La Ristoro’ esce dalla porta e rientra dalla finestra
NO, al Progetto “Cotto e mangiato”
SI’, all’appalto “Precotto e schifato”
Alunni esonerati, ma malati mentali “obbligati” ai pasti “Ristorò”
Gli alunni delle scuole sono stati esonerati dal mangiare i pasti della ditta Ristorò: ma non i malati mentali, gli anziani, i disabili e i minori ospiti di strutture che dipendono dalla Asl e dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM). Oggi, infatti, il sindaco di Benevento e il commissario della Asl si sono precipitati a sospendere il servizio della mensa scolastica annunciando denunce alla Magistratura: ma in realtà, le denunce e le rivelazioni di “Altrabenevento” – ancora prima dello scandalo scoppiato ieri grazie al Corriere.it – sarebbero bastate a sospendere il servizio in via cautelativa o ad avviare controlli più puntuali. Non solo: nessun provvedimento riguarda i “deboli” come i malati mentali, addirittura OBBLIGATI a servirsi della ditta Ristorò con una determina di appena due giorni fa, firmata da dirigenti della Asl e del DSM. Per capire la gravità di questa decisione e il “falso stupore” di oggi dei vertici sanitari e del Comune – al corrente da tempo delle critiche arrivate da tutte le parti al cibo della Ristorò – bisogna fare un salto a un paio di anni fa e alla denuncia apparsa sul nostro blog www.ilenzuolibianchi.com
L’articolo dal titolo “Cotto e mangiato”, esordiva: “I tubetti al sugo di pomodoro diventano molli come gelatina e grandi come noci quando arrivano sulle tavole di chi deve mangiarli, dopo troppe ore di viaggio per essere ancora gustosi… Qualcuno li butta via, qualcun altro, li inghiotte pur pensando che sono immangiabili… Una situazione emblematica della stupidità e dello spreco di soldi da parte di chi gestisce la sanità pubblica … Questo cibo frutto di un unico grande appalto, viene distribuito a tutti i pazienti delle strutture che dipendono dalla Asl e agli alunni delle scuole con la seguente motivazione economica: “accentrare tutto il servizio in una sola ditta, consente di risparmiare”… Trascurando, però, che non si tratta dell’appalto delle pulizie o della lavanderia, ma di un servizio che dovrebbe rispondere al requisito fondamentale proprio di ogni cibo: essere gustoso e gradevole al palato, non disgustoso”. E poichè ai destinatari non è consentito protestare e spazientirsi, perché, appunto, sono “pazienti” , il servizio “Ristorò” continua…
Ma al di là degli attuali sospetti di sofisticazioni o mancati interventi dei Nas, c’era già chi, dopo avere constatato la scarsissima gradevolezza del cibo giudicando dalla faccia schifata e dal rifiuto dei pazienti, ha agito di conseguenza per rispetto dei diritti del malato: si tratta dei responsabili dei Centri di Salute Mentale di Puglianello e Morcone che elaborano un progetto di “laboratorio di cucina” da realizzare con i pazienti e per i pazienti, con il contributo di cooperative sociali senza fini di lucro, utilizzando prodotti a chilometro zero. E’ il progetto “Cotto e Mangiato” che cambia non solo la qualità del cibo ingerito, ma anche la qualità della vita dei consumatori: perché fare la spesa, cucinare e mangiare tutti insieme roba fresca appena preparata è una terapia riabilitativa straordinaria, incentivata anche dalle direttive sulla Salute Mentale per tagliare gli sprechi e creare nuovi posti di lavoro “solidali”.
Di qui la gravità della determina datata 24 marzo scorso che, senza alcuna consultazione prevista per legge, definisce “terminato” questo progetto; invita lo psichiatra responsabile di Morcone a “prendere atto che il servizio di ristorazione sarà garantito dalla “Ristorò affidataria del servizio,” ; e scarica con una pilatesca lavata di mani su quest’ultimo “l‘accertamento che i pasti siano sufficienti e soddisfino il fabbisogno giornaliero”. Insomma, il DSM e la Asl, pur avendo avuto tutto il tempo per adottare quel progetto a vantaggio dei propri assistiti, oggi – nonostante i dubbi sollevati dal caso Ristorò e le relative cautele da prendere in merito – preferisco dire “No, al progetto “Cotto e mangiato” e “Sì, al maxi-appalto “Precotto e schifato”. Una decisione che non ha bisogno di commenti, ma solo di atti conseguenti: per quanto ci riguarda, il nostro sarà avviare una richiesta formale di ispezione sul Dipartimento di Salute Mentale e sui “mancati atti di controllo” da parte della Asl.
Firmato per “La Rete Sociale” : il presidente Serena Romano