Trilogia: la prostituzione al rione Ferrovia
Iniziamo la trilogia di articoli che, pur diversissimi tra loro, sono tutti e tre collegati e servono per dare uno spaccato reale di ciò che sta succedendo nella nostra città e sul nostro territorio.
Cominciamo con quello più delicato: la prostituzione.
Dopo l’omicidio di Ester, la povera ragazza nigeriana trovata morta con 6 colpi di pistola al rione ferrovia, per un po’ di tempo nessuna delle sue colleghe si era più fatta vedere in giro.
Dopo l’omicidio le sue colleghe furono ascoltate in Questura ma senza fornire nessun elemento concreto in aiuto alle indagini, anzi dimostrandosi chiaramente reticenti.
Invece stamattina c’erano, anche se non più all’imbocco di Cellarulo, ma in via Adua ,sulle panchine che fino a qualche giorno fa erano di dominio delle prostitute rumene.
Quindi, sia pure con la paura addosso, sono ritornate alla loro disgraziata attività.
Naturalmente senza che nessuno vada a interrompere o quantomeno controllare ciò che fanno queste signorine…
E’ trascorso meno di un mese dal 14 giugno, dall’omicidio di Ester. C’è stata una fiaccolata, il posizionamento di uno striscione a Cellarulo, di indignazione e solidarietà, sono stati piantati 36 girasoli,a ricordo della sua giovane età.
Il controllo del territorio, da me tante volte reclamato, continua a non essere attuato in nessun caso, e poi vedremo, alla conclusione della trilogia, il perché.
Ricordiamo che il comandante Moschella, dopo il brutale assassinio, aveva emanato un’ordinanza in tal senso alla quale, però, non erano seguiti fatti.
Cosa si fa adesso?
Accettiamo tutto dimenticandoci di un omicidio? Dimenticandoci delle grida d’allarme lanciate da questo giornale, dal comitato di quartiere del rione ferrovia e dagli abitanti?
O teniamo vivo l’interesse per una vicenda che ha comunque dei contorni, per la nostra città, inquietanti?
Propendo, ma questo già lo sapete, per quest’ultima soluzione e fa niente se qualche pseudo-intellettuale fancazzista non è d’accordo continuando a sottolineare che sono un razzista e un fascista.
Io almeno nelle cose che faccio ci metto la faccia e la firma, mentre loro sono abituati a nascondersi dietro una tastiera…