Il Comune non ha solo debiti: ci sono 20 milioni di crediti dallo IACP?
Il Comune ha debiti, ancora non quantificati, da “PROFONDO ROSSO”, ma pochi sanno che vanta anche dei crediti che per incapacità, imperizia o semplicemente perché non si VOGLIONO INCASSARE.
Ad esempio il credito che vanta il Comune nei confronti dell’Istituto Autonomo Case Popolari…
Nel 2000-2001 vennero notificati allo IACP degli avvisi di accertamento per le annualità dal 1993 al 1998.
Nel 2003 per il mancato pagamento dell’ICI fu definita una cifra per quelle annualità che lo IACP doveva corrispondere al Comune: 4.305.270,44 euro.
Il 31 dicembre dello stesso anno l’Istituto fece istanza di definizione agevolata per i rapporti tributari dal 1992 al 2002 per una cifra di 3.341.476,00 euro in adesione al Condono regolamentato dal Consiglio Comunale di Benevento con delibera n.8 del 27-03-03 integrato e successivamente modificato fino alla delibera n.92 del 4-12-2003.
In ottemperanza a questa richiesta, fu versata dall’Istituto in data 2-12-2004 un importo di 30.000 euro quale acconto sul condono ICI.
Tale anticipo è rimasto l’unico versamento effettuato dall’Istituto debitore.
Non pagando il restante debito lo IACP decadeva anche dalla definizione agevolata ritornando, per legge, a dover pagare la cifra più alta.
Fino al 2007, per effetto della richiesta di condono, erano sospesi i giudizi pendenti inerenti i tributi e le imposte comunali.
Dopo la fine del condono l’amministrazione ha cercato più volte, nel biennio 2008-2009 (dirigente Lanzalone, funzionario Russo), di risolvere in maniera conciliante la situazione ma senza alcun risultato favorevole.
Prima raccomandata maggio 2008, messa in mora il 17-11-2009.
Ma nessun cenno di risposta si è avuta da parte dello IACP.
Il 10-02-2010 la Giunta ha affidato ad Equitalia Polis S.p.A. la gestione della riscossione coattiva dei crediti tributari, in particolare dell’ICI vantata nei confronti dello IACP.
Non essendo stato effettuato più alcun versamento in merito alla definizione agevolata ICI, oltre quello in acconto di € 30.000 ed essendo venute meno le agevolazioni spettanti per l’adesione al condono, l’ufficio rideterminava le somme, quantificandole in € 6.599.971,65 comprensive di sanzioni ed interessi legali calcolati al 5/05/2008, data di ricezione del primo sollecito da parte dell’Istituto Autonomo Case Popolari, rimasto senza alcun riscontro.
Quindi l’Equitalia, incaricata dall’Ente, notificava allo Iacp in data 04.01.2011 la cartella di pagamento n. 017 2010 00178417 72 000., per l’ICI anni 1993-2002, per l’importo di € 6.906.866,51.
Avverso tale cartella, lo Iacp, con atto pervenuto al Protocollo Generale del resistente Comune, in data 03.03.2011, proponeva ricorso innanzi alla Commissione Tributaria Provinciale di Benevento per l’annullamento della suddetta cartella.
L’Amministrazione (dirigente Lanzalone, funzionario Tretola), a mezzo del servizio Entrate, si costituiva ritualmente in giudizio con puntuali controdeduzioni a tutte le eccezioni formulate nell’atto di impugnativa.
Dopo la prima udienza del 30.11.2011, la Commissione si riservava la decisione che scioglieva dopo la successiva udienza del 04.04.2012 con la sentenza n. 125.01.2012, di parziale accoglimento del ricorso. Nello specifico la pronuncia disponeva che lo Iacp era tenuto al versamento della somma di € 3.341.476,00 detratta la somma di € 30.000,00 già versata, oltre sanzioni pecuniarie del 30% sulla somma residua ed interessi al tasso legale tempo per tempo vigente a calcolarsi dalla non rispettata data di scadenza dei pagamenti.
