Una città di IGNAVI, le “favolette” e ad esempio…l’ASIA
Ogni santo giorno mi capacito sempre meno di come molti dei miei concittadini continuino a credere nelle “favole” che i nostri “politicanti” continuano, da anni, a raccontare.
Di esempi ne potrei fare molti, dalle assunzioni alla Nestlè, al raddoppio della Telese-Caianello, fino ad arrivare ai risarcimenti per gli alluvionati del 15 Ottobre 2015.
Ne ho citati alcuni, senza peraltro (avendolo già fatto più volte) approfondire gli argomenti in questione.
Se Dante fosse ancora in vita, condannerebbe la maggior parte dei cittadini di questa città nel girone degli IGNAVI, facendolo con cognizione di causa, data la realtà che ci contraddistingue.
Ma il continuare a credere nelle “favolette”, da qualsiasi parte politica provengano, sta portando la città a morte certa senza che nessuno dica nulla.
E non basta essere sprofondati al 95esimo posto a livello nazionale secondo i dati del Sole24Ore per la qualità di vita, per giustificare questo immancabile tracollo mentre, data la bellezza e la grandezza di questa città potremmo, se ci fosse però la volontà politica, pensare di poter occupare i primi posti di tale classifica.
Ma le “favole” fanno credere che tutto ciò che è irreale, prima o poi per giocoforza, diventa reale.
I sogni sono desideri…cantavano in un film della Disney, ma qui sono desideri che non si realizzeranno mai.
Di certo per volontà politica , ma anche e soprattutto per l’ignavia dei cittadini di questa città.
A differenza di molti, non sono abituato a raccontare cose non vere ma, carte alla mano, di analizzarle e trovare quello che non va e magari sottolinearlo, cercando di farlo arrivare anche oltre i confini degli “illuminati” di questa città, cercando di arrivare a quelli che una volta ho definito, in un articolo, un branco di pecore capaci solo di seguire il pecoraio nel suo percorso.
In una delle tante “favolette” raccontateci nel 2007, il duo Lonardo-Pepe ci raccontò che avremmo dovuto fare la raccolta differenziata per evitare emergenze rifiuti in Campania. E seppero raccontarlo talmente bene al punto da affermare anche che, più alta sarebbe stata la raccolta differenziata ,meno avremmo pagato di tasse.
Ebbene… è accaduto questo?
Assolutamente no e mai nessuno si è chiesto il perché.
Ma lo spiegherò dopo.
Nel frattempo, nel corso degli anni, i nostri Amministratori e Dirigenti hanno continuato a raccontare “favolette” a questo proposito arrivando a dichiarare (di qualche giorno fa la notizia “sparata” sui giornali) che Benevento era arrivata a differenziare il 70%.
Il perché del termine “favolette”?
In primo luogo, perché i dati reali sono molto differenti e testimoniano un andamento decrescente al riguardo: 2014 percentuale differenziata al 65,03%; 2015 differenziata al 64,61%; 2016 differenziata al 62,34% dati dell’osservatorio regionale rifiuti. E il trend del 2017, fino ad oggi, conferma il dato negativo.
Dato negativo messo in risalto dal Consigliere PD Italo Di Dio, l’unico finora che ha lanciato il grido di allarme a tal proposito e l’unico che ha prospettato , se il trend non si invertirà, un aumento maggiore della “componente immondizia” della Tari.
Ma andiamo oltre… Abbiamo detto che Benevento ha il 62,34% di differenziata.
Benissimo, peccato però che il conteggio venga fatto su quelli che la tassa la pagano e non mettendo dentro il 45% di “evasori” che questa tassa non la pagano.
Facendo due conti non siamo al 62% ma al 35% e questi sono dati reali.
Perché chi non paga va a buttare la sua spazzatura dove capita e finisce, com’è naturale (ma non giusto, ci mancherebbe…) che sia, tutto nell’indifferenziata.
Per capirci: chi lascia l’immondizia attorno alle campane, chi la lascia vicino alle mura longobarde, oppure sulle sponde del fiume ecc.ecc., con dei costi di “gestione” per la ripulitura che aumentano di anno in anno.
Insomma una favoletta che continua, imperterrita, ad essere raccontata dal 2007 e che è stata e sarà sempre fonte di tensioni, fra i lavoratori che si alternano (consorzi, ex Russo, interinali), fra i cittadini che pagano e quelli che evadono, fra le forze politiche.
Ma qui in città continuiamo a credere alle favolette e magari siamo anche orgogliosi quando il Presidente Asia si prende meriti e premi per un servizio che, è doveroso ricordarlo, abbiamo fatto noi nelle nostre case.
Felice Presta