Intervista a Francesco Giordano, autore del romanzo “Le Fiamme della Fenice”
Oggi si parla molto di ecologismo, animalismo, veganismo, ecc., e quasi sempre in termini positivi, a causa del “politicamente corretto”che contrassegna la nostra epoca. In realtà queste ideologie, foraggiate da potenti gruppi di pressione, sono pericolose perché se realmente messe in pratica e portate alle estreme conseguenze, possono produrre folli utopie di terrore. Ne abbiamo parlato con Francesco Giordano, giovane scrittore beneventano di 24 anni, autore de “Le Fiamme della Fenice”, romanzo di genere fantascientifico distopico/post-apocalittico, autoprodotto di 188 pagine, sostenuto da una raccolta fondi (crowdfunding) su internet (http://bookabook.it/projects/le-fiamme-della-fenice/).
Francesco, come mai l’idea di scrivere questo libro?
Lo spunto mi è venuto in base alle tante sciocchezze che sento dire dagli animalisti. Basti pensare alla recente campagna dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, che si è battuta contro la macellazione degli agnelli in occasione delle festività pasquali; a certe prese di posizione oscurantiste e antiscientifiche di alcune organizzazioni animaliste…Sia chiaro: un conto è l’amore verso gli animali, che è una cosa nobile, un altro il fanatismo e l’odio pretestuoso contro il genere umano.
Parlaci della trama del tuo romanzo.
Il libro è diviso in due parti. Nella prima parte, i protagonisti sono Isaac e Oliver, i quali decidono di creare un gruppo animalista su un social network. Con il tempo fondano un’associazione vera e propria, e successivamente un partito politico. Incontrano Leonard, che nutre un’esagerata venerazione per Isaac, ed insieme lavorano al progetto “Epurazione”, finalizzato a mettere in pratica la loro ideologia, che prevede il nudismo, la messa al bando delle armi tradizionali ed il primitivismo. Tutti coloro che non accettano queste disposizioni, vengono sterminati senza pietà. Si scatena così un conflitto di dimensioni apocalittiche tra i “bianchi”, cioè i pallidi, i seguaci della dottrina politica animalista, che disprezzano la carne e sono vegetariani, e il resto degli uomini, che non si piegano alle loro folli direttive. La società diventa rozza ed arcaica. Nella seconda parte del romanzo, entra in scena Adam, un esploratore. Egli esplora le rovine del vecchio mondo precedente. Durante una di queste esplorazioni incontra un sopravvissuto che sostiene di aver visto altri “bianchi” pronti a dare ancora battaglia in quel luogo. Così inizia una guerra cruenta nel villaggio. I buoni perdono. Adam tradisce e passa dalla parte dei “bianchi”, non prima di aver superato una prova di iniziazione che consiste nell’uccidere un umano. Poi il finale è tutto da scoprire…
Quale messaggio intendi trasmettere attraverso questo lavoro?
Spero che questo libro contribuisca a far riflettere le persone, soprattutto in un tempo in cui nonostante internet e l’elevata alfabetizzazione, circola ancora molta ignoranza su alcuni temi importanti, come quello dell’animalismo. I miei propositi principali sono combattere l’ignoranza scientifica e diffidare dalle bugie che sempre più si sentono, cercando di trasmettere al lettore l’ esigenza e la volontà di analizzare i dati e le notizie, prima di farsi un’opinione, e non di prendere tutto per oro colato. Se 2+2 fa 4 non è perché qualcuno si è svegliato la mattina e ha detto che è così, ma poiché evidentemente dietro sono stati fatti degli studi e dei calcoli. Le associazioni animaliste molto spesso dichiarano cose non vere sul mondo della scienza, specialmente sulla sperimentazione animale, per avere consensi e benefici in termini di denaro. Il paradosso più importante è che la maggior parte di coloro che animano questi gruppi nutrono un vero e proprio odio verso gli esseri umani. Il tanto sbandierato “amore per gli animali” è soltanto un pretesto funzionale ai loro scopi.