Quando la crisi del commercio locale incontra il Piano Traffico
Nel cuore della città hanno preso il via, oramai a pieno ritmo, i lavori di rifacimento e messa in sicurezza del Ponte Vanvitelli: ciò ha comportato una notevole alterazione del Piano Traffico con non poche conseguenze non solo sulla viabilità e la circolazione, ma anche sul commercio.
Pur riconoscendo l’importanza strategica di alcuni lavori pubblici, infatti, è doverosa qualche riflessione sull’economia commerciale sannita non adeguatamente valorizzata dall’agenda dei pianificatori e in particolare su quelle attività che affacciano su Via Pasquali, fortemente penalizzate già da molti (troppi anni) dall’obbrobrio che affaccia su Piazza Duomo e che oggi sopporta con dignità (fino a quando?) le soluzioni temporanee di traffico insieme con tutto il Rione Ferrovia che ne subisce gli ulteriori drammatici effetti d’isolamento.
Sotto i colpi della crisi sono già scomparse troppe attività consolidate, quelle che hanno rappresentato il cuore pulsante e la storia della nostra città, quelle che non ci si immaginava mai potessero chiudere battenti, quelle che oggi sulla serranda abbassata appendono il cartello “vendesi” o “affittasi”; a ciò si sono aggiunti i “danni” causati dai centri commerciali che sono stati prospettati come fonte di ricchezza ma altro non hanno fatto che produrre una fuga di consumatori che hanno dirottato altrove, verso le grandi catene nazionali, i loro acquisti.
A ciò si aggiunge ulteriormente il “buco nell’acqua” della galleria commerciale “Malies”, abbandonato, degradato e vandalizzato sotto gli occhi indifferenti della città intera e tante altre infelici soluzioni che hanno gettato benzina sul fuoco in una situazione di grave e generale tracollo dei consumi e difficoltà nel fare impresa.
La situazione è complessa e il sistema economico – produttivo della nostra città chiede giuste soluzioni ai problemi. Occorre riflettere nel merito e trovare soluzioni condivise tra le forze economiche, sociali, politiche e istituzionali della città.
Poiché i lavori prenderanno il loro tempo è necessario lavorare con grande senso civico sulle criticità esposte, lavorare in modo coordinato tra residenti, commercianti e istituzioni preposte per la salvaguardia delle esigenze di tutte le parti in causa.
Le legittime aspettative dei commercianti vanno ascoltate e con esse deve essere profuso ogni sforzo affinché la loro attività imprenditoriale si sviluppi nelle migliori condizioni urbane e di contesto.
Ci si aspetta allora l’attivazione di tavoli istituzionali in cui gli interlocutori principali siano proprio i commercianti e le associazioni di categoria per impostare un dialogo e costruire un metodo: nessuna parte deve uscire scontenta o danneggiata dalle scelte istituzionali che non devono “piovere” dall’alto ma essere partecipate.
Non ci vuole un grande atto di coraggio a voler bene a questa città che si fa di per sé amare per le sue risorse, il suo patrimonio architettonico – culturale e soprattutto per le sue persone, ma l’ineluttabile sofferenza delle attività commerciali locali deve essere con forza contrastata perché crea disagio e conflitto di fronte a un futuro pieno di ombre.
La rete commerciale beneventana va sostenuta con forza, quel sistema di botteghe storiche, negozi di abbigliamento e accessori, pubblici esercizi che contribuiscono al Pil della città e che sono anche fonte di occupazione, cosa non di poco conto in un mercato del lavoro che registra in città drammatici dati sulla disoccupazione.