Quando un stato democratico crea disparità di trattamento (nel commercio)!
Chi legge questo giornale sa che sono sempre stato critico nei confronti di questo Governo, né migliore né peggiore dei precedenti, riguardo alle misure economiche elargite da marzo fino ad oggi.
Sono stati spesi miliardi senza nessun beneficio reale all’economia della nazione, e non lo dico certo io, piccolo giornalista di provincia bensì insigni economisti che al riguardo hanno stilato, nel corso del tempo, tabelle, statistiche ecc.
Non voglio ritornare su questo argomento, non voglio annoiarvi, ma in questo articolo mi preme sottolineare un punto preciso derivante da tutte queste misure messe in campo senza un’idea ben precisa: la disparità di trattamento tra cittadini, tra attività commerciali e cosi via.
Disparità dovuta, riguardo alle attività commerciali, al famoso codice ATECO (classificazione adottata dall’istituto nazionale di statistica italiana per le rilevazioni economiche).
Ci sono molti punti che non vanno e vedo, giusto per dare un’idea, di sottolinearne qualcuno.
Codice ateco
47.2 – COMMERCIO AL DETTAGLIO DI PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO IN ESERCIZI SPECIALIZZATI
Questo riguarda un settore, quello del commercio al dettaglio, di prodotti alimentari. Benissimo….ma ad esempio com’è possibile che un panificio che fa anche torte e dolciumi può stare aperto e venderli e una pasticceria no? Oppure perché viene parificato l’esercizio di un supermercato, che vende una quantità di prodotti enorme, ad un negozio di dolciumi. Tutti e due stanno aperti, ma per il secondo il danno derivante dalle restrizioni governative –e aggiungiamoci anche quelle sclerotiche del governatore De Luca e del sindaco Mastella- è enorme e non vedrà mai un euro di ristoro.
Di casi citati come questo ne potrei citare a migliaia, se poi a questo aggiungiamo anche i “furbetti” che in barba alle regole le aggirano facendo come gli pare –causando quella che una volta veniva definita ILLECITA CONCORRENZA- l’opera è completa.
In buona sostanza, e per semplificare ci sono attività commerciali che hanno i ristori adeguati al danno delle restrizioni imposte, altri che hanno ristori inadeguati alle restrizioni imposte e altri che non hanno nessun diritto ai ristori nonostante i danni derivanti dalle restrizioni. In uno stato democratico e liberale, che dovrebbe mettere tutti sullo stesso piano, questo grado di iniquità è tollerabile?
Per me no…e prima o poi qualcuno se ne accorgerà e ne vedremo delle belle.