Caso mensa: se proprio dovete parlare, parlate con cognizione di causa.
Mi piace come la politica, di conseguenza giornali e giornalisti, stravolga le questioni, a seconda delle convenienze del momento.
Per chi, come me, bada all’oggettività delle cose e non alla loro soggettività, la cosa è di difficile comprensione, perché facendo nel modo “ cosi fan tutti”, in questa città non si è mai riuscito a risolvere nulla.
Lo stesso è avvenuto ieri in Commissione mensa, dove resta da capire chi è la talpa che due secondi dopo la firma del verbale ha dato le informazioni per sputare veleno su due delle tre parti in causa sull’ormai annosa QUESTIONE MENSA.
E si perché i giornali e qualcun altro, non hanno lesinato attacchi all’Assessore Ingaldi e al Dirigente Castracane, rei confessi di aver detto che nessun controllo sulla mensa era stato fatto fino a ieri.
Ebbene, essendo rei confessi si prendono le loro colpe ma… tutti si sono dimenticati di chi doveva effettuare questi controlli. In primis l’Asl ,che con le linee di Indirizzo Nazionale per la Ristorazione Scolastica, conferite agli organi territoriali dal Ministero della Salute, è l’organo principe dei controlli scolastici.
E, a quanto riportato dalla commissione di ieri, ancora non ha fatto nessun passo a tal proposito. O almeno, se fatti, non ci sono ancora a disposizione i verbali.
Ma andiamo oltre…
Come scritto all’inizio di questo articolo i soggetti responsabili della mensa erano tre, l’assessore Ingaldi, Castracane, che è il dirigente e Responsabile Unico del Procedimento e…la consigliera Pedà.
La Dottoressa Pedà (e qui casca l’asino!), era stata incaricata, ed abbiamo il documento che lo attesta, dallo stesso Sindaco Clemente Mastella, di svolgere “funzioni di monitoraggio capillare sula qualità delle pietanze e la sicurezza complessiva legata ai cibi somministrati ai bambini, di tenere frequenti e costanti contatti con l’ASL BN1, con l’impresa vincitrice dell’appalto e la commissione mensa e le scuole”.
E lasciamo stare che sul documento ci sono due date: il 29 settembre e il 10 novembre. Da quello che ci risulta dopo aver accettato la stessa non HA MAI RINUNCIATO ALL’INCARICO. Ma le due date fanno presupporre che in prima battuta o abbia rinunciato o abbia dato le dimissioni. Nomina poi riproposta il 10 novembre scorso.
Premettendo che la stessa dottoressa dovrebbe effettuare controlli, presumibilmente a sorpresa, non penso che la stessa comunichi ai giornali la data dei controlli da effettuare.
Quindi la dottoressa Pedà con questo incarico si è assunta l’onere e l’onore dei controlli in toto, come recita il documento, di tutto ciò che riguarda la mensa.
E con questo documento, di fatto, si solleva l’Assessore Ingaldi da qualsiasi responsabilità, di qualsiasi natura, attinente il caso mensa. Perché, di fatto, tutte le sue competenze sono passate sotto l’egida della dottoressa Pedà.
Ma da Altrabenevento e da Corona, come già più volte detto, questo importante passaggio non è mai stato messo in evidenza, né mi risulta che siano state mosse critiche verso l’operato della stessa Dottoressa.
E i dubbi, a tal proposito li ho già espressi e molte volte…
Fin qui l’oggettività, confortata come sempre da documenti a corredo, della questione.
Però sia Vincenzo Sguera che altri Consiglieri presenti presso la Commissione mensa, non hanno lesinato attacchi all’Assessore Ingaldi dichiarando che la stessa è fuggita dal confronto in Commissione quando ha dovuto ammettere che i controlli non erano stati fatti.
E questo scontro verte sul cosiddetto “fronte politico” della questione, dove naturalmente, quando si vede l’avversario in difficoltà…si azzanna.
E questo, invece, nel dibattito politico ci sta tutto. Perché al nemico non si tende la mano, ma si cerca in tutti i modi di abbatterlo.
Ma la falsificazione tendenziosa delle notizie in merito alla mensa, in tutti e due i casi, non riesce a risolvere l’annoso problema e, come detto più volte, non porta neanche ad una soluzione.
In verità la soluzione politica ci sarebbe anche stata all’inizio della consiliatura: si sarebbe potuto dichiarare che non c’erano soldi in cassa e posticipare l’inizio della mensa al nuovo anno , con i soldi risparmiati cercare di mettere in piedi il famoso centro cottura di Capodimonte.
Sarebbe stata una soluzione politica seria, invece di arrabattarsi alla ricerca di soluzioni alternative…che alla fine non ci sono state.
E intanto la mensa è partita, con tutte le polemiche del caso e si montano e smontano ogni giorno dichiarazioni di intenti fatti il giorno prima, o la settimana precedente, o il mese scorso.
Cosi non va, per un’Amministrazione che doveva distinguersi da quella passata e in cui molti hanno creduto.
Cerchiamo di non far cadere le residue speranze in una rinascita di questa città, uniformandoci ai modelli (cosi tristemente fallimentari) passati.
Felice Presta