CLASSE 1999
Cara me,
scrivo a quello che sarà e diventerà la mia generazione.
Siamo diciassettenni con la speranza di diventare manager,attori,dottori,architetti,
ingegneri e altro ancora, niente di particolarmente diverso da quello che
desideravano gli altri prima di noi.
Tuttavia,quello che sentiamo dire alla
televisione o che leggiamo sui nostri smartphone,non ci induce di certo a pensare
che potremmo realmente esserlo.
“Il lavoro manca”,”scegli un lavoro con cui fare soldi facili”,”il tuo paese sta
Morendo”,frasi continuamente ripetuteci che smontano la nostra visione,quasi
mistica dovremmo dire,di veder realizzati i nostri desideri.
Oggi,nel 2017,siamo studenti che si rendono conto di poter essere solamente
tali,ma siamo comunque ragazzi pronti alla conquista della vita che vorremmo
avere.
E fra 10 anni?
L’università che avremo concluso sarà quella che volevamo
o quella che ci hanno indotto a scegliere?
Noi siamo preoccupati per la risposta,
siamo preoccupati per il nostro futuro.
Pieni di decreti legge apparentemente utili alla nostra carriera,ma che in realtà
mancano di efficacia.
Pieni di persone che vogliono “puntare sui giovani”,come
dicono loro,invece se ne lavano le mani.S
ono rare le persone che incontriamo,
intenzionate ad incoraggiarci a seguire il nostro sogno;di conseguenza la nostra
unica forza siamo noi.
Quindi alla mia generazione e a me stessa,suggerisco di non ascoltare ogni voce
che cerca di prevedere ciò che saremo,perché nessuno ne ha il diritto.
Se hai in testa di diventare qualcosa,muoviti per realizzarti,senza lasciarti
trasportare da percorsi più facili.
Hai la tua testa,hai i tuoi sogni,potrebbe
sembrare una frase fatta ma non lasciare che nessuno distrugga il tuo sogno.
Renditi orgoglioso di te e non mollare mai.
Maria Rosaria Crudo e Rita Parziale
IV Liceo Scientifico Virgilio