NON SONO CAZZI TUOI!
Con questa affermazione, poco delicata in verità, ripetutami più volte in questi 4 anni, si è sempre cercato di ”stoppare” uno pseudo giornalista come il sottoscritto nelle sue inchieste su quello che non va in questa città e, talvolta, nella Provincia (quando ne ho il tempo).
In questi 4 anni è successo tutto e di tutto, ho scritto di tutto (con denunce all’autorità giudiziaria allegate agli articoli) con l’apice di due anni fa per il caso Malies e tutto ciò che nascondeva un progetto del genere.
Aspetto ancora la chiusura delle indagini preliminari da parte della Procura a questo proposito.
Ma i casi affrontati sono tanti, dal corso Area Pedonale (tranne l’ex sindaco Pepe nessuno lo sapeva), al campanile di Santa Sofia proprietà del Comune, alle innumerevoli discariche di eternit, ai migranti e case di accoglienza, alle denunce presentate contro dirigenti del Comune di Benevento, alle inchieste su Clan, usura, riciclaggio…fino ad arrivare alla massoneria imperante in questa città che mi hanno portato ad indagare sulla città “gemellata” Cosenza.
Prevedendo, tra l’altro, la morte di Ester qui, giu al rione Ferrovia
E perfino a “scoprire” che molte attività commerciali continuano a rimanere per anni aperte pur stando in perdita diventando, di fatto, solo macchine per riciclare soldi sporchi.
Avere notizie, a Benevento, non è difficile, basta scendere da casa fare 500 metri e subito dopo potrei tornarmene indietro e scrivere non un articolo, ma cinquanta.
Dopo 4 anni, in verità, i FATTI I CAZZI TUOI, me lo dicono molto di meno…vuoi perché hanno capito che di certe cose non me ne può fregar di meno, vuoi perché continuano a pensare che sia “innocuo” nei miei scritti e nelle mie denunce, molte delle quali “stoppate” all’origine, cioè da chi su queste avrebbe dovuto indagare.
Con il tempo però mi sono fatto più furbo e invece di denunce generiche sono state presentate denunce altamente particolareggiate, comprensive di delibere, di documenti, di testimonianze.
Qualcuno ancora pensa che dietro di me ci sia “qualcuno” che mi guidi e mi indirizzi verso determinate tematiche: mi dispiace deludervi, è solo la mia capacità di porre delle domande e di cercare le risposte che guida il mio lavoro (volontariato).
Il perché allora di questo articolo?
Perché nonostante i Fatti i cazzi tuoi, nonostante le minacce e nonostante cerchi, dimostrandolo con i fatti, di avere a cuore solo il bene della città ci sono sempre accattoni, nani e ballerine, oltre ai nemici storici politici (e a quelli nuovi con cui avrei dovuto stare a contatto) che cercano in tutti i modi di limitare il mio raggio di azione, e di fare allusioni sul mio ipotetico guadagno in quel che faccio.
A tal proposito volete sapere cosa ci ho guadagnato?
Un po’ di stima da parte di qualcuno, un po’ di considerazione da parte di qualche politico, la conoscenza reale di tutta la città (fisica, spirituale, economica e sociale), il recupero dei Santi Quaranta e il recupero del campanile di Santa Sofia.
E ci ho guadagnato anche la stima e il rispetto dei ragazzi dello scientifico di San Giorgio del Sannio con lo stage di “Sannio Report” fatto lo scorso anno scolastico, che per me vale di più di tutto il resto…vale quanto un’intera vita! (la foto dell’articolo è stata scattata dalla bravissima Nicoletta in occasione dello stage)
Rimettendoci tempo (insieme ai volontari), denaro, un’infezione sul braccio che dura da due anni, acidità di stomaco, pressione alta (sono sempre incazzato), mal di schiena ecc. ecc.
Perché allora lo faccio?
Vi rispondo con l’incipit del libro che avrei dovuto scrivere a 4 mani anni fa con Anna Maria Pedicini e che si è arenato per il poco tempo (e anche perché Anna Maria ha preferito altre strade):
“Che Benevento stia morendo è un dato di fatto, che lo faccia in silenzio, beh questa è un’altra storia”.
Articolo dedicati ai detrattori, gli pseudostatisti, ai passivisti (contrario di attivisti del Movimento 5Stelle), agli accattoni, gli pseudo operatori culturali, ai fancazzisti, agli invidiosi, ai malpensanti e a tutti quelli che mi tengono, per un motivo o per un altro, sulle palle.
Felice Presta