FAUSTO PEPE: sommiamo pomodori e patate (attenzione a zucchine, carote e cetrioli)
Venerdì scorso,18 Novembre quindi “pre-Renzi”, c’è stata, presso l’aula consiliare del Comune, la conferenza stampa del consigliere Fausto Pepe sull’imminente dissesto al Comune di Benevento.
Un’accanita difesa delle sue due amministrazioni, con al suo fianco ciò che resta dei “fedelissimi” dell’epoca (poca roba) e l’ex assessore alle Finanze, Coppola.
Fin qui nulla di importante,riguardo la difesa del suo operato, specie con le notizie allarmanti che la giunta Mastelliana giornalmente fa uscire verso le casse ormai vuote, ci sta.
D’altra parte lo sa anche lui che, se ci fosse il dissesto, tutti i documenti sarebbero inviati per essere esaminati alla Corte dei Conti e sa anche che, se fosse accertata la responsabilità del dissesto da parte della sua amministrazione, sarebbe per 10 anni incandidabile.
Ma la conferenza, a tratti, ha raggiunto vette altissime per l’illustrazione della famosa “finanza creativa” che del fantastico oratore è una caratteristica imprescindibile.
Una dichiarazione congiunta dell’ex assessore Coppola e dell’ex sindaco “ Non si possono sommare patate e pomodori” o altre verdure, trova la sua punta massima.
A prescindere che 3 chili di pomodori e 4 di patate fanno 7 chili in totale (tanto per far capire che si possono sommare da un altro punto di vista), paragonando queste verdure ai milioni (e tanti) del debito che ha il Comune di Benevento, , il paragone non regge: anche se c’è una peculiarità è che sono cose che,comunque,“si mangiano”.
E visto che ci troviamo a parlare di verdure, l’ex sindaco si è ben guardato dal parlare di cetrioli, zucchine e carote e della fine che queste hanno fatto (anche se io un’idea ce l’ho).
Ma è alla fine che costui si è scatenato dichiarando, sulla massiccia evasione dei nostri concittadini riguardo alla tarsu, tari, tosap ecc. quantificata intorno al 40%, che in un periodo storico particolare non ha voluto mettere le mani in tasca ai suoi concittadini.
Dichiarazione gravissima perché presuppone controlli, nei riguardi di questi evasori, che come sappiamo non ci sono mai stati. E non lo dico io, ma gli atti della sua stessa amministrazione quando ogni volta si proponeva o riproponeva il controllo incrociato delle utenze (Gesesa-Tarsu ad esempio).
E con quale diritto un sindaco ha scelto chi poteva eventualmente non pagare perché in difficoltà? Ha guardato ogni singolo ISEE familiare?
O le scelte sono state fatte a campione?
D’altra parte è difficile immaginare che si possa controllare il 40% dei cittadini morosi…
La risposta, alla MIA DOMANDA, è stata solo una provocazione o è un’ammissione di “colpa”?
Beh signori questo non lo so, so però che dalla conferenza, sto estrapolando la risposta secca alla mia domanda, in una conferenza organizzata dal soggetto medesimo e che, probabilmente, si è trasformato nell’ultimo boomerang della sua carriera politica.
E mi sono ben guardato dal domandare che fine hanno fatto i fondi del terremoto (legge 219) che erano in un fondo presso Unicredit per una cifra tra i 7 e i 9 milioni di euro e utilizzati, come ha dichiarato l’assessore Serluca, nel periodo 2006-2009.
Anche perché questo fondo dovrà essere OBBLIGATORIAMENTE RICOSTITUITO.
Quindi in caso di dissesto partiremo da un ulteriore debito di 7 milioni, nella migliore delle ipotesi.
Felice Presta