Da Benevento Longobarda a I longobardi del Sannio. Cosa cambia? 250.000 euro!
LETTERA APERTA ALLA CITTA’
Nel 2012, dopo aver presentato il progetto per una “rievocazione storica longobarda” a tutte le istituzioni locali e dopo aver cercato per oltre 3 mesi di essere ricevuto dal presidente della provincia Cimitile, ed essendo il presidente sempre troppo impegnato, riuscii ad avere un incontro con l’Assessore all’Istruzione della Provincia, Annachiara Palmieri, per illustrarle il progetto “Benevento Longobarda”, la cui prima edizione si sarebbe svolta di lì a pochi mesi.
La Palmieri, invece di dirmi chiaramente che non avrebbe finanziato l’evento, fu molto vaga e, di nascosto, si precipitò dal Sindaco e dal vicesindaco per convincerli a non finanziare la manifestazione, perché a suo dire io sono “pazzo” (cosa che ha sempre ripetuto parlando con comuni conoscenti).
Fausto Pepe e Raffaele Del Vecchio, invece, reputarono Benevento Longobarda degna di finanziamento ed erogarono 20.000 euro di contributi.
La Provincia, invece, non erogò i 7.500 euro richiesti, lo stesso fece la Camera di Commercio (che non ha MAI dato un contributo) ed il sottoscritto, per far fronte alle spese, cercò il sostegno dei commercianti, ma l’esperimento fallì e i costi della rievocazione aumentarono.
Alla fine dei 3 eventi del 2012, il sottoscritto aveva contratto 52.000 euro di debiti. Per far fronte a questi debiti dal 2012 (e fino al 2020) sto pagando 450 euro di mutuo al mese.
Ma non finisce qui: nell’ottobre/novembre dello stesso anno, la Palmieri commissionava, per 5.000 euro, uno spettacolo sui longobardi a Peppe Fonzo (regista di 2 nostre rievocazioni) nella speranza di “spaccare” l’associazione, dimostrando che non era assolutamente vero che non potevano finanziarci perché “non avevano soldi”.
La Palmieri e Cimitile hanno speso almeno altri 100.000 euro per svolgere iniziative sui longobardi, di cui, oggi, nessuno si ricorda.
Ma a noi non hanno dato mai né un euro né gli spazi della Rocca (sempre richiesti ogni anno).
Addirittura Cimitile mi convocò per chiedere se volevamo fare una rievocazione alla Chiesa di Sant’Ilario, ma a spese nostre (circa 8.000 euro, rifiutammo).
Nonostante il boicottaggio da parte di Palmieri e compagni, siamo sempre riusciti a svolgere Benevento Longobarda (2013, 2014, 2015) , senza ricevere contributi dagli enti, se non piccoli aiuti dall’EPT (sempre disponibile e collaborativo).
Nel 2015 abbiamo speso circa 30.000 euro e li abbiamo riguadagnati, grazie al gran numero di spettatori (circa 15.000 presenze spalmate in 4 giorni, ovvero la rievocazione storica longobarda più partecipata d’Italia, oggetto di studi da parte del CNR per via dell’incredibile successo).
Lo scorso anno, per la prima volta, la Provincia concedeva gli spazi interni della Rocca dei Rettori e, a detta del suo attuale presidente, si registrava un “boom di turisti”.
Ma nella Rocca non sono entrati tutti gli spettatori della nostra manifestazione, soltanto una piccolissima parte.
Dopo l’oggettivo innegabile strepitoso successo del 2015, sembrava che oramai tutte le istituzioni avessero finalmente capito che Benevento Longobarda è oramai un appuntamento molto atteso da beneventani e turisti; sembrava che, finalmente, avremmo smesso di fare i salti mortali ogni anno per finanziare la manifestazione.
La Provincia, invece, ha presentato un suo progetto, dal titolo “I Longobardi nel Sannio” che ha 250.000 euro a disposizione e consiste in visite guidate a ruderi e siti longobardi della provincia e concerti Jazz (siti importanti, come il Castello di Arioaldo e la Grotta di San Michele, che però non vengono “ristrutturati” con questi soldi).
Nel prossimo appuntamento a Faicchio tra i relatori ci sarà anche Annachiara Palmieri, la quale non può certo negare di avermi chiesto nel 2012: “ma perché alla gente dovrebbero interessare questi longobardi?”.
In questi anni ho sopportato di tutto: ho accettato la richiesta dell’allora sindaco di San Giorgio del Sannio (attuale presidente della Provincia) di allestire per lui un villaggio longobardo durante la notte bianca di San Giorgio del 2014, evento per il quale NON SIAMO STATI MAI RIMBORSATI (siamo andati ovunque in Italia, non ci è mai successo da nessun altra parte); ho accettato che la Camera di Commercio finanziasse la rievocazione storica della Città di Cava dei Tirreni che ebbe luogo durante BenTorrone 2012 (non si capisce cosa lega la Storia di Benevento a quella della città di Cava, al massimo all’Abbazia di Sant’Alferio); ho assistito, ogni anno, a ridicoli tentativi di scimmiottare la nostra manifestazione; mi sono dovuto difendere dalle denunce di “esercizio abusivo di guida turistica” che qualche beneventana invidiosa ha presentato ai carabinieri; ho dovuto assistere in silenzio allo scempio del Forum delle Culture (300.000 euro spesi per degli spettacoli con ZERO spettatori); devo combattere ogni volta con l’indifferenza, l’arroganza, l’ignoranza e l’invidia di (pochi) beneventani.
Ho sempre fatto di necessità virtù. Ho sempre stretto i denti per giungere alla meta. Non mi sono mai arreso perché ho trovato sulla mia strada centinaia di beneventane e beneventani disposti come me a sacrificare il proprio tempo, la propria salute e il proprio denaro per amore della nostra città.
Oggi, però, c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Posso capire che con i 250.000 euro di “longobardi nel Sannio” la provincia finanzi un evento sul tartufo e concerti jazz ma non posso sopportare che Annachiara Palmieri, la più grande nemica della rievocazione longobarda a Benevento, possa essere inserita tra i relatori in un dibattito sui longobardi, anche solo per portare i saluti istituzionali.
Questo è troppo.
Oggi (e probabilmente fino alle dimissioni di Palmieri) non ho nessuna voglia di organizzare la rievocazione del 2016.
Non ho più voglia di cercare fondi, di firmare contratti, di cercare novità artistiche, di girare le rievocazioni italiane maggiori per nuovi spunti, di fare ricerca storica seria e approfondita, di fare manutenzione al patrimonio associativo, di fare laboratori per i soci e per le scuole, di lavorare 18 ore al giorno nella settimana precedente l’evento, di accumulare altri debiti, di portare la civiltà longobarda beneventana in giro per l’Italia e di portare l’Italia ad ammirare la civiltà beneventana.
Negli ultimi 2 anni a vedere Benevento Longobarda sono venuti da Novara, Palermo, Alessandria, Udine, Milano, Torino, Taranto, Firenze, Bari, Lecce, etc. Quanti turisti verranno invece per I Longobardi nel Sannio?
Infine, come presidente dell’Associazione Benevento Longobarda, voglio DONARE alla Provincia i 2.000 che Claudio Ricci dovrebbe darci dal 2014, nella speranza che li possa utilizzare per il bene della città, magari per aiutare le tante associazioni che collaborano con noi e che hanno subito danni dall’alluvione (Futuro Down, Rugby IV Circolo, Scuola di Scherma di Francesca Boscarelli).
Alessio Fragnito
Presidente e fondatore Associazione Culturale Benevento Longobarda