La complicata vicenda degli strumenti finanziari sottoscritti dal Comune di Benevento
Il derivato è un prodotto finanziario il cui valore è legato all’andamento di un altro bene (azioni, obbligazioni, valute) oppure dal verificarsi di un preciso evento (es. aumento dei tassi d’interesse, diminuzione o aumento della quotazione di una materia prima). L’attività o l’evento possono essere di qualsiasi natura e viene definito “sottostante” del prodotto derivato. La relazione che lega il valore del derivato al sottostante è il risultato finanziario del derivato, detto “pay off”.
Il derivato va pensato come una scommessa, ma il problema più complesso è quello della stima del loro valore. Per valutarlo con attenzione bisogna simulare ogni evento che possa verificarsi. Per esempio che succede al mio derivato se il petrolio fra cinque anni cala sotto una certa soglia? Ecco perché per i derivati il tempo assume un significato importante. La legge italiana dal 2002 ha consentito agli enti locali la possibilità di sottoscrivere contratti finanziari derivati per favorire la ristrutturazione del debito, ovvero per ridurne il costo e coprirsi dal rischio di insolvenza. Siccome esistono una miriade di strumenti finanziari, la normativa italiana consente di sottoscriverne solo alcuni. In questi anni i comuni hanno abusato, effettuando operazioni finanziarie spericolate, senza una valutazione adeguata dei rischi.
Il Comune di Benevento con una delibera di aprile 2007, in fase di approvazione del bilancio di previsione, nel tentativo di ridurre il costo del debito, decideva di sottoporre a revisione un precedente contratto di swap, sottoscritto il 21.02.2005 e modificato il 4.5.2006 e stipulato con Banca OPI. Il valore nozionale del primo contratto era di circa 29 milioni di euro, il secondo, quello del 2006 era di 63 milioni di euro con scadenza al 31.12.2035. Con la parola “nozionale” si indica il valore dell’attività finanziaria cui è legato un contratto derivato. Ad esempio, per uno swap sui tassi di interesse, il valore nozionale è il capitale su cui sono calcolati gli interessi scambiati dalle controparti.
Successivamente la nuova amministrazione guidata da Fausto Pepe, decideva di verificare la convenienza delle operazioni in strumenti derivati e pertanto incaricava la Value Solutions s.r.l. di Roma per ogni valutazione. La predetta società, presentava una relazione tecnica il 18 luglio 2007 dove spiegava che il valore di mercato del contratto sottoscritto con Banca OPI risultava in perdita di 9,3 milioni di euro e, pertanto, suggeriva di sottoscrivere un nuovo contratto swap con la HSH Nordbank AG di Amburgo che riteneva più conveniente. La HSH si impegnava a ristrutturare il contratto e ad aumentare l’importo nozionale a circa 82 milioni di euro. Tuttavia, la sezione regionale della Corte dei Conti in un documento del 18 giugno 2008, muoveva una serie di rilievi.
Nel 2010 il Comune incaricava il settore finanze di valutare la possibilità di rescindere il nuovo contratto o di modificarlo a condizioni più vantaggiose. Nello stesso anno veniva affidato alla Martingale Risk Italia di studiare l’adeguatezza dei tre contratti swap sottoscritti con HSH Nordbank AG e Banca OPI. Tra il 2007 e il 2008 il Comune di Benevento incassava poco più di 672mila euro dal contratto swap con HSH Nordbank. Tre anni dopo la banca depositava una domanda giudiziale presso la High Court of England and Wales per annullare quella transazione e chiedeva la restituzione della somma pagata di 672.697,88 oltre a interessi pari ad euro 63.723,14. Avvisata della richiesta, la Martingale risk, con il consenso del Comune, si occupava della faccenda giudiziaria attraverso uno studio legale di Rimini e uno di Londra.
Senza addentrarci in complicati dettagli tecnici, vi diciamo che la storia si è conclusa con una transazione e il Comune di Benevento ha dovuto restituire nel 2011 la somma di 650.000 euro.
Per la cronaca, la HSH Nordbank nel 2013 è stata oggetto di perquisizioni ordinate dalla magistratura tedesca nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio del denaro della ndrangheta.
Felice Presta