Un grido disperato: riceviamo e pubblichiamo
Caro direttore, le scrivo questa lettera perché so che lei, cosi attento alle problematiche, la pubblicherà (magari correggendola un po’, non sono un giornalista).
Sono arrabbiato (cambiato il termine n.d.r.) perché da marzo non solo sto in cassa integrazione a mesi alterni, ma adesso anche a giorni alterni.
E come me un sacco di amici, parenti stanno nella mia stessa condizione. Seguo con attenzione i telegiornali per vedere se siamo giallo, rossi, arancioni o arcobaleno. E tutto ciò non è possibile.
Ci sono numeri alti di contagio? Benissimo, si chiuda tutto ma il Governo ci dia la possibilità di campare dignitosamente.
Il Governo ha paura dei disordini sociali che possono derivare dalle chiusure, e quindi da una grande crisi economica? Ci dia allora la possibilità di lavorare.
Una via di mezzo, come quella che sta attuando adesso non èpiù possibile per lavoratori autonomi, partite iva, commercianti ecc.
E lasciamo stare il fatto che per sanificazione a atrezzature varie, per poter lavorare, il Governo ha fatto spendere tanti soldi, ad esempio ai ristoratori, senza poi dargli modo di lavorare
Cosi non si vive più, e non saranno certo quei quattro soldi, cosi enfatizzati dai media, dei decreti ristori (ter, quater) a permetterci di continuare ad avere speranze nel futuro.
Sono italiano, campano, beneventano e sannita, ma in questo momento non mi sento di appartenere a nulla se non alla classe di quelli che se la stanno vedendo nera…e se il detto “quando buono buon più nero della mezzanotte non può essere”, detto che si usa dalle nostre parti, poteva avere ancora una valenza, adesso ogni giorno diventa sempre un po’ più buio della mezzanotte…
E poi vedo che i dipendenti statali scioperano per il contratto di lavoro scaduto, e vengo a sapere che ci sono petizioni in giro perché gli stessi si lamentano che non ricevono i buoni pasto.
Come mai?
I sacrifici li devono fare solo una parte della popolazione mentre gli altri urlano a squarciagola che si deve stare chiusi in casa finché non passi tutto avendo lo stipendio assicurato?
Mi pare di cogliere, ma forse mi sbaglio, una piccola disparità di trattamento…
Ci aprono, ci chiudono.
Adesso poi ci stanno tenendo buoni con la futura campagna vaccinazioni. Tutti i TG ne parlano costantemente come la soluzione definitiva (speriamo) mentre noi vaghiamo nel buio di una notte che sta diventando interminabile e insopportabile.
Speriamo, chi resisterà di noi, di vedere la luce…
Almeno adesso in questa situazione il governatore De Luca ha finito di sparare cazzate dalla sua scrivania, rendendosi conto della polveriera che ha sotto i piedi.
Cosa che il nostro sindaco, Mastella, ancora tarda a rendersene conto. Spende 50.000 per le luci e poi dice che dobbiamo stare tutti a casa. Scusate sindaco, e stavolta ve lo dico in dialetto: “ che cazz adu mis’ a fa?”.
Ho fatto l’albero e il presepe per i bambini e chiedendovi scusa per il mio sfogo vado a giocare e a ridere con loro. Perché, e ne sono convinto, che sono proprio loro che pagheranno il prezzo più alto di tutta questa situazione. Il loro futuro è ancora più buio del mio, ma, paragrafando un film di successo…”speriamo che ce la caviamo”.
Grazie!
N.d.r.: la foto è presa da internet e non ne conosciamo l’autore. Se qualcuno ne è il proprietario saremo ben lieti di mettere il suo nome, o, nel caso non voglia la pubblicazione di levarla e sostituirla con un’altra immagine. Noi l’abbiamo messa per far vedere e far capire ciò che è successo in questi mesi e questa vignetta lo riassume bene.
Felice Presta