Inchiesta Asl di Benevento. Aggiornamenti e riassunto delle puntate precedenti.
Pisapia (foto tratta da www.ntr24.tv) |
Felice Pisapia, accompagnato dal suo avvocato Claudio Botti, si è recato negli uffici giudiziari della Caserma Guidoni per essere ascoltato dai pubblici ministeri che indagano sull’Asl di Benevento. L’incontro è durato circa sei ore. All’uscita Pisapia non ha rilasciato dichiarazioni particolari, si è semplicemente limitato a dire di aver consegnato atti relativi alla propria difesa. Probabilmente sono state depositate nuove registrazioni audio.
Ricapitoliamo ancora una volta i punti salienti di questo “romanzo giudiziario”.
1.
Dicembre 2013. L’ex direttore amministrativo dell’Asl di Benevento, Felice Pisapia è sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica per una brutta storia di false fatturazioni per 700mila euro. Fornitori pagati senza titolo in cambio di qualche regalo.
Il Gip Flavio Cusani scrive nell’ordinanza dell’esistenza di un “ristretto direttorio politico-partitico, costruito al di fuori di ogni norma di legge, da componenti esterni all’amministrazione a cui fa riferimento il direttore generale dell’Asl nella gestione dell’ente”. Ed ancora: “Il ristretto direttorio (…) si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl (da trasferimenti e nomine di dirigenti e primari, gare d’appalto, allocazione sul territorio di sedi Asl, rapporti con strutture e ospedali convenzionati Asl, per giungere sino a faccende spicciole come il rimediare al sequestro di latticini effettuato ad un rivenditore amico”.
Il gruppo a cui fa riferimento il magistrato avrebbe come referente politico Nunzia De Girolamo. Pisapia nel 2012 ha partecipato ad una serie di riunioni con questi soggetti, registrando di nascosto le conversazioni dove si discuteva della gestione e dei destini della sanità beneventana.
Il 14 gennaio l’ex direttore amministrativo, racconta al Pubblico Ministero Tartaglia Polcini, le manovre per favorire la “Modisan” un’impresa vicina a Nunzia De Girolamo che aveva finanziato il congresso locale del Pdl. Racconta inoltre, di una serie di incontri svoltisi nella villa del padre di lei a San Nicola Manfredi. Il magistrato, comprende la gravità delle accuse, mentre Pisapia spera che la Procura faccia riscontri al più presto. Poi ad un certo punto, si rende conto che queste denunce non bastano, o forse per timore di essere accusato di calunnia, decide di “vuotare il sacco” e consegnare la famigerate registrazioni.
2.
Il 19 settembre 2013 presenta una memoria difensiva con un cd allegato contenente files audio di due riunioni registrate nella villa di De Girolamo, avvenute il 23 e il 30 luglio, con tanto di trascrizioni di un perito di parte. Agli appuntamenti erano presenti il direttore generale dell’Asl Michele Rossi, il direttore generale Gelsomino Ventucci, il deputato Nunzia De Girolamo e due suoi stretti collaboratori, il giornalista Luigi Barone e l’avvocato Giacomo Papa.
Dalle trascrizioni di Pisapia, vengono estrapolate una dozzina di fogli, considerati dalla Guardia di Finanza, meritevoli di attenzioni investigative. Si tratta dei colloqui sull’appalto da 12 milioni per il servizio 118, sull’ubicazione di uffici e presidi dell’Asl in Provincia, sul sequestro di mozzarelle in un negozio di latticini e sui controlli da mandare all’ospedale Fatebenefratelli per fare pressioni e accelerare il cambio di gestione del bar interno e favorire un parente della De Girolamo. L’informativa della Guardia di Finanza conclude così: “relativamente ad alcune vicende degni di approfondimento, sono tutt’ora in corso di svolgimento specifiche investigazioni che, allo stato, non hanno evidenziato fattispecie penalmente rilevanti”.
3.
Il 4 gennaio il Fatto Quotidiano, pubblica parte di quei colloqui e nelle settimane successive emergono nuovi elementi, ripresi da altre testate giornalistiche. Alcuni dialoghi sono davvero imbarazzanti e mostrano la reverenza e l’assoggettamento dei vertici dell’Asl nei confronti del deputato. Frasi come quelle pronunciata dal direttore Michele Rossi: “Nunzia io non resterei un secondo di più qui all’Asl se non per te e con te; perché la nomina l’ho chiesta a te, tu me l’hai data ed è giusto che sia un riscontro”, oppure espressioni dal tono perentorio del deputato: “Miché, scusami, al Fatebenefratelli, facciamogli capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Mandagli i controlli e vaffanculo”.
Nelle riunioni si parla anche di come “bypassare la gara pubblica” (parola di Giacomo Papa) e di proseguire con il meccanismo delle proroghe.
4.
Colpo di scena. Il 16 gennaio il Tg5 trasmette nell’edizione serale una registrazione nascosta di un dialogo tra Giuseppe Pisapia e Nunzia De Girolamo avvenuto il 30 Novembre 2012, dove il primo mette in guardia il politico da un complotto per rovinarla. Secondo Pisapia a prepararlo sarebbero Umberto Del Basso De Caro, deputato del Partito Democratico, l’avvocato Roberto Prozzo e Michele Rossi (in veste di doppiogochista?). Pisapia sostiene di aver saputo dal dottore De Lorenzo, responsabile del Servizio psichiatrico dell’Asl, poi ascoltato come testimone dai magistrati sanniti, di un incontro del terzetto che si sarebbe svolto un sabato pomeriggio nel palazzo in cui abita il medico. Ovviamente gli interessati smentiscono categoricamente le affermazioni, definendole solo menzogne ma da quel momento partono nuove accuse, smentite e controaccuse. Il 17 gennaio Nunzia De Girolamo riferisce in Parlamento e il 26 decide di dimettersi da Ministro dell’Agricoltura. Ora i pubblici ministeri vogliono vederci chiaro anche sul fantomatico complotto e forse per questo l’altro ieri hanno ascoltato l’avvocato Roberto Prozzo come persona informata sui fatti. Prozzo che difende Michele Rossi, si è però avvalso del segreto professionale.
5.
Siamo entrati nella seconda fase investigativa. Le indagini della Procura si sono allargate e nuovi soggetti sono stati iscritti nel registro degli indagati. Tornando alla prima ordinanza scritta dal gip Flavio Cusani, c’è un passaggio che aiuta a comprendere quello che sta avvenendo: “La gestione dell’Asl appare impostata per volere di quella che appare ora come una vera e propria associazione per delinquere, costituita da privati cittadini e da pubblici ufficiali dell’Asl e di altre superiori istituzioni, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale”.Parole enigmatiche, che però lasciano intuire.