Elogio al volontario
Nelle disgrazie ci sono persone che reagiscono in una maniera altre in maniera diversa, altre ancora si disinteressano del problema perché non riguarda la sfera dei suoi interessi.
Non tutti siamo uguali, e non tutti ci comportiamo alla stessa maniera.
Ma in queste tragedie, come quella che ha colpito la nostra Provincia il 15 ottobre, c’è una figura che si distingue, e sempre lo farà: quella del volontario.
Dall’alluvione di Firenze questa figura viene anche chiamata “angelo del fango”.
Ma torniamo alla nostra Provincia colpita dall’alluvione.
La mattina del 15 già erano all’opera squadre di volontari ad aiutare chi aveva subito la furia delle acque, da qualsiasi parte.
Per 5 giorni, anche oggi, si continua a pulire, asciugare l’acqua, svuotare cantine, case, levare fango in molte zone. D’altra parte la macchina dei soccorsi è partita molto in ritardo.
Ma questo pezzo, come dice anche il titolo, non vuole essere polemico bensì vuole onorare tutti quelli che hanno aiutato e continuano a farlo in tutti i modi possibili.
Ma chi è il volontario?
Uno che va dove serve e fa quello che serve senza chiedere il perché o da chi. Che sorride o conforta chi ha perso tutto e magari sdrammatizza un po’ l’aria triste del momento.
Non mangia e non beve perché non vuole disturbare nessuno, tantomeno a casa di chi sta aiutando. Continuando a lavorare per ore finche il buio non cala.
Eh già perché è stato anche il buio nelle zone alluvionate a rallentare i soccorsi. Fosse successo a luglio si sarebbe potuto contare su 15 ore di luce, mentre adesso arriviamo a stento a dieci.
E visto che nelle zone corrente non ce ne è…..potete capire che, anche per sicurezza, il lavoro non poteva continuare.
Il volontario è quello che spala il fango, sposta mobili, asciuga l’acqua, che magari è inzuppato fino al midollo, con le braccia stanche con le ossa doloranti, ma che sorride sempre perché sa che deve aiutare altre persone e lo fa con orgoglio.
Non si mette in mostra, lavora senza mai fermarsi, magari per stemperare la fatica si fa una foto con gli amici, ma ciò non significa ignorare il disastro significa anche distrarsi un po’ dal lavoro e dalla fatica.
Mangia fango, ha la faccia sporca, magari quando torna a casa in una zona non colpita scendendo dall’auto in condizioni pietose viene guardato strano dalle persone della zona, che non capiscono o fanno finta di non capire.
Sono quelli che si sentono GIUSTAMENTE orgogliosi per quello che hanno fatto, o magari si sentono giù perché non sono riusciti a fare quel che si sarebbe dovuto fare, magari per scarsità di mezzi a supporto.
Il volontario è quello che si addormenta stanco e si risveglia più stanco per il poco sonno fatto. Perché vuole scendere, andare ad aiutare…perché sennò si sente inutile.
Il volontario e tutto questo e molto altro. Ma il volontario, i volontari, o angeli del fango come li vogliamo chiamare, non aiutano gli altri, aiutano noi, il nostro popolo, le nostre attività, il nostro commercio, le nostre vite.
Quindi supportatele sempre e comunque e ricordate che basta anche una bottiglietta d’acqua e una stretta di mano per farli sorridere ancora di più.