Alluvione, un anno dopo
E’ passato un anno dall’alluvione che ha colpito diverse zone della nostra città (Contrada Pantano, Ponticelli, San Pasquale, rione Ferrovia, Contrada Ponte Valentino e Contrada Santa Clementina) e molti paesi della Provincia (Cautano, Solopaca, Torrecuso, Paupisi , tanto per citarne qualcuno).
Da quel 15 ottobre di un anno fa, molto è stato detto e nulla è stato fatto.
La politica, a tutti i livelli, si è dimostrata, come sempre in questi casi, di un ignavia da far paura.
La stessa si è espressa con dichiarazioni prive di fondamento, per tranquillizzare chi aveva perso tutto o aveva avuto gravi danni, Arriveranno 30 milioni, 300, 355, 700…
Cifre, come detto,” sparate li”, in un contesto politico irreale ed inusuale, dove chi stava ai vertici, comunali, provinciali, regionali e nazionali, non sapeva proprio che pesci prendere.
Da ciò si comprende che, se c’è un bilancio da fare in questo anno appena trascorso, ma sembra ieri, ebbene da tale bilancio ne viene fuori proprio questo: il fallimento dei nostri politici in un episodio grave come l’alluvione del 15 di ottobre 2015.
Altro fattore negativo è quello che la stessa politica si è ben presto dimenticata di ciò che era successo, forse indotta dal fatto che il beneventano e il sannita, nella loro indole naturale, tendono a dimenticarsi presto della realtà che li circonda.
Quasi a voler nascondere sotto il tappeto ciò che di brutto accade e voler vedere solo le cose belle ,quando queste ultime accadono.
Ma coloro che non hanno dimenticato, sono proprio le famiglie e gli imprenditori che hanno subito i danni dell’alluvione le cui cicatrici e la paura ad ogni forte temporale, sono ancora li, fresche, ben lontane da essere sanate.
Ma d’altra parte come potrebbe essere altrimenti considerato che nulla è stato fatto per eliminare cause e concause che hanno contribuito al disastro?
Si era detto che Comune, Provincia, Regione ed Autorità di bacino, in concerto tra loro, avrebbero perlomeno provveduto a ripulire gli alvei dei nostri fiumi. Che avrebbero alzato in qualche caso gli argini, che avrebbero bonificato le zone alluvionate, che avrebbero risarcito, in parte, i danni agli alluvionati.
E’ successo tutto ciò? Purtroppo no.
Tranne qualche albero, di quelli abbattuti dall’ondata di piena, che è stato tolto, una schifezza di argine costruito in tutta fretta a Ponte Valentino, ed un po’ di erba tagliata lungo le sponde dei fiumi… null’altro è stato fatto.
Ed i fanghi alluvionali?
In molti casi stanno ancora li, nelle zone colpite. In altri casi sono stati rimossi e accatastati dentro i capannoni a contrada Olivola però la Tari, componente immondizia per lo smaltimento dei fanghi, è stata aumentata in uno degli ultimi consigli comunali targati Fausto Pepe ,del 4%.
Aumento del tutto ingiustificato ed ingiustificabile.
Ed a questo proposito: nell’immediato non si era detto che la tassa sarebbe stata posticipata agli alluvionati, per non aggravare ulteriormente le già ridotte possibilità economiche di questi?
Come è andata a finire?
Che la tassa ,invece ,è arrivata puntuale in tutte le case e, probabilmente, molti non sono riusciti a pagarla in attesa di tempi migliori (ovviamente con l’aggravio del pagamento in ritardo).
E vogliamo parlare dei risarcimenti?
Il Sottosegretario alle Infrastrutture Onorevole Umberto Del Basso De Caro, ha dichiarato più volte di aver fatto stanziare dal SUO Governo ulteriori milioni di euro oltre ai 40 previsti dal conteggio del commissario Grimaldi (erano su base provinciale).
Che fine hanno fatto questi soldi? Non è che si trattava solo di campagna elettorale?
Ma andiamo avanti ,sempre sui risarcimenti.
Il Comune, nell’immediato disastro, ha fatto compilare a chi aveva avuto danni, i moduli con la richiesta di risarcimento.
In molti casi gli unici che ci hanno guadagnato sono i tecnici intervenuti nelle zone disastrate per aiutare i malcapitati a compilare questo modulo. Modulo che però: 1) aveva solo carattere informativo; 2) doveva essere compilato in marca da bollo (lo richiedeva la Protezione Civile, ma il Comune in molti casi ha badato bene di non dirlo); 3) il più delle volte ci voleva un tecnico, che si doveva basare sul computo metrico della Regione Campania.
E come è andata a finire, anche in questo caso?
Beh c’è stato il finanziamento per gli alluvionati ,un mutuo agevolato, dell’80% dei danni subiti.
Cosa significa?
Che la banca convenzionata concede, previo nulla osta della Protezione Civile, un mutuo che DOVRA’ ESSERE RESTITUITO pari all’80%. Ma non è tutto. Cosa che molti non sanno, è che nel computo metrico della Regione Campania non è previsto il conteggio dell’IVA, che è a carico del richiedente.
Quindi, ricapitolando: se un danneggiato ha compilato un modulo per 100.000 euro ne ottiene, come mutuo agevolato, 80.000, però deve pagare più di 16.000 euro di iva.
Quindi la cifra scende a 64.000.
Io non sono bravo ad analizzare in maniera tecnica e tecnicistica queste cose, ma sembra una gran presa per il… e scusate se ogni tanto trascendo.
Ma stando in mezzo alla strada ogni giorno, avendo spalato fango come molti, avendo conosciuto in quell’occasione nuovi amici, con i quali ogni tanto ci confrontiamo sulle problematiche attinenti a quei giorni, non posso non essere leggermente incavolato.
Il problema è che ogni giorno che passa, oltre a me, in questa città ed in questa Provincia, sono in molti ad esserlo, tanti, forse troppi perché la politica possa reggere sotto il loro e il mio peso.
E le cose non andranno certo meglio visto che il Comune è in pre-dissesto, che il presidente della Provincia Ricci scalda solo la sedia, che i nostri Onorevoli pensano a Roma invece che al territorio che li ha fatti eleggere.
Ma io non sono un politico.
Sono solo un cantastorie che vede e racconta del territorio in cui vive, solo che qualche volta vorrei raccontare di qualcosa di piacevole, ma ciò da molti anni a questa parte, non accade mai, non accade forse più.
Felice Presta