Non solo fango
L’alluvione è passata, ma i danni restano.
Resta soprattutto, nelle zone alluvionate, il fango non rimosso e le esalazioni che da esso provengono.
I problemi per la raccolta e lo smaltimento ci sono, è inutile negarlo, ma finora, pur avendo aspettato, non ho sentito una sola parola proveniente dall’Asl o da qualche altro organo competente.
Nessuno ha mai provveduto a fare un esame su questi fanghi che il fiume cosi “generosamente” ci ha donato.
Eppure data l’ordinanza dei vari presidenti della Provincia che vietavano l’irrigazione, la pesca e anche la semplice passeggiata in riva ai fiumi perché contenenti il batterio della “salmonella” mi sarei aspettato un’analisi di questi e l’emanazione del divieto di attingere l’acqua dai pozzi di tutta la Provincia.
E si perché in molte zone non collegate dagli acquedotti comunali si usa ancora l’acqua del pozzo per bere, lavarsi e cucinare. E ciò non succede solo in Provincia ma, tanto per fare un esempio, anche nella vicinissima Pantano.
Si hanno notizie di casi di salmonellosi? Non lo so.
Ma sicuramente il sindaco e l’Asl non hanno fatto nessuna comunicazione a questo riguardo.
Posso riferire solo ciò che ho visto e sentito nei giorni successivi l’alluvione: una puzza insopportabile, gente con irritazioni sulla pelle, e cosi via.
Che i nostri fiumi siano altamente inquinati non sorprende nessuno tantomeno me che le analisi delle acque le ha fatte anni addietro constatando la presenza di tutti i metalli esistenti al mondo (e parliamo di quelli cosidetti pesanti) più qualche elemento strano come la stricnina, il cromo, mercurio.
Chi fece le analisi mi riferì che c’era anche il batterio della salmonella, ma stava per suicidarsi.
I metalli pesanti hanno un brutto vizio, entrano nella vita della pianta se entrano in contatto con essa.
Già anni fa misi in dubbio l’ordinanza dei presidenti della Provincia a proposito della salmonella. Ma visto il divieto era sempre meglio che niente.
Ma adesso?
Nelle zone alluvionate per settimane abbiamo respirato le polveri del fango asciugatosi.
Adesso con la pioggia almeno questo è stato risolto.
Ma per il fango che ancora continua a rimanere lungo le strade, i marciapiedi, le case, le scuole?
Qualcuno si sta preoccupando di bonificare le aree?
E quelle dove ci sono coltivazioni in atto che magari hanno ricevuto solo parzialmente danni dall’alluvione?
Qualcuno esaminerà i prodotti prima di farli mettere in commercio?
Qualcuno provvederà ad effettuare le analisi dei pozzi nelle zone descritte prima?
Compito di un giornalista è porsi domande, compito di chi istituzionalmente è preposto è di dare risposte.
Ma qui si parla solo e di risposte, da anni, non ne arrivano.
Felice Presta