La riqualificazione secondo l’amministrazione Pepe: rione Ferrovia 1 puntata
Ogni tanto tornare parlare dei lavori pubblici, a Benevento, può servire a rinfrescare la memoria di chi, i nostri amministratori per intenderci, fa proclami dichiarando l’imminente chiusura di questo o quel cantiere, lontani, naturalmente, dall’essere completati.
In attesa di sapere quando inizieranno i lavori per il restauro del ponte Vanvitelli, con la chiusura di una delle due corsie (si salirà solo), propedeutici alla fine dei lavori in via Grimoaldo Re, partiamo proprio dal rione Ferrovia, la zona che, insieme al rione Libertà, è stata maggiormente interessata dalla “RIQUALIFICAZIONE” messa in atto dall’amministrazione, iniziata con la prima consiliatura targata Fausto Pepe e continuata durante la seconda.
A cavallo tra la prima e la seconda fu rifatta la pavimentazione nel mese di novembre, quello più piovoso di regola in città. Conseguenza: in brevissimo tempo l’acqua che si infiltrava tra le mattonelle le fece scollare e, nel contempo, gli ignari passanti, che malauguratamente decidevano di servirsi dei marciapiedi di viale Principe di Napoli, si ritrovavano schizzati fino al ginocchio da fiotti di liquido sporco.
L’amministrazione c’ha messo un po’ di tempo poi, un paio di operai, hanno provveduto lo scorso anno alla risistemazione delle mattonelle staccatesi.
Torniamo ad oggi e iniziamo da piazza Colonna che, nonostante l’apertura ai cittadini, non essendo mai stata collaudata e quindi consegnata al Comune, è ancora a tutti gli effetti un cantiere. E la prima domanda è d’obbligo: se è un cantiere come mai è aperto al pubblico?
Andando avanti sempre con piazza Colonna si nota che le famose pensiline, che dalla stazione portavano fino alla fine del marciapiede, ancora non si montano.
Come mai quelle dall’altro lato della strada che giungono fino al terminal degli autobus urbani sono state montate e queste no?
E si che nel progetto del Più Europa c’erano. Informandoci abbiamo scoperto che le Ferrovie dello stato, proprietarie dello spazio prospiciente piazza Colonna, per motivi di sicurezza , non hanno mai dato il permesso per istallare dette pensiline.
Questo perché, in caso di sciopero dei treni, gli autobus sostitutivi devono poter accedere all’entrata della stazione e quindi “salire” sulla piazza pavimentata.
Probabilmente prima di iniziare i lavori hanno dimenticato di chiedere il permesso, permesso che ,per le motivazioni dette e con ogni probabilità, non verrà mai concesso con conseguente difformità tra progetto originario e progetto eseguito.
Tralasciamo che manca qualche luce ai nuovi lampioni, sicuramente verranno posizionati prima della consegna.
Proseguiamo e andiamo al cantiere in via Grimoaldo Re dove troviamo il blocco della strada per i lavori della passeggiata fluviale. Della sua utilità ne abbiamo ampiamente parlato, l’idea poteva essere anche bella se non fosse che:
1) è stata progettata e costruita nel restringimento del fiume Calore che, come gli studi di idraulica insegnano e la scorsa piena ha dimostrato, in quel punto durante un momento di portata maggiore il fiume aumenta di velocità sommergendo la piattaforma stessa;
2) ) non sono stati previsti degli idranti per risistemare la passeggiata dopo che questa è finita sotto il livello del fiume e quindi ripulire la passeggiata stessa dalla fanghiglia e dai residui dopo che il fiume si è ritirato;
3) per poter godere a pieno della passeggiata si sarebbe dovuto costruire un depuratore a monte per evitare di inspirare a pieni polmoni l’aria pestilenziale e inquinata del Calore.
Proseguendo per via Grimoaldo Re abbiamo notato e chiesto spiegazioni in un precedente articolo, sulla sparizione di 6 pali della illuminazione pubblica risalenti a Piccinato . Attendiamo ancora risposte.
A parte quello i lavori vanno avanti velocemente: posizionati i tocchetti e messi a dimora gli alberi non resta che sistemare l’illuminazione (un’altra). Comunque non sembrano esserci grandi problemi anche se i lavori sono in ritardo.
Passiamo alla Colonia Elioterapica: qui, invece, la situazione è lontana dall’essere ultimata, anzi probabilmente ci vorrà ancora molto tempo.
Da una rapida occhiata dal di fuori del cantiere , a parte l’utilità di vasche, fontane e pesciolini, si vedono gli scalini costruiti per salire in via Grimoaldo Re e poi ridiscendere sul fiume. Ma manca qualcosa…..Cosa?
Lo scivolo per disabili.
Eppure, per legge, tutti i progetti devono prevedere l’abbattimento delle barriere architettoniche soprattutto per le opere pubbliche.
Che sia una mancanza nel progetto? Verrà fatto poi?
Tra via Vittorio Veneto e viale Principe di Napoli c’è la ormai famosa ex caserma della Guardia di Finanza che doveva essere consegnata nel lontano 2012.
I lavori continuano incessantemente da anni, la struttura nuova è completata e sono stati istallati anche i condizionatori e tutto il resto, mentre molte difficoltà ci sono state e ci sono per il restauro dell’ex scuola Moscati. Anche lo spazio interno tra gli alloggi e la Moscati devono essere completati.
Intanto la Guardia di Finanza, stanca di aspettare, fu firmato anche un protocollo tra questi e il Comune, continua a stare nella sede logisticamente ostica di via Stanislao Bologna con un occhio alla ex caserma Pepicelli. Probabilmente il comando già ha fatto richiesta per trasferire li uffici e quant’altro.
Arriviamo poi a piazza Bissolati. Qui la fontana, escluso sabotaggi che pure ci sono stati, funziona.
La piazza è stata completata anche se, pure in questo caso, non ci risulta consegnata al Comune e quindi collaudata. E anche qui, se è un cantiere, come mai è aperta al pubblico?
Manca qualche lampada e alle basi di alcuni pali la vernice non c’è più. Problemi secondari nell’ambito dei CAPOlavori pubblici presenti in tutta la città.
Ci sarebbe poi la dimenticata, e instabile, Torre Biffa. I 60.000 euro per il suo restauro sono stati stanziati. Continuiamo ad aspettare l’inizio dei lavori.
Fin qui il rione Ferrovia….la riqualificazione nel mese di marzo 2015 è ancora in corso. Fin quando dovremo aspettare?
Ah un’ultima cosa…..aspettiamo sempre una presa di posizione, un’idea, una soluzione sul problema della prostituzione quaggiù. A meno che, come sempre, alle parole, in città, non seguono mai i fatti.