Fronte giudiziario. In arrivo nuove sorprese?
L’ultimo clamoroso caso giudiziario in ordine di tempo che vede coinvolta la città e la provincia di Benevento è stata l’operazione “Tabula Rasa”.
Messa a segno dai Carabinieri lo scorso 19 marzo con 26 provvedimenti cautelari contro vari esponenti della criminalità campana. Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento e dalle Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno colpito molti uomini appartenenti al clan Sparandeo, egemone, secondo gli investigatori, nel territorio beneventano e attivi nell’usura, il traffico di droga, le estorsioni e i danneggiamenti.
Le oltre 400 pagine dell’ordinanza, rappresentano una sorta di documento “storico” sulla criminalità beneventana degli ultimi quindici anni. Intercettazioni, riscontri a dichiarazioni di collaboratori, hanno sollevato, seppur timidamente, la coltre di omertà che aleggiava intorno a questi personaggi. Negli atti si fa riferimento anche alla connivenza con settori della politica locale nella varie amministrazioni cittadine che si sono alternate nel recente passato.
Lo scenario descritto vede la famiglia Sparandeo protagonista principale della malvivenza beneventana, ma mostra anche un gruppo spaccato dalle divisioni interne e con una condotta criminale non sempre coerente, capace comunque di favorire l’ingresso della camorra napoletana e casertana sul territorio. Nell’ordinanza circolano decine di nomi, si parla di “alleanza” tra i Saccone e gli Sparandeo, tra i Nizza e i Pagnozzi, fino ad arrivare a citare i clan Iadanza-Panella di Montesarchio e gli Spina in città. Fonti confidenziali parlano di nuovi possibili sviluppi con particolare riferimento agli episodi di compravendita di voti elettorali accaduti nel 2006 e nel 2011. Sembra l’ambientazione di un film noir, ma è la pura realtà.
FELICE PRESTA