Lettera aperta (natalizia) al sindaco Clemente Mastella
Dopo sei mesi dalla Sua elezione a Sindaco di Benevento è d’uopo, da parte mia, analizzare i fatti, le situazioni, sia dal lato politico che personale.
Che Lei sia uno dei pochi “politici” (e non politicanti) rimasti nella nostra Provincia, è un dato di fatto e non devo certo essere io a ribadirlo, che il suo modo di fare, presenzialista (mi deve sempre spiegare come fa a stare da tutte le parti), autoritario, goliardico, accentratore eccetera…beh, anche questo fa parte del suo carattere “politico”.
Benevento aveva bisogno di una scossa per mandare a casa chi, dopo 10 anni, aveva distrutto questa città e probabilmente tale scossa è arrivata. Se per questa considerazione vengo tacciato come pentamastelliano…a questo punto,allora,lo sono.
In sei mesi, i problemi di una città non si risolvono di certo e la situazione è sempre più grave e sconcertante, come un’emorragia inarrestabile che porta inevitabilmente, ma lentamente alla morte.
E’ comunque doveroso, da parte mia, affermare che, su alcune cose, il mio osservare la città ha assunto un tono, come dire, più sereno.
Accendere le luci davanti alla Chiesa di Santa Sofia non è una gran cosa, ma lo stavo chiedendo da 5 anni, poichè non si poteva assistere al totale disinteresse della Provincia per il simbolo Unesco, al quale tanto (e male) le passate amministrazioni avevano lavorato. Cosi come accendere le luci sotto il teatro Comunale, oppure rifare la segnaletica orizzontale e verticale in quasi tutta la città ( la denuncia alla Procura della Repubblica da parte mia è dello scorso anno). Arretrare il cantiere del “mamozio” di fronte al Duomo, chiudere ai vandali il Malies, levare quelle bruttissime e pericolose “vele” in piazza Orsini, cercare di collocare le luci natalizie in più parti possibili, chiamare a collaborare persone valide nella realizzazione delle stesse come Filippo Cannata, conosciuto in tutto il mondo, ma mai valorizzato qui da noi, purtroppo.
A tal proposito vi racconto un aneddoto: ci siamo incontrati sotto il famoso albero, abbiamo parlato un poco e lui mi ha detto: “Il mio Natale è già arrivato quando ho messo in piedi il progetto e sono riuscito a coinvolgere alcuni detenuti di Capodimonte. Nei loro occhi ho visto la gioia per uscire dal torpore, dall’apatia e dalla noia della prigione per attivarsi alla realizzazione di una cosa per tutti i cittadini. Ed ancora di più quando la direttrice ha voluto premiare il loro impegno con dei giorni di libertà”:
Ecco… questo, qualora ce ne fosse stato bisogno, dovrebbe essere il Natale.
Fin qui le cose liete: ma questi sei mesi non sono stati tutti costellati di cose belle.
Iniziando dagli Assessori e dalle lotte interne (Ingaldi e Giorgione), dall’applicazione del famoso manuale “Cencelli” per l’individuazione degli stessi e cosi via…
Probabilmente mi aspettavo molto di più, ma probabilmente, come me, il caro Sindaco sapeva che doveva fare questo passo proprio in virtù del fatto che è sempre stato, e sempre sarà, un accentratore.
Io avrei delegato a persone fidate lasciando mano libera su alcune questioni.
Poi mi aspettavo che si prendesse in pugno la situazione del Comune, analizzando fatti e misfatti dei Dirigenti: dei vecchi qui mi limito solo a sottolineare uno di questi, tralasciando quello nuovo da Lei promosso, non si sa per quali meriti: Vincenzo Castracane.
Parlo del Dirigente del Settore Finanze e Tributi: Emilio Porcaro, colui il quale ha retto le redini dell’ufficio negli ultimi anni. Colui che sotto l’egida di Fausto Pepe fu messo li, probabilmente dopo i sei mesi pro- tempore illegalmente, e li è rimasto.
Cosa ha fatto o non ha fatto questo Dirigente?
Beh ,in primo luogo non ha mai dichiarato o fatto dichiarare il debito di 108 milioni di euro, fin qui accertati dalla Sua amministrazione dopo 6 mesi.
E’ vero che Fausto Pepe parla di patate e pomodori, ma qui stiamo parlando di un debito altissimo, che difficilmente potrà essere risanato in pochi anni senza aver versato lacrime e sangue.
E io continuo a chiedermi: questo Dirigente ha fatto male prima e bene adesso oppure ,ha fatto bene prima e male adesso? In tutti e due i casi almeno una volta ha sbagliato e grossolanamente.
E chi sbaglia dovrebbe pagare, o almeno cosi dovrebbe essere. Ma l’Assessore al ramo, Maria Carmela Serluca , considera il Dottor Porcaro (che nel frattempo si è laureato) un elemento valido e imprescindibile per il suo lavoro.
Politicamente lo considero solo un elemento, o meglio un uomo di fiducia della passata Amministrazione e proprio tale fiducia, mal riposta o ben riposta sarà il tempo a dirlo, è quindi politicamente contraria alla Sua amministrazione.
Bene le feste e gli spostamenti, in base al dispositivo anticorruzione degli impiegati comunali, quelli che una volta trasferiti stanno cantando come un coro di voci bianche, dicendo peste e corna di tutti, anche su un Consigliere comunale di maggioranza: Quarantiello.
Chissà perché queste notizie non sono uscite prima, misteri della fede…
Bene le feste in piazza, perché è quello che vuole la stragrande maggioranza dei cittadini, ma cerchiamo di guardare sempre le cose concrete. Magari all’attuazione, stavolta definitiva, dell’area pedonale lungo Corso Garibaldi. Della valorizzazione del nostro patrimonio artistico-storico, della riqualificazione della stessa città cercando di trovare sbocchi alla ormai morente economia.
E poi c’è la corte dei “miracoli”, dove gente che fino a ieri vi ha combattuto adesso cerca di salire sul carro del vincitore. Le voci, insistenti, di un passaggio di un Consigliere di minoranza, Luigi Scarinzi (tra l’altro il più votato del Partito Democratico), nelle vostre fila, operazione messa in piedi da uno scaltro politico di derivazione socialista da tempo scomparso dalle scene, non si può accettare.
Non lo posso accettare per due motivi: uno di carattere etico,,poichè è immorale che una persona eletta con tanti voti passi dalla minoranza alla maggioranza senza richiedere conferma di quegli stessi voti al proprio elettorato, Il secondo di carattere politico: come si fa ad accettare uno dei maggiori esponenti dell’opposizione tra le proprie fila magari dandogli un incarico e scontentando i propri alleati e uomini fedeli?
So che la lettera è diventata lunga e noiosa….avrei molte altre cose da scrivere, al esempio sull’Asia e su Lucio Lonardo, sul lavori pubblici, sulla mensa. Ma, magari, fra qualche tempo le scriverò una seconda lettera aperta, congratulandomi con Lei oppure bacchettandola, a secondo di quello che avrà fatto.
Felice Presta