Ma si…ridiamoci sopra, tanto siamo un’isola felice!
Molti si sono scandalizzati per una recensione negativa fatta su Benevento da alcuni turisti capitati in città. Sporca, inospitale, eccetera. Ma perché scandalizzarsi?
Il cittadino non lo vede che un eventuale turista –caso raro nonostante le dichiarazioni che danno numeri un po’ “ad capocchiam” diversi- non può chiudere gli occhi su come è ridotta la città? Vogliamo fare anche noi un tour virtuale giusto per rinfrescarci la memoria? E allora andiamo nel centro storico, il cuore della città: il Triggio. Si, ma non quello raccontato amabilmente da Carmine D’Agostino nel suo libro, quello non esiste più se non nei ricordi di chi li ci è nato e vissuto. Strade sporche, illuminazione degna di un cimitero, scritte sui muri, palazzi abbandonati destinati a crollare, ruderi da ogni parte, topi, gatti, cani randagi. E questo è solo l’inizio se poi consideriamo l’entrata dalla parte di piazza Ponzio Telesino. Una piazza nuova a suo modo bellina con una pavimentazione da sempre distrutta e dismessa che al passaggio delle auto sembra crollare. A parte le maledizioni degli abitanti della zona al riguardo, non sono qui trascrivibili per l’autocensura che mi impongo, gli eventuali turisti (mal)capitati li cosa penseranno? Che quella strada l’avevano costruita i romani ed è per questo che è in quelle condizioni? Ma andiamo al Teatro Romano (che poi sarebbe l’anfiteatro, il teatro è quello sepolto sotto la stazione Appia). Un paio di cartelli in legno indicano l’accesso. Stupendi, bellissimi. Degni di una galleria d’arte moderna. Si vede la mano dell’artista….sembra quasi Pinturicchio prima maniera.
Anche perché questa maniera qui….è anche l’ultima.
Lasciamo perdere le condizioni esterne ed interne del teatro, dove, qualche anno fa, eravamo andati a domandare il numero dei turisti paganti che erano andati a visitarlo. Erano stati 114, ma non al giorno, in un anno. E nonostante l’euro ci fosse già da una decina di anni il biglietto era ancora in lire. D’altra parte li avevano stampati e li dovevano consumare. Adesso sono stati stati cambiati. E poi dicono che a Benevento non cambia mai niente. E non parliamo della piazza a imbuto (come direbbe Totò: “na ciofeca”) e della casa colonica con giardino restaurata li vicino che giace abbandonata e, tra l’altro, incompleta dato che è stato restaurato solo l’esterno: dentro non c’è nulla. E questo è solo un piccolo assaggio del Triggio dove, però, svetta il recupero ad opera del Fai dei “Morticelli”. Una delle poche cose buone recuperate al Triggio. Tralasciamo volutamente le mura longobarde perché, a parte l’incuria, servono solo a nascondere la droga degli spacciatori del quartiere dalla Polizia.
Ma al teatro Romano si fanno le rappresentazioni teatrali! Certo e le auto dove vengono posteggiate? A piazzale Catullo, proprio di fronte. Un piazzale comunale che, a parte la sporcizia e i cantieri aperti, non ci sono buche, ma vere e proprie voragini. E in questo articolo mi sono soffermato solo ad una zona “turistica” della città. Ma potremmo parlare del rione Ferrovia dove gli, eventuali turisti, quando arrivano, trovano le signorine di colore in via Grimoaldo Re, quelle rumene sul viale, e di tutto alla rotonda dei Pentri. O se, come oggi, vengono con il treno ed escono dalla stazione e piove, prima si bagnano per 50 metri per poi attraversare la strada per andare a prendere un taxi e bagnati arrivare finalmente sotto le pensiline.
Sempreché non tiri vento e il bagno non venga fatto dall’imponente fontana che svetta li vicino. E la chiesa di Santa Sofia patrimonio Unesco? Beh a parte gli orari delle messe è sempre chiusa. Come sono chiusi molti altri posti della città con orari strani, turnazioni ancora più strani eccetera. Ma c’è la mostra di Iside nella sede di Arcos. Certo. Importantissima e bellissima. Peccato che da giorni il proiettore 3d, vanto della stessa mostra, sia rotto e nessuno si sia preso la briga di aggiustarlo. E poi ci lamentiamo se dei turisti alla città su Tripadvisor hanno dato una sola stella? Almeno questa stella prendiamocela e riponiamola nel cassetto standoci zitti per evitare che i prossimi turisti vadano dove non devono andare.
Allora si che sarebbe un problema.