementi forse utili anche alla magistratura – che oggi sta indagando – per capire come mai le proteste per un “cibo immangiabile” non siano state verificate a fondo, prima di essere soffocate o liquidate con “ragioni economiche” quali: “… accentrare tutto il servizio nelle mani di un’unica ditta, consente di risparmiare”. U
na risposta che definimmo già nel 2013 “emblematica della stupidità e dello spreco di soldi da parte di chi gestisce la sanità pubblica ...” e che oggi trova conferma nella prima verità emersa dall’inchiesta di Altrabenevento: l’assurdità di un capitolato d’appalto che non tiene conto della realtà territoriale, nè della soddisfazione del “cliente-paziente”, per cui, con l’organizzazione attuale della Ristorò, le condizioni contrattuali non possono essere – e non sono state – rispettate.
A cominciare dalle clausole sul tempo di consegna dei pasti: 30 minuti dalla preparazione delle pietanze.
Ci vorrebbero, infatti, almeno il doppio degli autisti e dei mezzi di trasporto per riuscire a consegnare contemporaneamente il pranzo e la cena, entro mezz’ora dalla cottura, a Morcone, Molinara, S. Bartolomeo in Galdo, Puglianello e Bucciano, oltre alla merenda pomeridiana prevista da contratto, ma non consegnata.
E poiché, come scrivevamo allora: “qui non si tratta dell’appalto della lavanderia, ma di un servizio che dovrebbe avere come caratteristica fondamentale il “gradimento” di chi ne usufruisce”, viene fuori dal video di Altrabenevento una seconda verità.
Cioè: se il medesimo pullmino va a fare le consegne “sballottando” per ore pastina o fettine di maiale, è prevedibile che quel cibo perda il suo requisito fondamentale, il gusto, stravolgendo la finalità stessa dell’appalto.
Per un ente pubblico responsabile di fornire pasti a bambini, anziani e malati, infatti, la “gradevolezza” del cibo è una condizione importante non meno di altre norme igieniche o alimentari. Perché una pietanza senza sapore, è come un quadro senza colori o un concerto senza sonoro: è un’altra cosa… Per cui, se i soldi impegnati dalla Sanità consentono di somministrare “roba” dal sapore indefinito o sgradito, questo non equivale a risparmio: ma a soldi buttati.
La terza verità emersa dall’inchiesta, però, è la più grave.
Perché se un bambino può colmare le carenze alimentari e organolettiche della mensa scolastica con pasti saporiti conditi con “calore familiare” almeno di sera e durante le vacanze; per i “lungo degenti” anziani e malati mentali, invece, questi pasti “disumani” in vaschette di plastica monouso, sono un incubo senza fine: perché vengono riproposti 2 volte al giorno, nei festivi e nei feriali, per 365 giorni all’anno, fino a che morte non li separi! Un supplizio che “avvelena” la loro vita, non solo in senso metaforico.
Perché la mancanza delle sostanze nutritive contenute in un cibo sano e fresco – fra l’altro, facile da reperire a Morcone e Puglianello “a chilometro zero” – è dannosa sia per il fisico debilitato di anziani e malati, sia per il loro equilibrio psicologico: la privazione, infatti, del “piacere della Tavola” – uno dei piaceri fondamentali per ogni essere umano e uno dei pochi rimasti a chi non ha l’età e la possibilità di procurarsene altri – oltre che un danno, è una cattiveria ingiustificabile e inaccettabile.
Di qui l’appello al Commissario Asl: “Visto che le proteste contro questo cibo “malsano” non sono bastate ad attirare l’attenzione dei responsabili dei Dipartimenti Asl di “Prevenzione” e “Salute Mentale” – che per primi avrebbero dovuto preoccuparsi e provvedere – chiediamo a lei di farlo. E non solo sospendendo, in via cautelativa, il rifornimento dei pasti della Ristorò alle strutture sanitarie – sussistendo gli stessi presupposti che hanno indotto il Comune a sospendere la mensa scolastica – ma attivando subito, con la sensibilità che ad altri è mancata, le soluzioni possibili, bene accette ai pazienti e utili a fini terapeutici già sperimentate da altri dirigenti a Puglianello e a Morcone, di recente e in passato, ma immotivatamente interrotte dal Direttore del Dsm.
Per la Rete Sociale : il presidente Serena Romano