Una città “povera”
Penultima chiamata, ieri mattina, per la seconda consiliatura targata Fausto Pepe.
Quello sui debiti fuori bilancio, è stato solo “l’antipasto” del Consiglio comunale del prossimo 4 giugno dove, in caso di non raggiungimento del numero legale, saranno mandati tutti a casa.
Un uomo solo il sindaco Pepe…. nessuno seduto al suo fianco e tra i banchi della sua maggioranza qualche sporadico consigliere che, a denti stretti, ha risposto all’appello.
L’opposizione si è limitata a uscire dall’aula.
Nessuno si aspettava un Consiglio facile, tanto meno lo stesso sindaco, ma se i numeri fanno la differenza, beh… stavolta l’azzardo e la minaccia di uno scioglimento del Consiglio non ha fatto paura a nessuno.
Tanto più che ,tra la maggioranza targata PD, molti sono già in campagna elettorale per le elezioni amministrative del prossimo anno, con Raffaele Del Vecchio già “benedetto” dalla Segreteria Provinciale e da Umberto Del Basso De Caro.
Neanche la poco velata minaccia,da parte del primo cittadino, di candidare qualcuno al suo posto il prossimo anno, potrà impressionare più di tanto gli avversari politici interni del sindaco, tanto più che il rapporto con il suo uomo di punta, il dottor Lonardo, sembra essersi raffreddato non poco ,dopo lo stop alla nomina di quest’ultimo a Presidente dell’Asia ,con il cambio di statuto presso un notaio della città.
Il segretario Uccelletti, carte alla mano, anzi legge alla mano, ha stoppato tutto e quindi la “ ricompensa” per essersi immolato sull’altare delle elezioni regionali, non c’è stata per Lucio Lonardo.
Difficilmente poi, con questi presupposti, il Consiglio deciderà mai una presa di posizione su questo argomento azzerando, di fatto, il Consiglio di amministrazione dell’Asia.
Ma un accenno al 4 giugno dobbiamo per forza di cose farlo, ritornando su un argomento già trattato. Il termine, secondo molti inderogabile, del 3 giugno (data entro la quale tenere il Consiglio per approvare il Bilancio Consuntivo) è stato derogato. Infatti il Consiglio si terrà il 4 giugno.
Ma il Prefetto di Benevento, la dottoressa Galeone, secondo legge, alla mezzanotte del 3 dovrebbe sciogliere il Consiglio e commissariare il Comune.
Tempo ce ne è stato per farlo, ma il sindaco, temendo tranelli, ha sempre rimandato, giocandosi le ultime chances di rientrare dalla finestra politica sulle elezioni regionali e sul suo candidato.
Scelta che tra l’altro non è andata giù alla direzione provinciale del Pd del quale, ufficialmente, il sindaco fa parte.
Ma la sua bocciatura alla candidatura, per far posto a Erasmo Mortaruolo, ha portato alla luce quello che era evidente da sempre: Fausto pepe non è un uomo del Pd, non lo è mai stato e mai lo sarà.
Lo sa lui, lo sanno tutti, ma fino a che è convenuto, nessuno lo ha detto. Poi quando le cose sono iniziate a complicarsi, è scoppiata la guerra interna.
Questa è Benevento.
Una politica fatta di poltrone occupate e di strategie che nulla hanno a vedere con la politica, cioè la politica fatta per la Polis (per la città). In questo Pepe ha ragione se non fosse che molte volte dalla parte del torto si è trovato lui.
Domenica è vicina non ci resta che aspettare i risultati di un’elezione regionale, insignificante dal punto di vista del territorio (2 o 3 consiglieri su 60 non servono a nulla in Regione secondo il nostro parere), significativa, invece, dal punto di vista politico. Perché da essa deriverà il futuro, incerto, nebuloso e soprattutto “povero” di Benevento.
Felice Presta