E venne il giorno del dissesto. 11 gennaio 2017
Ieri non è stata una bella giornata per la nostra città, ma in realtà era tutto già scritto e predestinato almeno da 3 anni e quindi, senza difendere nessuno, già si sapeva che cosa sarebbe uscito dalle urne del 19 giugno.
Essendo stato in campagna elettorale nel Movimento 5Stelle (mai nascosta la mia appartenenza) ,erano cose che tutti abbiamo detto e ripetuto insistentemente, ma su questo punto ci tornerò in seguito…
Le colpe di chi sono? Beh, naturalmente di molti, tanti, troppi, che in questa città hanno sempre ritenuto prioritari gli interessi personali e di partito, invece che il benessere dei cittadini.
Essendo un suo nemico giurato, sempre politicamente, potrei indicare Fausto Pepe come principale indagato dell’omicidio di Benevento, ma sarebbe riduttivo e, così facendo,ingannerei la vostra intelligenza.
Potrei accusare di complicità la minoranza (non l’ho mai definita opposizione) ,che ha fatto finta di lottare contro le due amministrazioni pepiane (senza generalizzare, ma l’andazzo è stato quello, non me ne vogliano Nazzareno Orlando e De Nigris, che hanno sempre saputo su questo punto cosa ne pensassi).
Potrei citare il processo “Mani sulla Città” in tutti i suoi punti, per far capire in che modo le cose siano andate e perché si sia arrivati a questo, ma visto che è ancora in corso, mi limito solo a menzionarlo in queste due righe.
Ma di certo un colpevole c’è: siamo noi cittadini che, pur vedendo l’andazzo in questi anni, abbiamo continuato a sperare nelle briciole che ci venivano lasciate (parlo degli Ex-Russo, interinali, lavoratori dei consorzi eccetera).
Il Movente? Le briciole di cui sopra e, con molta probabilità, il ringraziamento dovuto per la mancata riscossione delle tasse dovute al Comune (ricordo che adesso sono usciti i numeri che parlano di un’evasione della Tari, della Tarsu negli anni passati del 45%… saranno tutte persone bisognose?). Quando parlavo dell’evasione ,ho sempre parlato di una percentuale di evasione del 25%, non pensavo affatto che potesse essere cosi alta, poiché le carte da me richieste, non mi sono mai state date.
L’arma? Il voto, l’urna e tutte le elezioni che negli ultimi 10 anni ci sono state.
Adesso è pressochè inutile piangersi addosso; una cosa invece giustissima, è venuta fuori ieri dall’aula consiliare: quella di dover rimboccarsi le maniche e di iniziare, seriamente, a lavorare per il bene della città e dei cittadini.
Lo farà Mastella o qualcun altro questo ha poca importanza, l’importante è che si inizi un percorso serio, anche perché, come abbiamo visto, il tempo delle vacche grasse è finito, i soldi sono finiti.
Da “ospiti della Prima alla Scala” dobbiamo tornare a fare gli operai e prima iniziamo a farlo prima ci risolleveremo.
Poco conta se partiremo con 7 milioni di debito nonostante il dissesto: per quello ci saranno risvolti giudiziari per attestare le responsabilità di chi non ha ripristinato quel fondo (ex 219) spendendo soldi per lavori pubblici (CAPOlavori pubblici) e per il PIT (piano integrato territoriale).
Fin qui un’analisi, molto sintetica, di quello che è successo ieri.
Personalmente, se fossi stato eletto sindaco al posto di Mastella, non avrei mai fatto firmare quei due bilanci, il consuntivo e il preventivo, redatti dall’Amministrazione precedente, ma avrei consegnato subito tutte le carte alla Corte dei Conti, ben sapendo a cosa si andava incontro,ma evidentemente Mastella ha voluto tentare, sperando che la situazione non fosse cosi nera come era stata descritta. Ma la politica non si fa con i se e con i ma, oggi è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà.
Realtà che è nel frattempo, in questo ha ragione l’opposizione, peggiorata rispetto a giugno, con i conti ancora più in rosso di quel che erano.
E nel frattempo c’è stata l’assunzione a tempo indeterminato, con delibera del Consiglio di Amministrazione, di un Dirigente (cosa probabilmente contro legge, sulla quale ieri il Presidente DE MINICO ha dichiarato che questo sarà portato in tribunale, e io aspetto…), c’è qualcuno che ha iniziato a parlare (dopo il suo trasferimento in altri uffici…perché non lo avrà fatto prima? Mah!) dei casi delle strade-fantasma o del problema avuto dal consigliere Quarantiello con un immobile, inoltre c’è stato lo strano caso del furto presso gli Uffici Comunali di Piazzale Iannelli (oggetto di un articolo a parte), c’è stata la nomina a Dirigente di un impiegato comunale, nonostante fosse reo confesso di assenteismo e nonostante il Protocollo di Intesa ,firmato dalla Procura e dal Comune con il Presidente Nazionale anticorruzione: Raffaele Cantone.
Nel corso di quell’incontro ,il Presidente della Corte di Appello di Napoli ha rimarcato: “come l’assenteismo tra i pubblici dipendenti sia una delle maggiori piaghe che rendono insostenibile il rapporto tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione”. E il 25% di assenze dei dipendenti dell’AMTS come viene giustificata? Giusto per fare un esempio.
Ci sono state queste e molte altre cose.
Natale è finito, con esso anche i dubbi che avevano molti sulle condizioni economiche di questa città.
Se avete tempo, vi invito a leggere i vecchi articoli, in cui ho previsto e prevedevo tutto ciò che è successo fino a ieri, parlando di opere pubbliche, di sprechi, di strani dirigenti, di indagini e di processi, di casi limite dove c’è tutto e il contrario di tutto.
Spesso mi fermano per la strada e mi dicono: “Guarda che li c’è una cosa che non va. Perché non intervieni per metterla in evidenza?”.
Io gli rispondo: “purtroppo, dopo 5 anni di dura lotta ogni giorno per le strade, devo ancora trovare qualcosa che vada in questa città”.
Forse per questo sono stato contento dell’accensione delle luci davanti a Santa Sofia, dello spostamento del cantiere del Mamozio, della riapertura del teatro De Simone, della segnaletica rifatta, orizzontale e verticale, in quasi tutta la città.
Piccole cose certo, rispetto ai grandi problemi, ma sono cose che per anni ho messo in evidenza.
E negli ultimi tempi, data l’ignavia, la sciatteria, il pressapochismo imperante, nonché la negligenza, sono bastate queste piccole cose a rendermi più speranzoso in un futuro migliore.
Ed è per questo che, sia pure con il dissesto ormai deliberato, nutro ancora qualche speranza nella nostra bella città.
Felice Presta