Avverso la citata sentenza, ritualmente notificata dal Comune di Benevento, il soccombente Iacp proponeva appello alla Commissione Tributaria Regionale di Napoli, notificando il gravame all’appellata Amministrazione in data 19.09.2012.
Anche per il secondo grado si è predisposta costituzione in giudizio e difesa.,
Inoltre, si è provveduto ad informare sul contenzioso in essere la competente Equitalia Sud con nota prot. 81597 del 01.10.2012. Nella stessa si comunicava che il D. Lgs. 31-12-1992 n. 546 , Disposizioni sul processo tributario in attuazione della delega al Governo contenuta nell’art. 30 della legge 30 dicembre 1991, n. 413, al Capo IV prevede che “L’ esecuzione delle sentenze delle commissioni tributarie – e nello specifico, all’art. 68 -Pagamento del tributo in pendenza del processo- dispone che nei casi in cui è prevista la riscossione frazionata del tributo oggetto di giudizio davanti alle commissioni, il tributo, con i relativi interessi previsti dalle leggi fiscali, deve essere pagato per l’ammontare risultante dalla sentenza della commissione tributaria provinciale, e comunque non oltre i due terzi, se la stessa accoglie parzialmente il ricorso” .
In ragione di ciò si invitava l’interpellata Società ad attivarsi per la riscossione di quanto indicato in pronuncia e sulla base di quanto contemplato dalla enunciata normativa.
Di questa riscossione coattiva fino a maggio del 2014 , (dirigente Porcaro, funzionario Raffa) non si è saputo niente, nonostante i numerosi solleciti… evidente la volontà di Equitalia di non procedere.
Perché? Le risposte bisogna cercarle come sempre nella politica….comunale provinciale e, regionale.
Nel 2014 viene comunicata anche la vittoria in commissione tributaria regionale.
Sentenza n.2472\47\2014 (allegato 2). Dopo questa sentenza che conferma il credito del comune anzi lo riporta allo stato iniziale, ovvero euro 6.906.866,51, nessuna modifica è stata effettuata in bilancio in termini di residui attivi per il corrispondente ammontare.
La sentenza pronunciata dalla commissione tributaria regionale poteva essere impugnata con ricorso per cassazione. i motivi, tassativi, per i quali è possibile esperire il ricorso in cassazione sono quelli dettati dall’art. 360 del c.p.c. (art. 62 del d.lgs. 546/92). ma è certo che nessun appello è stato fatto.
Inoltre poiché gli accertamenti Ici-Imu per lo IACP sono iniziati dal 2007 per un importo medio annuale di 1.900.000,00 e dovrebbero essere stati fatti ogni anno, fino al 2015 , anno in cui è cambiata la legge, nel bilancio consuntivo 2015 ci dovevamo aspettare un importo totale di almeno 20 milioni di euro comprensivo di interessi nei residui attivi.
Come come?
20 milioni di euro che dovrebbero essere versati nelle casse del nostro Comune mai incassati?
Come mai?
Perché questa inerzia protratta nel tempo?
Imputabile ai dirigenti e ai funzionari che si sono avvicendati presso il settore finanza del Comune di Benevento?
Magari a Raffa e Porcaro, con quest’ultimo messo da Fausto Pepe a capo del settore come facente funzioni (non aveva la laurea per poter essere dirigente, però nel frattempo se le è presa), quindi con un tempo limitato, mentre invece dopo anni è sempre li?
Aspettiamo che la nuova Giunta capitanata da Clemente Mastella legga bene le carte per valutare l’operato anche di questi dirigenti ed eventualmente citarli in giudizio davanti alla Corte dei Conti. 20 milioni di euro per le casse disastrate del Comune di Benevento non sono una sciocchezza.
E magari non vorrei che nell’allegra gestione finanziaria siano molti altri i crediti, cosi come i debiti, che il Comune negli anni non ha incassato (nè pagato).
Solo cosi si spiegherebbe il “buco nero”, anzi profondo rosso, trovato dall’amministrazione mastelliana.