Benvenuti nella città UNESCO
Se la nostra città non fosse cosi “rovinata”, ci sarebbe da ridere (tanto) sul termine CULTURA nella nostra città.
Una parola che i nostri amministratori usano spesso per dimostrare (agli altri) quanto ci tengono al patrimonio culturale e storico della nostra città.
Se a questo ci aggiungiamo i SOLONI cittadini, che pensano di fare CULTURA, solo loro….beh siamo proprio a cavallo.
Gli esempi da citare per dimostrare l’ignavia in questo senso sono moltissimi. E potremmo partire, concedetemelo, proprio dai SANTI QUARANTA.
Cavallo di battaglia della campagna elettorale di Fausto Pepe, nel 2011, è un’area da sempre abbandonata. Addirittura un cartello posto alla fine di via Appia Antica presuppone la costituzione di un parco archeologico che comprendeva i Santi, Cellarulo, l’Anfiteatro, il Ponte Leproso, per la modica cifra di un po’ più di 5.000.000 di euro. Cosa è stato fatto? Nulla…
I Santi Quaranta sono stati parzialmente recuperati con una spesa totale (in termini di ore di lavoro e di contributi volontari) di 30.000 euro. E non c’è stata certo la collaborazione dell’amministrazione comunale.
Come dite? C’è qualcosa che non quadra sui costi? Non avevo dubbi.
Ma non soffermiamoci sui dettagli e andiamo avanti.
Passiamo all’anfiteatro, situato sempre lungo via Appia Antica e in via Munazio Planco.
Il Comune per il progetto si era preso l’impegno con la soprintendenza archeologica di Salerno…anni fa. Ma da allora neanche un minimo di intervento di ripulitura, dalle erbacce infestanti e dall’immondizia è stato fatto….
In compenso sappiamo che continuano ad arrivare alla soprintendenza le lettere di risarcimento degli automobilisti le cui auto vengono graffiate durante il transito in via Appia Antica dai rovi che fuoriescono dalla recinzione dell’anfiteatro.
Ma non soffermiamoci su queste “bazzecole” e parliamo invece dell’UNESCO.
Qui la situazione si complica (guai a toccare Santa Sofia).
Il monumento Unesco, nell’omonima piazza, è stato oggetto di una lunga battaglia per il suo riconoscimento e si deve dare atto, almeno questo, a Fausto Pepe e alla sua amministrazione, di esserci riusciti.
Ma…… c’è sempre un ma…
Vi siete fatti un giro in quella piazza? Dopo i lavori effettuati (???) per ottenerne il riconoscimento nessun lavoro di manutenzione è stato fatto, e quindi l’umidità e il resto continuano nell’opera di aggressione della struttura.
Per evitare che una grondaia rotta continuasse a vomitare acqua vicino al muro perimetrale della chiesa, con un costo di 100 euro, un gruppo di cittadini lo scorso anno si era mosso per effettuarne la sostituzione.
Ma andiamo avanti. Dov’è l’impianto di allarme e di videosorveglianza? Non c’è naturalmente.
Come dite? Un monumento cosi importante che non ha queste cose per la tutela dello stesso? Eh si qui a Benevento capita anche questo.
E continuiamo….avete presenti le luci interrate davanti alla stessa chiesa? Vi risultano funzionanti?
Eh no, perché la Provincia, da cui dipende, ha staccato la corrente impedendo che l’illuminazione fatta per la valorizzazione della chiesa…funzionasse. A parte poi che due delle luci sono state vandalizzate e rimangono sul pavimento solo buchi.
Cosi si valorizza un monumento dichiarato patrimonio dell’umanità?
E passiamo all’ultimo, per ora, punto. Piazza Sabariani e i famosi affreschi medievali.
Sono 8 anni che questi affreschi giacciono, in stato di limbo, coperti da un bruttissimo sarcofago in questa piazza antichissima della nostra città.
Come spiegato più volte da Nico De Vincentiis, che con articoli sul IL MATTINO, ha riportato in evidenza la necessità di un restauro degli eccezionali reperti ritrovati (costo: 20.000 euro, una cifra ridicola), questo, oltre che necessario, è urgente per non perdere definitivamente l’eccezionale patrimonio.
La carta di riso messa a copertura degli affreschi servirà a ben poco se non si interviene al più presto.
Se ci fossero ancora dei dubbi sulla parola CULTURA in questa città, con questo ultimo esempio (tra i tanti ancora da evidenziare) si da l’esatta dimensione di cosa si intende a questo proposito.
Otto anni, 20.000 euro, e non si è fatto nulla.
Benvenuti nella città UNESCO!
Felice Presta