Mi sono rotto le palle di questa città e lo dico con il cuore in mano….
Pubblico questo articolo, ma sarebbe meglio definirlo sfogo, prima di andare ad assistere all’ennesimo consiglio comunale.
Non ce la faccio più ad ascoltare, da anni, sempre le stesse cose, cercando di far cambiare qualcosa in una città preda di un immobilismo totale, che giova solo ad alcuni singoli e ad alcune famiglie.
Qui non si tratta più di interessi personali ,bensì di disinteresse per la città per i propri fini: potere, soldi, politica, prestigio, sono le parole che vengono usate sull’altare di questo disinteresse.
Sembra che tutto cambi affinché nulla cambi e intanto la città muore e con essa la speranza.
Da cosa partire oggi?
Dagli ex- Russo e dal loro comunicato? Certo, conosco bene la situazione e ho avuto modo, in 7 anni, di ascoltarli a cadenza settimanale, seguendo tutto il loro calvario (vi ricordate la fabbrica di bare? No? Io si).
Degli interinali? Chi si ricorda del comunicato del 2012 mandato ai giornali dove dichiaravano che erano stati sfruttati per fini elettorali e poi abbandonati? Nessuno? Io si
Dell’ex- ditta Menechini che gestiva il verde?
Ben 25 di loro sono stati mandati a casa. Alcuni di loro, con la ditta avevano contratti a tempo indeterminati. Poi sono stati licenziati (un grazie all’art.18 che ha reso possibile, secondo qualcuno, l’alternanza del lavoro).
Dei lavoratori dei Consorzi? Che adesso fanno dei corsi di aggiornamento in vista della costituzione dell’ATO. Ma questi corsi servono per caso a tenerli buoni?
Vogliamo parlare degli ex- Tim, dei tanti lavoratori che in questa città morente stanno perdendo il posto di lavoro?
Vogliamo parlare della disoccupazione, giovanile e non, dei giovani che vanno via….
Non si può ascoltare (perché fa molto male), come stamattina, un padre di famiglia che ha 8 rate dell’affitto non pagate e che gli stanno per staccare anche la corrente.
Cosa gli dovrei rispondere?
Che non ci sia lavoro e che non ci siano soldi è un dato acquisito. Nessuno ha mai detto che con il dissesto c’era da sorridere, tutti sapevano a cosa si andava incontro.
Ma chissà perché nessuno addossa le colpe di questo a nessuno, come se la causa stessa fosse sempre un altro e non quello che ci governava o che ci ha governato.
Lavoro in cambio di voti? Ma va? Dove sta la novità….
Non c’è…
Ho tanti nemici, ma anche molti amici che vengono a raccontarmi le loro speranze, i loro sogni, le loro paure…e questi sanno come la penso.
“Volete lavorare per 3 o 4 mesi ogni 5 anni per 500-600 euro al mese? Ebbene,non mi trovate d’accordo.Voi dovete chiedere di lavorare con contratti a tempo indeterminato a 1000 euro al mese”. Questo è il mio pensiero, che ogni volta manifesto a loro.
C’era un film, di molti anni fa, che si chiamava “Generazione 1000 euro”. Sono passati anni, adesso lo stesso film, dovrebbe avere come titolo “Generazione 500 euro” (se e quando si riesce ad averli).
Quando mi chiedete come si possa uscire da questa situazione, io rispondo e risponderò sempre allo stesso modo: cacciando via chi ci ha portato in questa situazione, politico, dirigente o presidente che sia.
Solo una rinnovata classe dirigenziale/politica ci permetterebbe di uscire da questa “ impasse”,che durerà purtroppo per tanto tempo ancora.
Ma i “vecchi” non vogliono farsi da parte, cambiano cariche ma senza mai perdere il “potere”, che gestiscono e centellinano a propria necessità.
Di fatto tenendo in ostaggio una città intera, una Provincia intera, una Regione intera e l’Italia intera.
Con Mani pulite, lo ricordo bene, si cancellò una classe dirigente nazionale corrotta, ma il suo posto è stato preso da un’altra classe dirigente che, con i dovuti confronti, si sta dimostrando peggio di quella precedente.
Come attivista del Movimento 5 stelle dovrei qui elogiare il fatto che il Movimento qualche cosa sta cercando di cambiare.
Ma la corruzione, la concussione, la raccomandazione, sono cose insite nel DNA dell’italiano e ancor di più nel beneventano.
Quindi scusate se ho iniziato con un’affermazione forte, ma di tutto ciò ne ho davvero le palle piene.
Felice Presta