La Telesina: un dramma senza fine. E sull’appalto in corso spuntano ombre da più parti
Con la morte del secondo conducente nell’ultimo ed ennesimo incidente stradale lungo la TELESINA si aggrava sempre di più il conto dei morti su questa ormai famigerata strada. A nulla sono valse le proteste, gli appelli e le denunce: su questa strada si continua a morire.
E si continua a parlare da 30 40 anni del famoso raddoppio della Telese-Caianello – ci saranno stati una ventina di Governi 40 sottosegretari, una ventina di ministri, una cinquantina di deputati e senatori sanniti- ma nulla è stato fatto.
E quando, finalmente, dopo lo stanziamento dei fondi e la partenza della gara di appalto ecco che spuntano fuori carte e documenti che attestano che la gara non sia stata condotta nel migliore dei modi. E si entra, adesso, nel vortice dei tribunali, amministrativi per il momento.
Ciò sicuramente ritarderà l’inizio dei lavori con la conseguente ulteriore penalizzazione degli utenti che di questa strada non ne possono fare a meno.
Ma andiamo con ordine.
Carte alla mano possiamo mettere in chiaro alcuni punti dell’intricata vicenda -e quando diciamo carte alla mano parliamo di documenti ufficiali, come sentenze eccetera- e non di dicerie:
1)L’appalto indetto dall’Anas è stato oggetto di ricorso dapprima al TAR e poi al Consiglio di Stato. Il giudice amministrativo con sentenza emessa il 7 gennaio 2022 ha ufficialmente conclamato la falsità dei documenti presentati in sede dall’aggiudicatario, il raggruppamento capeggiato dalla DE SANCTIS S.p.a., che si è avvalsa di un’autorizzazione presentata presso il comune di Melizzano. Va detto che il giudice amministrativo nella sentenza in oggetto ha ricordato che la produzione di documentazione falsa in procedura di gara esclude chi abbia fornito, anche per negligenza, informazioni false e fuorvianti suscettibili di influenzare le decisioni sull’esclusione, la selezione o l’aggiudicazione dell’appalto.
2)Come se non bastasse questo emergono ulteriori dubbi in merito alla genuinità della documentazione a cui ha fatto ricorso il primo graduato relativa ad autorizzazioni utilizzate presso alcuni enti comunali e regionali (autorizzazioni necessarie per alcune attività dell’appalto).
In particolare si tratterebbe di una cava ubicata tra il Sannio e il Molise che non rientrerebbe tra i siti estrattivi in possesso delle caratteristiche dichiarate in sede di gara ai fini del punteggio. Cava che in passato è stata raggiunta anche da un provvedimento di sequestro. Mentre per quanto riguarda strettamente il Sannio la problematica riguarderebbe un atto autorizzativo allegato alla gara riferito ad un terreno agricolo e vincolato non idoneo rispetto alle attività che l’impresa voleva realizzare.
3) tutta questa intricata vicenda è al vaglio sia dalla Procura di Benevento che a quella di Roma.
Quanto ci vorrà affinché la vicenda sia chiusa e inizino a partire i lavori? Ecco questo è il bello…non si sa. E quindi avendo fatto un punto preciso della situazione attuale non resta, per chi percorre quella strada, di prestare come sempre attenzione e per il resto affidarsi (chi è credente) al Padreterno.
Felice Presta