La Mensa è finita, andate in pace
Il 7 marzo il servizio di mensa scolastica terminerà e con essa le tante, troppe, inutili e sterili polemiche in merito, prodotto soprattutto da chi, ad arte, ha messo in piedi un processo mediatico che:
1) non ha prodotto nulla;
2) ha di fatto ridotto il consumo dei pasti della mensa da 1400 al giorno ai poco più degli attuali 300;
3) ha probabilmente, nel caso della Ristorò, condotto il Comune ad una diatriba giudiziaria che costerà tanti bei soldi;
4) non ha assolutamente salvaguardato l’occupazione;
5) ha vantato le doti della nutrizionista amica, Pina Pedà contro l’assessore Ingaldi;
6) attaccato fin dall’inizio l’assessore preposto, Amina Ingaldi.
Faccio un breve riassunto: qualche anno fa ebbe inizio la guerra “mensa” contro la Ristorò.
Ma negli anni precedenti alla mensa si mangiava bene?
No, certamente, ma nessuno si era mai proposto di controllare l’operato.
Si arriva cosi dalla battaglia mediatica alla guerra aperta, con tutto ciò che questa ha portato con sè.
Politicamente l’Amministrazione Mastelliana, nonostante i proclami durante la campagna elettorale, avrebbe dovuto subito prendere una posizione politica forte: soldi per il centro cottura di Capodimonte non ce ne erano, quindi la mensa non si sarebbe dovuta far “partire”.
Probabilmente,la scelta sarebbe stata giustificata dal fatto che l’Amministrazione precedente aveva completamente prosciugato le casse comunali, lasciando solo quello che si è scoperto nei mesi successivi: solo debiti.
Non è stato fatto…e ciò ha comportato gli strascichi che sappiamo e che si concluderà dopodomani con la fine del servizio.
E voglio anche tralasciare il fatto che il bando per il nuovo servizio mensa era stato copiato da quello precedente, che ha poi portato alla vittoria della Quadrelle.
Voglio anche sorvolare sul fatto che nell’ultimo periodo, dei 300 pasti serviti, più della metà non venivano “onorati”, di fatto diventando morosi, con costi che sono ricaduti interamente sul Comune.
Voglio anche lasciare stare le dichiarazioni rese da alcuni dipendenti della Ristorò che dichiaravano, dopo anni di servizio, le condizioni in cui si preparavano i pasti, la pulizia dei locali eccetera.
Come mai dopo tanti anni si erano decisi a parlare? E nel periodo precedente, che presumibilmente era uguale, perché avevano taciuto?
Erano stati complici del servizio o disservizio mensa?
Tutta questa vicenda, che si trascina da anni, ha da sempre risvolti che non mi hanno mai convinto. Dalle partecipazioni ambigue, alle battaglie politiche che hanno portato spesso a scontri cruenti, ma che di fatto non hanno mai risolto il problema.
A chi ha giovato tutto ciò? A chi cercava l’impatto mediatico cavalcando il malcontento delle mamme che mandavano i figli a tempo pieno?
Per fare cosa?
Risolvere o mantenere in piedi il problema?
Ogni tanto accusano me di voler essere al centro dell’attenzione.
Questi personaggi non capiranno mai una cosa: con i tanti problemi che ha la città, non ho tempo, nè voglia di cercare l’impatto mediatico ma, essendo un pragmatico (che cerca la soluzione più veloce ed utile) ,utilizzo il tempo che ho in 3 modi: stare in mezzo alla strada, stare sul computer e sui social per diffondere le notizie, e scrivere articoli.
La mensa è un grave problema, ma non è l’unico: c’è la disoccupazione, la crisi commerciale, la crisi delle partecipate, il dissesto, l’ipotesi di fallimento, i capolavori pubblici da terminare (non si sa con quali soldi), le cause contro il Comune, i Dirigenti, l’intero apparato amministrativo.
Per non parlare della questione migranti, prostituzione, usura, micro delinquenza.
Ma con tutti i problemi che ha questa città…è mai possibile che ci si concentri su uno solo e che gli altri si faccia finta che non esistano?
Vabbè, tanto la Mensa è finita, andate in pace.
Felice Presta