Cosa resterà di questa campagna elettorale
Le divisioni nel Partito Democratico cittadino, esistenti da tempo, adesso rischiano di far implodere tutto il sistema di governo creato nel corso degli ultimi 8 anni da Fausto Pepe.
Il rischio era grosso, si sapeva, ma si è voluto tentare lo stesso con una candidatura inopportuna che rispecchiava la continuità con i dieci anni dell’amministrazione precedente.
Raffaele Del Vecchio ha tentato l’impossibile sostenuto a malincuore da molti all’interno del suo stesso partito che non aspettavano altro che un passo falso per poter gettare poi fango sul loro candidato sindaco.
E cosi è stato, non c’è voluto molto.
Sono bastati un paio di giorni ed ecco le dichiarazioni di Umberto del Basso De Caro, che candidando a malincuore Del Vecchio ha pagato il debito nei confronti del padre Nino.
Ed ecco le dimissioni del segretario Marcello Palladino che, con un mesto comunicato, annuncia le dimissioni senza spiegare il perché. Ma è una cosa facilmente intuibile.
Tace Fausto Pepe che dopo il primo turno non ha più parlato ne si è fatto vedere se non oggi al cambio della fascia tricolore con Mastella.
Soprattutto parla senza dire nulla lo sconfitto che probabilmente, rivedendo il film della campagna elettorale, si sta rendendo conto degli errori commessi e della fiducia date a persone che, al secondo turno, se non hanno remato contro poco ci mancava.
La scommessa di raggiungere con i 224 candidati il 51% dei voti di lista al primo turno, che avrebbe significato la maggioranza in consiglio a prescindere da chi sarebbe andato a fare il sindaco, ha fatto perdere “mordente” a molti e il risultato, il divario abissale tra i due candidati, alla fine si è visto tutto.
D’altra parte nella nostra strana città, guardando la sua recente storia, dopo 10 anni l’elettorato ha sempre voluto cambiare. Diciamo che storicamente in questo Benevento è “fisiologica”.
Che cosa rimane?
Rimane una campagna elettorale di basso livello povera di contenuti e di programmi, ma ricca di insulti e querele.
Rimangono “morti” e “feriti” all’interno dello stesso schieramento Pd, gente che si aspettava di avere un bacino di voti che poi in realtà non ha avuto. E gli strascichi saranno lunghi….
Rimane il risultato positivo del Movimento 5Stelle alla sua prima esperienza elettorale nel capoluogo.
Ma soprattutto resterà nella memoria collettiva il fallimento di Fausto Pepe che per dieci lunghi anni ha governato questa città e i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Clemente Mastella nei primi 90 giorni capirà le difficoltà in cui si trova economicamente e socialmente Benevento.
L’eredità lasciata da Pepe non lascia spazio a dubbi: e il primo scoglio sarà il bilancio consuntivo presentato dalla giunta pepiana, non firmata dai revisori dei conti, che dovrà essere, nel caso in cui esistano i presupposti, firmata dal nuovo consiglio comunale.
Al momento mi appare difficile pensare ad un’approvazione entro i trenta giorni indicati dalla Prefettura come termine ultimo.
Sicuramente ci sarà la corsa a controllare tutto per evitare di accettare, a occhi chiusi, la responsabilità politica e personale di un documento non redatto da coloro che siederanno a Palazzo Mosti.
Se a ciò ci aggiungiamo che la Cassa depositi e prestiti ci ha chiuso le porte in faccia, che il decreto salva-enti è ancora in fase di approvazione… beh sarà dura anche per un politico navigato come Mastella riuscire a fare la cosiddetta quadratura del cerchio.
Nel frattempo speriamo che Benevento … se la cavi.
Felice Presta